La carriera di Sam Smith è stata fulminante: dagli esordi nel 2012 alla pubblicazione del primo album In the lonely hour nel 2013 con cui ha scalato le classifiche di mezzo mondo per arrivare nel 2016 alla vittoria dell’Oscar per la migliore canzone ottenuto con Writings on the wall, title track di Spectre, il ventiquattresimo film di James Bond.

Il coming out di Sam Smith come gay era avvenuto nel 2014 quando dichiarò che aveva scritto diverse canzoni per un amore omosessuale non corrisposto. Anche durante la cerimonia degli Oscar, mentre riceveva il premio, ribadiva la sua omosessualità in un famoso discorso in cui, dichiarandosi “fiero uomo gay” dedicò la vittoria alla comunità LGBT.

La premiazione di Sam Smith agli Oscar 2016

Fino a qui tutto bene. Anzi, benissimo! Sam Smith era un “cool gay man” come tanti cominciavano ad affacciarsi pubblicamente sul palcoscenico dello show biz.

Le cose hanno cominciato a complicarsi quando, il 13 settembre 2019, Sam Smith decide di fare un secondo coming out come persona “non binaria” dal suo profilo Instagram, cambiando i suoi pronomi di riferimento da “he/him” a “they/them”: “dopo una vita in guerra con il mio genere, ho deciso di accogliermi per quello che sono”.

Il coming out di Sam Smith come persona non binaria

Si complicano perché questo secondo coming out avviene a pochi mesi di distanza dalla confessione, avvenuta sempre su Instagram il 12 febbraio dello stesso anno, con cui Sam Smith ammise pubblicamente il disagio nei riguardi del suo aspetto fisico e le infinite lotte con il cibo precedenti ogni photo shooting della sua carriera per tentare di somigliare a quello che lo show biz stesso aveva deciso che lui dovesse essere: un bel ragazzo gay, sensibile ma maschile, con un fisico atletico. In questa veste, infatti, Sam Smith si era presentato alla cerimonia degli Oscar, osannato da pubblico e critica.

La confessione di Sam Smith su Instagram sul disagio nei confronti del suo aspetto fisico

Da quel momento Sam Smith inizia a essere considerato un artista controverso e divisivo, anche da parte della comunità LGBT di cui era stato paladino fino al giorno prima.

Sam Smith in realtà era nel mezzo di una piccola rivoluzione: quella di voler essere agli occhi propri e a quelli della collettività se stesso, senza nessun compromesso e intermediazione.

La rivoluzione inizia a prendere forma il 28 aprile 2022 quando Sam Smith pubblica Love me more il primo estratto dal suo nuovo album Gloria che vedrà la luce qualche mese dopo.

Il video ufficiale di “Love me more”

Nel video ufficiale del brano, una bella pop ballad, Sam Smith appare in una nuova veste e in forma arrotondate e le prime parole che ci dice sono: “Ti sei mai sentito come se fossi qualcun altro? Come se lo specchio non sia buono per la tua salute? Ogni giorno ho provato a non odiare me stesso ma ultimamente fa meno male di prima”.

Ma il vero punto di non ritorno è la pubblicazione di Unholy il secondo estratto dal nuovo album, scritto e interpretato con la artista trans tedesca Kim Petras.

Il video, ambientato in un locale trasgressivo, il The Body Shop citato nella canzone, è un tripudio di queer culture e Sam Smith sembra totalmente a suo agio nel suo nuovo aspetto, nelle sue nuove forme e nei suoi nuovi abiti decisamente genderless.

Il video ufficiale di “Unholy”

Il cammino genderless poi ha una tappa ulteriormente esplicativa con la pubblicazione di I am not here to make friends. Il video è tutta un’esplosione di corone di piume, gonfi abiti di ciniglia, tulle e organza, vertiginose scollature e arditi spacchi nelle gonne in cui Sam Smith sembra essere finalmente a proprio agio.

Il video ufficiale di “I’m not here to make friends”

Il mondo dei social sembra impazzire: nonostante il successo mondiale del nuovo lavoro, ai vertici delle classifiche di moltissimi paesi, i profili social di Sam Smith vengono attaccati. Quello che non gli si perdona non è il suo essere gay, ma paradossalmente di aver tradito la sua immagine di bel ragazzo, sensibile e atletico e averla sostituita con quella che lui considera la sua vera identità: persona fluida, senza più ossessione per la forma fisica, amante di vestiti sgargianti e senza connotazione di genere, incline alla trasgressione.

Nel suo caso si arriva a parlare di grassofobia proprio perché dà fastidio il fatto che lui accolga serenamente le sue forme rotonde e non cerchi più di assecondare il gusto imperante che vorrebbe guidare tutto verso un’unica esteriorità.

Lo spiega bene Sam Smith in una toccante intervista rilasciata a gennaio 2023 a Zan Lowe in cui parla delle difficoltà avute da parte della sua stessa casa discografica per pubblicare Unholy, del body shaming ricevuto sui social e perfino degli attacchi verbali che continua a ricevere nelle strade, nel 2023.

L’intervista rilasciata da Sam Smith a Zan Lowe

La sua libertà fa paura proprio a chi evidentemente non si sente libero e fatica, giorno dopo giorno, per imbrigliarsi nel format fisico dettato dal mainstream.

Fa riflettere come tutto sia centrato nella divergenza con gli standard medi. Harry Styles, idolo delle nuove generazioni, spesso veste abiti genderless molto simili a quelli indossati da Sam Smith, come si racconta sul global magazine BuzzFeed News.

Ma la differenza la fanno i chili. Se Harry Styles è dentro il modello che ci aspettiamo di vedere in tv o sui magazine, asciutto e slim, Sam Smith ci propone una visione che mette a dura prova il pregiudizio che alberga silente dentro ciascuno di noi e che vorrebbe obbligarlo a rientrare nella taglia e nell’aspetto che aveva agli esordi: il bel ragazzo gay, sensibile, atletico e maschile.

Peccato che Sam Smith non sia quella persona e non voglia più nasconderlo.

Condividi: