(English translation below)
Qualcuno ha detto che la pandemia ha cancellato quelli che erano i pilastri del turismo nel 21mo secolo: e cioè frontiere aperte, destinazioni illimitate, viaggi senza visti e consumismo estremo. Non era una persona qualunque, ma Elizabeth Becker, una pluripremiata giornalista, reporter di guerra e autrice del best seller Overbooked, the exploding business of travel and tourism, un libro imperdibile per chiunque sia interessato a capire quale sarà il futuro del turismo globale. Dunque cominciamo a rassegnarci: chi era abituato a salire e scendere dai voli internazionali come da una metropolitana dovrà pazientare parecchio prima di riprendere quella sua vecchia abitudine. Però questo non significa che il turismo è finito.

Anzi, gli esperti sostengono con convinzione che, quando torneremo a muoverci in giro per il mondo, il nostro modo di viaggiare sarà migliore. A sostenerlo è anche Bruce Poon Tip, imprenditore canadese conosciuto per aver fondato il famoso tour operator di viaggi d’avventura G Adventures, ma anche autore del best seller Looptail: How One Company Changed the World by Reinventing Business (Come un’azienda ha cambiato il mondo reinventando il business) in cui non solo racconta come ha creato il suo tour operator, ma svela anche segreti e consigli per fare felici i propri clienti. Perché è nella felicità il futuro del turismo mondiale, il turista deve sentirsi felice. E per fare felice un cliente bisogna farlo sentire in armonia con il contesto che lo circonda, in equilibrio e in pace con il mondo che esplora. Ecco, Poon Tip sostiene che dunque impareremo a viaggiare in modo più consapevole, e soprattutto più responsabile, raggiungendo così quella felicità che nasce dall’essere in sintonia con i luoghi e le persone intorno a noi. Questo significa, in termini pratici, che impareremo a muoverci avendo a cuore la realtà che attraversiamo come se quella realtà fosse la nostra (che poi, in fondo, è la verità).
E poiché quando una cosa ci appartiene ne abbiamo un’immensa cura, ecco che un viaggiatore responsabile diventa il primo custode di un luogo, di una terra, di un paesaggio, di una destinazione.

Questa evoluzione coinvolgerà a pieno soprattutto le generazioni più giovani, che sono già profondamente sensibilizzate dal tema della protezione e tutela dell’ambiente (Greta Thunberg e i Fridaysforfuture ne sono un valido esempio), ma anche le generazioni nate nel XX secolo, che obtorto collo devono accettare un dato di fatto, e cioè che indietro non si torna.

Ne deriverà un nuovo profilo di viaggiatore preoccupato, ovvero un viaggiatore che si relazionerà con il pianeta attraverso uno stato d’animo inquieto nei confronti dei luoghi che visita, perché ne avrà a cuore le sorti ed il benessere.

Questa evoluzione è vista da molti esperti non solo come necessaria e indispensabile, ma anche positiva, perché permetterà lo sviluppo di nuove politiche industriali attente a soddisfare questo viaggiatore inquieto e preoccupato. In che modo? Ad esempio con scelte autolimitanti, come quella di paesi che in futuro potrebbero imporre delle giornate senza voli, oppure città e porti che potrebbero autoregolamentare e limitare l’accesso delle navi da crociera. Del resto, secondo uno studio recente, la Carnival Coorporation, il più grande operatore crocieristico al mondo, produce nel Mediterraneo un inquinamento atmosferico dieci volte più alto rispetto a tutte le auto europee. Uno studio allarmante se pensiamo che il settore delle crociere è per l’Italia, immersa nel Mediterraneo, un asset strategico di primo piano nell’economia del nostro paese. I risultati di questo studio hanno portato l’Organizzazione Marittima Internazionale, nell’anno appena trascorso, a ridurre il limite di zolfo contenuto nell’olio combustibile usato dalle navi, dal 3,5% allo 0,5%. Una riduzione significativa, ma che potrebbe non essere sufficiente, e potrebbe aprire le porte a ulteriori limitazioni. Per non parlare poi dell’annoso problema delle navi da crociera nella laguna di Venezia, un ecosistema dalla fragilità immensa che rischia di essere radicalmente distrutto, nel lungo periodo, dagli enormi spostamenti d’acqua che le navi provocano nei fondali.

Certo questi sono temi che saranno ancora discussi a lungo prima di trovare soluzioni vincenti. Ma intanto la prima cosa che sta cambiando è la sensibilità collettiva, che diventa poi motore di cambiamenti e di scelte radicali. Una sensibilità che già si manifesta, nel mercato del turismo e dei viaggi, con forme di certificazione green, a cui possono aderire realtà imprenditoriali che scelgono di rispettare l’ambiente. Una di queste è Green Globe, una certificazione a cui aderiscono coloro che scelgono di ridurre il loro impatto sull’ambiente, impegnandosi ad offrire servizi ad alto livello di eco-sostenibilità, a basso consumo energetico, con riduzione di spreco di acqua ed energia e perseguendo lo scopo di promuovere il riciclaggio e la riutilizzazione di materiali. Tutte le agenzie, i tour operator, gli alberghi o i resort che aderiscono a Green Globe si impegnano anche a rispettare gli usi e costumi locali dei territori dove operano, a promuovere le diversità culturali, a combattere lo sfruttamento dei minori e a sostenere i principi di uguaglianza, legalità, salute e diritti umani. Per un approccio soft e rispettoso nei confronti dei luoghi dove sviluppano le loro attività turistiche.

