Qualche mese fa avevamo già parlato di alberi e di una piantumazione intelligente. Vorrei riprendere il discorso, perché è un tema molto attuale.

Si sente tanto parlare di net zero, ovvero di un sistema che si basa sull’idea che sia possibile continuare ad emettere se, allo stesso tempo, si bilanciano le attività umane catturando CO2 dall’atmosfera. E alcuni dei mezzi più efficienti per catturarla sono, appunto, gli alberi. 

Grande aziende petrolifere come Shell o Eni hanno promesso di arrivare al net zero. Come? Continuando ad inquinare e piantando alberi, come se fosse la soluzione perfetta. Come se fosse un mezzo di stoccaggio perenne, come se gli alberi non fossero esposti ad incendi o a deforestazione, liberando, quindi CO2.

È evidente che non è proprio così. Anche se in molti, soprattutto tra i grandi inquinanti, vorrebbero una soluzione facile e indolore. Piantiamo alberi, riduciamo le emissioni, e non cambiamo i nostri stili di vita.

Purtroppo, non è così facile. Questo non vuol dire che piantare alberi sia qualcosa di dannoso o di inutile. Semplicemente, non è la soluzione a tutto.

Qualche anno fa uno studio dell’ETH di Zurigo rilanciato male dai media ha fatto pensare che limitarsi a piantare tantissimi alberi (la quantità che serve a coprire la superficie degli Stati Uniti) sarebbe stata una soluzione facile e indolore per tutti.

Questo studio sosteneva che, piantando più di mille miliardi di alberi in tutto il mondo, si sarebbero potuti sequestrare 200 miliardi di tonnellate di carbonio, riducendo di due terzi l’aumento di CO2 di origine antropica.

Ma non è esattamente così. E mille miliardi di alberi non sono pochi, per non dire che sono un numero enorme. Ma partiamo dalla CO2 che, secondo lo studio, si potrebbe sequestrare.

Nel 2019, ai tempi dello studio, erano state emesse 640 giga tonnellate di CO2 dal 1850. Ma l’aumento di CO2 nell’aria equivaleva a circa 300 giga tonnellate, dal momento che molta CO2 viene assorbita dagli oceani e dalle foreste. Quindi se noi estraiamo 200 giga tonnellate di CO2 dall’atmosfera, la quantità nell’aria diminuisce di molto meno, poiché gli oceani e le foreste fanno da tampone. E quindi, diminuendo la CO2 totale, viene diminuita anche la percentuale di questa CO2 che viene assorbita da oceani e foreste.

Inoltre, gli alberi appena piantati impiegherebbero dai 50 ai 100 anni per arrivare a sequestrare quella quantità di CO2.

Dove piantare tutti questi alberi?

La maggior parte delle aree da riforestare si trova in zone come il Nord dell’Alaska, del Canada, della Finlandia e della Siberia. Tutte aree in cui piantare gli alberi sarebbe controproducente: le aree ricoperte di neve, infatti, riflettono molta radiazione solare nello spazio.

Inoltre, la distruzione del permafrost artico sprigionerebbe quantità enormi di CO2.

Ma si è parlato un po’ ovunque di piantare alberi. In Italia, per esempio, si è proposto di piantare 60 milioni di nuovi alberi. Questi nuovi alberi implementerebbero di 0,05% la cattura di CO2 da parte delle foreste in Italia, che, al momento, è dell’8%.

Non un grande aumento, certo. Ma è importante ricordare che i benefici di piantare un bosco non si trovano soltanto nella cattura di CO2. Una foresta può produrre legno e accumulare carbonio per decenni. Può contribuire all’adattamento, rinfrescando l’aria circostante in città, cosa molto importante visti gli innalzamenti delle temperature e il fenomeno delle isole di calore. Può catturare la pioggia e rallentarla, altra funzione importantissima.

Questo quindi vuol dire, per ritornare all’inizio, che piantare alberi non è sufficiente. Ancora prima di piantare nuove foreste, è importante salvaguardare quelle che ci sono ed evitare di deforestare.

E poi, quando si pianta, piantare in modo intelligente. Piantare con cura, facendo attenzione alla biodiversità. Non piantare alberi pensando che cattureranno tutta la CO2 in eccesso, perché non è così. Piantarli pensando che cattureranno la CO2 che proprio non è possibile eliminare, questo è l’approccio giusto.

Quindi regalare un albero a Natale non è una cattiva idea, basta farlo con cura! E senza considerarlo un toccasana miracoloso, che può spazzare via tutta la CO2, ma piuttosto un buon inizio.

Per esempio si può andare sul sito Treedom e scoprire che un albero contiene la tecnologia alla base della vita. E quindi regalare un albero da piantare in specifici progetti agroforestali diventa un regalo hi-tech.

Valeria Belardelli

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