I Principi di Yogyakarta o Principi sull’applicazione del diritto internazionale dei diritti umani in relazione all’orientamento sessuale e all’identità di genere, sono un documento che stabilisce una serie di norme relative all’orientamento sessuale e all’identità di genere, con l’obiettivo di guidare l’interpretazione e l’applicazione delle norme del diritto internazionale dei diritti umani, stabilendo standard di base per prevenire gli abusi e proteggere i diritti umani delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT). I meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno sostenuto il godimento universale dei diritti umani e la piena inclusione di tutte le persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o da altre caratteristiche. I Principi di Yogyakarta si basano sugli sviluppi positivi del diritto internazionale e forniscono chiarezza sulle azioni da intraprendere rispetto agli orientamenti sessuali e alle identità di genere. Il testo è composto da 29 principi preceduti da un preambolo e seguiti da ulteriori raccomandazioni. Il documento si basa sui diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, dalla Dichiarazione e dal Programma d’azione di Vienna e da altri trattati sui diritti umani, ma che in molti Paesi sono negati alle persone sulla base del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere.

Il documento è stato redatto su richiesta di Louise Arbour, ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (2004-2008), da 16 esperti di diritto internazionale dei diritti umani provenienti da vari Paesi, tra cui membri della Commissione internazionale dei giuristi, del Servizio internazionale per i diritti umani, accademici e attivisti, che si sono riuniti nella città di Yogyakarta, in Indonesia, presso l’Università Gadjah Mada, tra il 6 e il 9 novembre 2006. Il documento finale contiene 29 principi, approvati all’unanimità dagli esperti, e include raccomandazioni ai governi, alle istituzioni intergovernative regionali, alla società civile e alle stesse Nazioni Unite. Tra i firmatari dei Principi di Yogyakarta figurano Mary Robinson, Manfred Nowak, Martin Scheinin, Mauro Cabral, Sonia Correa, Elizabeth Evatt, Philip Alston, Edwin Cameron, Asma Jahangir, Paul Hunt, Sanji Mmasenono Monageng, Sunil Babu Pant, Stephen Whittle e Wan Yanhai. I Principi di Yogyakarta sono stati presentati, come carta globale per i diritti LGBT, il 26 marzo 2007 al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra. Questi principi non sono stati adottati dagli Stati in un trattato e quindi non costituiscono di per sé uno strumento vincolante del diritto internazionale dei diritti umani. Tuttavia, i redattori intendono adottare i Principi di Yogyakarta come norma universale, cioè uno standard legale internazionale vincolante per gli Stati, nei confronti del quale alcuni Paesi hanno espresso riserve.

Sul tema consiglio l’ottimo articolo di Andrea Rubera pubblicato all’interno della rivista Rewriters (https://rewriters.it/roma-capitale-crea-lufficio-diritti-lgbt-ce-ne-parla-la-responsabile-marilena-grassadonia/).

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