Tornavo in Sri lanka dopo gli attacchi terroristici che colpirono drammaticamente il paese nel giorno di Pasqua del 2019. Il modo in cui sono stato accolto all’arrivo in aeroporto dai rappresentanti del Ministero del Turismo dello Sri Lanka, riassume tutto lo spirito caloroso e il grande senso di ospitalità del popolo cingalese; ogni componente del gruppo di cui facevo parte ha ricevuto degli omaggi di benvenuto, ne ricordo alcuni per il loro grande valore simbolico: collana di fiori, simbolo di gioiosa accoglienza, e una degustazione di tè, prodotto tipico di eccellenza dello Sri lanka.

Le origini della coltivazione del tè risalgono al 1870, quando un proprietario scozzese di nome James Taylor per sostituire le piantagioni di caffè, pesantemente compromesse da un fungo, ebbe l‘idea di usare la pianta del tè.

In seguito al successo ottenuto, molti seguirono l’esempio di Taylor. Fra questi si distinse Sir Thomas Lipton che alla fine del XIX secolo fondò un marchio a suo nome e rese il tè proveniente da Ceylon, un tempo costoso e riservato ai ricchi, accessibile a tutti gli europei, democratizzandone così il consumo.

Da allora lo Sri Lanka ha una forte presenza nei mercati mondiali, subito dopo India e Cina, e la varietà Ceylon Tea è riconosciuta tra le più pregiate e richieste. Inoltre, per i suoi grandi volumi di produzione ed esportazione, il tè è stato e continua ad essere di enorme rilevanza per l’economia dell’isola, insieme a riso, caucciù e cannella.

Questo grazie al clima estremamente stabile dell’isola che rende possibile, soprattutto nella Hill Country, la zona centrale montuosa dove sono custodite le numerosissime piantagioni, la raccolta del tè in ogni momento dell’anno.

Ho passato la prima notte a Colombo, città affascinante per la storia e i monumenti, soprattutto religiosi, e capitale commerciale dello Sri Lanka. Colombo, che si trova a soli 45 km a sud dell’unico aeroporto internazionale del Paese, oltre a rappresentare un mix equilibrato di Oriente e Occidente, si caratterizza anche per la intensa e diffusa coesistenza di passato e presente, con ben visibili retaggi culturali che ti fanno rivivere antichi fasti e ti portano indietro di centinaia di anni.

La città offre, inoltre, numerose attrazioni, opportunità di shopping e possibilità di degustare una cucina molto interessante e varia che rappresenta una riuscita sintesi della forte influenza esercitata su di essa dalla cucina indiana meridionale, grazie alla vicinanza geografica, e di quella delle potenze coloniali olandesi, portoghesi e inglesi che nel corso dei secoli si sono avvicendati nel dominio dell‘isola in quanto costituiva un grande snodo commerciale.

Chi vuol conoscere bene la città non può fare a meno di visitare il quartiere commerciale di Pettah, nelle cui strade polverose e piene di colore si sentono i molteplici odori di una cucina ricca e speziata. In questo quartiere, che è un immenso bazar a cielo aperto dove ogni strada è dedicata a una particolare tipologia commerciale, si possono acquistare mercanzie di ogni tipo; inoltre, la presenza di moschee, templi induisti e chiese cristiane dà vita a un singolare mix di religiosità e spiritualità non facilmente riscontrabile in altre realtà.

Nel secondo giorno di permanenza a Colombo ho incontrato i dirigenti e i funzionari del Ministero del Turismo dello Sri Lanka presso il Ministero del Turismo per discutere della situazione economica e politica che ha condizionato pesantemente l’afflusso turistico negli ultimi mesi e delineare una strategia di comunicazione per far ripartire il settore turistico.

Incontro al Ministero del Turismo, Colombo

Il Paese viene da un periodo di instabilità politica che è culminato nella cacciata forzata del presidente Rajapaksa, per aver gestito il potere con un capillare sistema familistico e spesso corruttivo concedendo, più o meno legittimamente, molte posizioni di potere dello Stato a vari membri della cerchia familiare e a molti dei suoi sostenitori politici.

Nel luglio scorso, con la nomina a Presidente di Ranil Wickremesinghe, già in precedenza ministro di passati governi, c’è stato un cambiamento nell‘assetto politico del Paese. Ma tutta l’economia ancora stenta a decollare oltre che per il prolungarsi della pandemia che con il conseguente blocco dei flussi turistici, ha fatto venire meno una delle maggiori entrate del PIL nazionale, anche per il mancato rifornimento di materie prime a causa dell’abnorme aumento dei prezzi dell’energia generato dal conflitto tra Russia e Ucraina.

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