Storicamente il ’68 cambia le carte in tavola: scoppia la contestazione nelle piazze e tra gli altri prende avvio quel processo di affermazione del femminismo come movimento autonomo che porterà le donne, attraverso una forte presa di coscienza, a rivendicare i propri diritti con determinazione. La portata di quelle manifestazioni fu tale che inevitabilmente travolse anche il cinema, che più di ogni altra forma d’arte, proiettò direttamente o metaforicamente quest’ondata rivoluzionaria.

La donna vampira, in linea con questi cambiamenti, muta, acquisisce maggiore indipendenza e forza, e si fa strada nella cinematografia mietendo vittime con il suo fascino irresistibile. Talvolta il suo comportamento, analogamente a quello del Conte, il suo corrispondente maschile, la porta a bramare il potere, ma molto spesso (purtroppo) rimane presente il vecchio retaggio della ricerca della bellezza eterna. E’ sintomatico in questo senso un film come La Morte ti fa bella di Robert Zemeckis (1992), a testimonianza che c’è ancora molto da fare per svecchiare il ruolo della donna nella società degli anni novanta. In questo caso non è una vera e propria forma di vampirismo ma l’obiettivo della giovinezza eterna tanto anelato negli anni cinquanta rimane invariato. Quest’aspetto sarà uno dei tratti caratteristici delle cattive disneyane, dalla Regina Grimilde di Biancaneve (1937) a la Strega Malefica de La bella addormentata nel bosco (1959) passando attraverso Ursula de La Sirenetta (1989) e Madre Gothel di Rapunzel- L’intreccio della torre (2010). Le più rappresentative sono sicuramente Ursula, la cattiva tentacolata che priva della voce la giovane sirena Ariel in cambio delle fattezze umane, e che nutrendosi di una parte di lei si trasformerà in una sensualissima mora, e Madre Gothel che tiene prigioniera la giovane Rapunzel per tenere lontana la vecchiaia nutrendosi del potere dei sui capelli magici.


Ma torniamo al cinema: Miriam si sveglia a mezzanotte, in inglese The Hunger , la fame, è un film del 1983 diretto da Tony Scott con un cast stellare composto da Catherine Deneuve, David Bowie e Susan Sarandon. Opera d’esordio del regista, il film è la trasposizione del romanzo omonimo di Whitley Strieber.
Miriam è una vampira che ogni tre secoli deve cambiare compagno perché quello che si è scelta perde inspiegabilmente la sua eterna giovinezza e sfiorisce fino ad una sorta di letargo. Avrà la fortuna di incontrare Sarah, una dottoressa famosa per i suoi studi sulla vecchiaia, unico modo per fermare quel processo che sembra inarrestabile. Un film curioso non solo per il taglio spiccatamente femminile (esplicito negli intrecci affettivi/amorosi) ma anche per alcuni elementi di novità come la ribellione di Sarah post vampirizzazione al futuro tetro ed eterno che l’avrebbe attesa e la nuova stirpe di affamati che prende vita.
A renderlo un film irresistibile è sicuramente la colonna sonora ricercatissima che spazia da Bela Lugosi is Dead dei Bauhaus passando per Trio in Mi bemolle maggiore Opera 100 composto da Franz Schubert fino a Nightclubbing di Iggy Pop.


Il recente panorama cinematografico dell’orrore offre molti spunti sul tema che avrebbe bisogno di un approfondimento molto più ampio ma di sicuro una carrellata su alcuni titoli stimolerà la giusta curiosità. Fatta eccezione per Dracula di Bram Stocker di Francis Ford Coppola (1992) dove ritroviamo la classica concubina del male e la saga pop-horror di Twilight diretta da Catherine Hardwicke con il classico cliché della bella (Swan) ed il giovane misterioso e reticente (Edward Cullen), degni di nota sono Solo gli amanti sopravvivono (2013) scritto e diretto da Jim Jarmusch con un’algida Tilda Swinton e Byzantium (2012) con Neil Jordan alla regia. d

Nel film di Jarmush, una ballata romantica d’altri tempi, si racconta un amore secolare ponendo i due amanti sullo stesso piano, immersi nel loro piacevole isolamento fatto di assoli di chitarra e sguardi languidi appena visibili dagli occhiali da sole. Ma è sopratutto Byzantium a dare un’immagine nuova della donna-vampira, segno di una grande evoluzione: Il rapporto tra la giovane Eleanor e sua madre Claire, direttrice di un bordello, si basa su un segreto vecchio di secoli. Entrambe sono in realtà dei vampiri, che hanno attraversato duecento anni di dolore e solitudine, un incubo iniziato con l’arrivo di un soldato che ha costretto Claire alla prostituzione. Da quel momento l’obiettivo della donna è diventato proteggere se stessa e sua figlia lottando per ritagliarsi un briciolo di serenità. Non una vamp nel senso più spettacolare e artefatto del termine, ma una donna, una madre vampirizzata dagli eventi dolorosi. Ha molti punti di contatto con il film drammatico Il segreto di Esma (2006), incentrato sul tentativo di una donna di tutelare la figlia dai ricordi delle violenze subite durante il conflitto serbo-bosniaco.

Le vampire cinematografiche degli anni duemila sono combattive, forti e lasciano volentieri la bellezza in secondo piano a favore del rispetto e del riconoscimento nel tessuto sociale. Lottano per la loro serenità e affermazione e per riuscire a non vivere più all’ombra del loro passato.

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