In un momento di assoluta incertezza, tra depressione e rilancio, gomitate e braccia aperte, cartelloni instabili e chiusure dolorose, il teatro riparte a sbalzi e sbuffi come una vecchia utilitaria trendy, che anche se costa troppo non sai abbandonare.
Malgrado l’accentuarsi delle polemiche annose se rappresentare sia un lavoro, un’offerta generosa e folle, una passerella vips, una terapia dell’anima, uno sfogo narcisista, uno sport per rampolli benestanti o tutto questo insieme, in una rete di progetti che, come scrive in un suo post Guido Lomoro, direttore di un piccolo prezioso teatro a Roma – Teatrosophia – causa covid e conseguenze assomigliano sempre più a sabbie mobili, vale la pena di segnalare anche alcune iniziative che del teatro riportano il cuore e l’offerta originaria.
Un camion-palcoscenico che rianima le strade e le piazze di Milano e dintorni con spettacoli e musica. È l’idea di Andrée Ruth Shammah, direttrice e fondatrice del Teatro Franco Parenti che, ispirandosi all’antica tradizione delle compagnie di giro, ha proposto a fine agosto, con la collaborazione della Regione Lombardia, una mini tournée itinerante per portare un po’ di serenità nelle zone più colpite dal Coronavirus. “Non credo certo di inventare l’acqua calda. Ha fatto il camion il grande Quartucci, l’ha fatto Gianni Valle con Branciaroli nel ’72, l’ha fatto Fabio Chertsich con opera camion, lo fa ora il Parenti perché non c’è un’altra strada per far lavorare un po’ gli attori”, ha precisato Andrée Ruth Shammah in un commento sulla pagina Facebook del Parenti. “Nelle piazze più popolari – continua Shammah – spettacoli comici e tanta musica con Greta Rampoldi e i giovanissimi della Watt Band, per il pubblico adulto invece serate di poesia e musica classica”.
A Roma Baobab Experience: all’Angelo Mai a settembre concerti e spettacoli per le persone migranti, «ora che la pandemia – è il filo della rassegna — ha reso ancora più nette le ingiustizie sociali e i vuoti istituzionali, Baobab ha istituito un crowdfunding decidendo di sostenerlo con una programmazione dedicata nel bel giardino che circonda il teatro. In un momento in cui il settore dello spettacolo è fortemente colpito, ci è sembrato ancora più importante ribadire come da una crisi così profonda si possa uscire solo con l’incontro e con le intersezioni». I volontari di Baobab, la disponibilità di molti artisti e il sostegno dell’Arci per acquistare beni alimentari ai senza fissa dimora di Tiburtina Est. Le risorse raccolte saranno inoltre utilizzate per acquistare biglietti per i migranti che desiderano proseguire il loro difficile viaggio, per coloro che si spostano in cerca di un impiego o per ragioni di ricongiungimento familiare, per dare alloggio ai più fragili e vulnerabili – donne, minori, persone con problemi di salute. Prenotazione via mail consigliata su prenotazioni@angelomai.org. Ecco l’intera rassegna.
A Firenze ci si è chiesti come invitare i cittadini a riappropriarsi gioiosamente e consapevolmente della città attraverso un’invasione pacifica di spettacoli teatrali. Gigio Petrucci, direttore artistico di numerosi progetti culturali, l’ha pensato “passeggiando per Firenze nei giorni successivi all’isolamento, quando mi sono trovato davanti alle porte chiuse dei luoghi di spettacolo. Teatri, club, circoli, locali. Allora ho pensato come sarebbe stato bello dare spazio all’energia di tutti quegli artisti che si erano ritrovati all’improvviso orfani di un posto dove esibirsi e del loro pubblico, e allo stesso tempo dare la possibilità agli spettatori di vivere la magia e il piacere di assistere a uno spettacolo”.
Così è nato Teatro di Città, flash mob-maratona che lunedì 7 settembre, dalle 19 alle 23, ha trasformato strade, piazze, monumenti del centro storico in palcoscenici per 200 artisti pronti a esibirsi senza diaframmi fra loro e il pubblico – se non il distanziamento d’obbligo – secondo la modalità della sorpresa: sono infatti stati resi noti i luoghi dove i 200 artisti si esibiscono, ma non i nomi di chi reciterà, canterà, ballerà in quei luoghi. L’iniziativa, organizzata da Petrucci insieme all’istrionico attore fiorentino Alessandro Riccio, vuole essere “Un invito – prosegue Petrucci – ai fiorentini a ritornare a vivere e animare il centro della propria città, e un messaggio di supporto e di affetto verso tutti gli artisti che durante gli ultimi mesi hanno sofferto moltissimo la chiusura dei teatri e degli spazi dove esibirsi”. Un evento a costo zero, senza sponsorizzazioni, ma “frutto dell’energia e della voglia di esserci di tante persone” conclude Petrucci. In osservanza delle misure anti Covid.
Manifestazioni ad alto potenziale emozionale, in un momento in cui parole sempre abusate come incontro, scambio, contatto, solidarietà riacquistano il sapore antico della felicità rivoluzionaria.