La quarta edizione di ReWriters fest è quasi pronta a riempire con le sue riscritture dell’ immaginario la città universitaria della Sapienza di Roma, che quest’anno sarà anche partner dell’evento. In particolare la galleria di opere d’arte, vignette e fotografie che fin dall’inizio accompagna e caratterizza il festival avrà una cornice d’eccezione, dato che si svolgerà in ambienti che proprio in questa occasione verranno recuperati alla fruizione del pubblico grazie all’allestimento realizzato dal laboratorio universitario Saperi &co. Ne abbiamo parlato con la responsabile Sabrina Lucibello, architetta e designer.

Lucibello, allestimento come riscrittura di uno spazio

Sabrina paragona il lavoro di allestimento a una riscrittura, o meglio una sovrascrittura: si tratta di organizzare delle opere nel contesto di uno spazio, per creare un percorso – una narrazione – che i visitatori potranno fruire ciascun3 a suo modo. E  questo esercizio di riorganizzazione degli stimoli visivi, emozionali e intellettuali che ciascun3 potrà compiere visitando la mostra è anch’esso una riscrittura dell’immaginario, il proprio.

Il lavoro del team di Saperi & co. ha messo al centro le tre R della sostenibilità – riuso, riduzione, riciclo – optando per strutture leggere, riutilizzabili, realizzate in stampa 3D con materiali riciclati. L’altra grande sorpresa tutta da scoprire di questo allestimento, saranno appunto gli spazi: veri e propri gioielli architettonici ignoti ai più, riaperti dopo anni di mancato utilizzo, come il dopolavoro e la sala musica.

Una Sapienza inattesa che accoglie e fa propria l’idea di riscrittura, e non solo attraverso le strutture concepite per questa speciale occasione, ma anche per la natura stessa del soggetto che le ha progettate e fabbricate. Saperi & co. infatti, spiega Sabrina, è una realtà dalla spiccata vocazione ibrida, voluto per permettere – come in questo caso – a docenti e studenti di lavorare sul campo fianco a fianco, e anche per stimolare l’incontro tra persone e discipline tradizionalmente percepite come reciprocamente estranee, quelle umanistiche e quelle scientifico-tecnologiche. Affinché, proprio come in ReWriters, dall’incontro tra diversi punti di vista possa emergere una nuova visione.

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