Cos’è: La schizofrenia è una psicosi cronica (disturbo dell’equilibrio psichico) che altera le normali funzioni cognitive e percettive riguardanti gli ambiti del comportamento e dell’affettività. L’alterazione è tale da compromettere le normali attività quotidiane.

Il termine venne coniato da Eugen Bleuler (psichiatra francese) nel 1908 e significa “scissione della mente”. Nell’Ottocento il disturbo veniva identificato con il nome di dementia praecox.

Sintomi: I classici sintomi della schizofrenia sono allucinazioni auditive, deliri paranoidi e la formulazione di pensieri o discorsi disorganizzati. La diagnosi della malattia viene effettuata analizzando i comportamenti dell’individuo e ascoltando le esperienze da esso riportato. Alcuni dei fattori che possono incidere sull’insorgenza della patologia sono la genetica e fattori psicologici e sociali, mentre l’assunzione di stupefacenti o farmaci sembrerebbe causare un peggioramento significativo dei sintomi.

Trattamento: Alla base della cura per la schizofrenia vi è l’assunzione di un farmaco antipsicotico, da assumere al fine di bloccare l’attività del recettore della dopamina. Da affiancare alla cura farmacologico è senza dubbio molto importante anche l’intervento psicoterapeutico e di un percorso di riabilitazione sociale. Nei casi più gravi si rende obbligatorio un trattamento sanitario, anche se questa pratica è molto meno frequente rispetto al passato.

Conseguenze: La schizofrenia può portare allo sviluppo di comorbilità, tra cui le più comuni risultano essere la depressione maggiore e i disturbi d’ansia. La schizofrenia si ripercuote inoltre anche sulla vita sociale e professionale degli individui che ne soffrono, causando isolamento e perdita del posto di lavoro o abbandono degli studi nel caso degli studenti.

Storia: I primi casi riportati di schizofrenia risalgono al 1797 nelle opere di James Tilly Matthews. Nel 1891, Arnold Pick conia il termine “demenza precoce” per definire la patologia e nel 1893 Emil Kraepelin creò una differenziazione tra demenza precoce e disturbi dell’umore. Nei primi anni Settanta del Novecento i criteri di diagnostica della malattia sono stati profondamente messi indubbio, portando così alla creazione di nuovi criteri operativi, molti dei quali ancora in uso oggi. Sulla salute mentale consiglio l’ottimo articolo di Eugenia Romanelli, direttrice della rivista Rewriters (https://rewriters.it/salute-mentale-i-coming-out-italiani-per-combattere-lo-stigma/

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