Un’altra realtà interessante da monitorare è bookdifferent, un’impresa che trasforma il viaggio in un sistema per rendere il mondo migliore, lavorando per una transizione verso un modo di viaggiare più sostenibile, attraverso alloggi ecologici, trasporti meno impattanti e prodotti enogastronomici locali.

Chi si farà trovare pronto davanti a questa sfida, appena la pandemia arretrerà, saprà cogliere per primo tutte le opportunità di un cambiamento epocale ormai inevitabile.

ENGLISH VERSION

An epochal change in tourism is about to begin: will we be ready?

Someone has said that the pandemic has wiped out what were the pillars of tourism in the 21st century: namely, open borders, unlimited destinations, visa-free travel and extreme consumerism. She was not an ordinary person, but Elizabeth Becker, an award-winning journalist, war reporter and author of the best-selling Overbooked, the exploding business of travel and tourism, a must-have book for anyone interested in understanding the future of global tourism. So let’s start to resign ourselves: those used to getting on and off international flights as if from a subway will have to wait a lot before resuming that old habit. However, this does not mean that tourism is over.

Indeed, the experts argue with conviction that, when we return to move around the world, our way of traveling will be better. This is also supported by Bruce Poon Tip, a Canadian entrepreneur known for having founded the famous adventure travel tour operator G Adventures, but also the author of the best-selling Looptail: How One Company Changed the World by Reinventing Business, in which he not only tells how he created his own tour operator, but also reveals secrets and tips to make his customers happy.

Because the future of world tourism lies in happiness, the tourist must feel happy. And to make a customer happy you need to make him feel in harmony with the context that surrounds him, in balance and at peace with the world he explores. So, Poon Tip argues that therefore we will learn to travel in a more conscious, and above all more responsible way, thus achieving the happiness that comes from being in tune with the places and people around us. This means, in practical terms, that we will learn to move by taking care of the reality we pass through as if that reality were ours (which, after all, is the truth).
And since when something belongs to us we have immense care for it, a responsible traveller becomes the first keeper of a place, a land, a landscape, a destination.

This evolution will fully involve the younger generations, who are already deeply sensitized by the issue of environmental protection (Greta Thunberg and the Fridaysforfuture are a valid example), but also the generations born in the twentieth century, who must accept a fact, namely that there is no going back.

The result will be a new profile of a worried traveller, that is, a traveller who will relate to the planet through a restless mood towards the places he visits because he will have its fate and well-being at heart.

This evolution is seen by many experts as not only necessary and indispensable but also positive because it will allow the development of new industrial policies aimed at satisfying this restless and worried traveller. How? With self-limiting choices, for example, countries that in the future could impose days without flights, or cities and ports that could self-regulate and limit the access of cruise ships. After all, according to a recent study, the Carnival Corporation, the largest cruise operator in the world, produces ten times higher air pollution in the Mediterranean than all European cars.
An alarming study if we think that the cruise sector is for Italy, immersed in the Mediterranean, a leading strategic asset in the economy of our country. The results of this study led the International Maritime Organization, in the past year, to reduce the sulfur limit contained in fuel oil used by ships, from 3.5% to 0.5%. A significant reduction, but that may not be enough and could open the door to further limitations. Not to mention the age-old problem of cruise ships in the Venice lagoon, an ecosystem of immense fragility that risks being radically destroyed, in the long run, by the enormous movements of water that ships cause in the seabed.

Of course, these are issues that will still be discussed for a long time before winning solutions are found. But in the meantime, the first thing that is changing is collective sensitivity, which then becomes the engine of changes and radical choices. A sensitivity that is already manifesting itself, in the tourism and travel market, with forms of green certification, to which entrepreneurial realities that choose to respect the environment can join. One of these is Green Globe, a certification to which those who choose to reduce their impact on the environment adhere, committing themselves to offer services with a high level of eco-sustainability, low energy consumption, with reduction of water and energy waste and pursuing the aim of promoting the recycling and reuse of materials. All agencies, tour operators, hotels or resorts that adhere to Green Globe also undertake to respect the local customs and traditions of the territories where they operate, to promote cultural diversity, to combat the exploitation of minors and to support the principles of equality, legality, health and human rights. For a soft and respectful approach towards the places where they develop their tourist activities.

Another interesting reality to monitor is bookdifferent, a company that transforms travel into a system to make the world better, working for a transition towards a more sustainable way of travelling, through ecological accommodations, less impactful transport and local food and wine products. Whoever is ready to face this challenge, as soon as the pandemic recedes, will be the first to seize all the opportunities for an inevitable epochal change.

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