I libri, oggetti dall’apparenza così semplice ed innocua ma che possono sprigionare una tale forza d’azione e di coinvolgimento che pochi altri oggetti sono in grado di emanare. Tanto amati da alcuni, mal sopportati da altri e perfino ignorati da altri ancora. È innegabile però che chiunque li ha dovuti utilizzare per imparare a leggere ed a scrivere. E diciamo anche un’altra cosa: durante il percorso scolastico di ognuno di noi, ci sono stati vari momenti in cui i libri che stavamo studiando li avremmo volentieri gettati all’aria.

Sono, tuttavia, portatori di fascino e mistero (oltre ad esserlo di cultura); noi non sappiamo cosa c’è scritto nelle pagine di un libro finché non lo apriamo e non ci mettiamo a leggerlo. Le storie scritte, lette e raccontate nei libri ci rimangono impresse nella memoria (dettaglio più, dettaglio meno); alcune più di altre. Pensiamo, ad esempio, alle favole per bambini: le leggiamo da piccolin* e ce le ricordiamo per tutta la vita. La formula c’era una volta fa miracoli per la memoria! Perciò, è meglio iniziare a raccontare di questo film in questo modo:

c’era una volta una bambina di nome Liesel Meminger che divenne una ladra di libri”.

Il film “Storia di una ladra di libri”
e la Morte

Il titolo del film in questione è proprio Storia di una ladra di libri, uscito oramai nel lontano 2013 è l’adattamento cinematografico del romanzo La bambina che salvava i libri scritto da Markus Zusak. È possibile vedere la pellicola sulla piattaforma streaming di Disney+. La storia di Liesel ci viene raccontata da un narratore d’eccezione: la Morte. Quest’ultima rimane talmente tanto affascinata dalla personalità della bambina che decide di seguire il corso della sua vita.

La Morte farà la conoscenza di Liesel nel 1938, quando il fratellino della bambina morirà di stenti su un treno. Il piccolo verrà sepolto in un cimitero lungo la ferrovia, ed è in questa occasione che Liesel inizierà a diventare una ladra di libri; dalla tasca di un addetto alla sepoltura scivolerà un libricino, Il Manuale del Becchino, che Liesel raccoglie e porta con sé nella sua nuova casa. Il viaggio in treno porterà la bambina dalla sua nuova famiglia adottiva, gli Hubermann (la mamma biologica è una comunista ed è costretta a scappare dalla Germania nazista).

La nuova vita di Liesel, il potere delle parole

Inizialmente la vita di Liesel non è affatto piacevole: nuova casa, nuovi genitori, nuovi compagni di classe che la prendono in giro perché analfabeta. Ma grazie all’amicizia con Rudy, un suo vicino di casa nonché compagno di classe, e all’amore e alla pazienza del papà adottivo, Liesel si ambienta sempre di più. Durante un rogo di libri, Liesel decide di salvare uno dei libri che stavano prendendo fuoco e tornare nuovamente ad essere una ladra. La sua vita cambierà con l’arrivo di Max, un ragazzo ebreo che si nasconderà proprio nella cantina degli Hubermann. Tra i due nascerà un’amicizia vera e sincera, che salverà Max e farà scoprire a Liesel il potere delle parole.

In questo film sono presenti tantissime tematiche importanti. Questa è una storia che non parla solamente del nazismo, non parla solo della guerra, ma parlerà anche della crisi di coscienza che il popolo tedesco ha. Ci racconta l’adolescenza durante gli anni della guerra, dell’amicizia, della paternità. Ci parla della salvezza, che è sempre possibile. E ovviamente ci racconta dell’importanza e del valore inestimabile che hanno i libri.

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