Torna nelle piazze di Valsamoggiadal 28 giugno al 26 luglioTerritori da cucire, il progetto di teatro di comunità ideato e promosso dal Teatro delle Ariette, realizzato con il patrocinio del Comune di Valsamoggia, nell’ambito di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna – Modena.

Giunto alla sua nona edizione, il progetto Territori da cucire che ha animato dal 2015 le estati valsamoggine portando teatro, dialogo, cultura e divertimento su tutto il territorio, torna ad abitare il luogo simbolo della Comunità: la piazza, la casa di tutti, lo spazio del dialogo, dell’incontro e della convivenza civile, con lo spettacolo Che cosa ci sta succedendo?, un varietà militante strutturato in 5 puntate, ogni mercoledì alle ore 20, che approderà nelle 5 piazze delle municipalità che compongono il comune di Valsamoggia: Monteveglio (28 giugno), Savigno (5 luglio), Castelletto (12 luglio), Crespellano (19 luglio) e Bazzano (26 luglio).

Che cosa ci sta succedendo?

E’ questo il titolo del varietà ma anche la domanda che le Ariette, assieme ai partecipanti del Laboratorio Permanente di Pratica Teatrale e del Laboratorio di Comunità, vogliono condividere nelle piazze con gli spettatori, per poter discutere e confrontarsi sulla propria vita, su quello che si è fatto e su come ci si immagina il futuro.

Che cos’è un varietà militante?
Un varietà militante è prima di tutto un varietà, ossia uno spettacolo che non è
costruito su una struttura narrativa, non ha una storia, ma è composto da frammenti
e numeri
; di solito i varietà tendono al disimpegno, alla spensieratezza, all’evasione.
Il nostro è un varietà militante perché invece, pur usando le armi dell’ironia, cerca di
far pensare, di fare riflettere tutti insieme sul tema che ci siamo dati: che cosa ci sta
succedendo?
Militante perché si schiera, perché sceglie di stare dalla parte della vita, della vita
vera e piena, di combattere e di lottare per sostenere l’espressione, la libertà, la
gioia e la felicità di vivere.

Il diluvio su chi sta per cadere?
La risposta è inevitabile: un diluvio cade su tutti, cade sui buoni, sui cattivi, cade sui
belli e sui brutti. Il nostro diluvio in fondo è il cambiamento che ci sta travolgendo ad
una velocità supersonica. Dovremmo riuscire a non farci travolgere da questo
cambiamento, dovremmo forse desiderarlo, dominarlo, indirizzarlo quanto meno
(dominarlo sappiamo che è impossibile). Però il diluvio che sta per cadere, sta
davvero per cadere su tutti quanti… quindi è meglio aprire l’ombrello.

In che termini si svolge l’interazione con il pubblico presente?
Siamo nelle piazze, non siamo su un palcoscenico. La struttura della nostra scena
è circolare, su tre lati del quadrato di scena stanno gli spettatori, molto vicini a noi,
esattamente allo stesso livello. Possiamo toccarli. Noi stessi stiamo seduti con gli
spettatori. L’interazione è una cosa necessaria, importantissima e allo stesso tempo
quasi intangibile però noi chiediamo a loro di essere presenti con il pensiero e con il
corpo. E l’interazione, a volte, raggiunge anche il livello della condivisione ossia
facciamo qualcosa insieme, una piccola poesia, un canto, un gesto, un movimento
del ballo della nostra sigla. Questo è l’obiettivo: chi vuole può fare qualcosa insieme
a noi
. Poi chiediamo di partecipare all’assemblea finale, chiediamo veramente di
dare il contributo, a ogni spettatore che lo desidera, portando il suo racconto, la sua
testimonianza, il suo pensiero su che cosa chi sta succedendo.

Che ruolo svolge la musica in questa apocalisse contadina?
La musica ha sempre una funzione importante in ogni spettacolo soprattutto nei
varietà perchè scandisce il tempo dei numeri, li caratterizza. Noi come ombrello
abbiamo acceso la sigla del nostro varietà con la canzone di Bob Dylan “Hard rain’s
a gonna fall!”
, scritta nel 1963, sessant’anni fa quando il mondo stava cambiando e
noi la riutilizziamo ora che il mondo sta cambiando nel 2023. La musica ci serve
anche per giocare, per incontrare l’altro, per prendere e dare energia. Questo è il
ruolo della musica che ci accompagna: creare emozioni e situazioni

Il progetto Territori da cucire
diventa anche un bel libro…

Il libro spunta fuori grazie a Raffaella Ilari e a Laura Bevione che hanno pensato di
scrivere, di raccogliere pensieri, storie, testimonianze su nove anni di vita del
progetto Territori da cucire che portiamo avanti dal 2015 in Valsamoggia. Il libro è
una testimonianza ma è anche una domanda. Che cosa è successo in Valsamoggia
dal 2015 a oggi? Il teatro ha abitato questo Comune? È riuscito a fare cittadinanza,
a rinsaldare la comunità, a porre le domande che il teatro dovrebbe porre a tutti i
cittadini? Il libro cerca di rispondere a questo. E siamo molto contenti che Raffaella
e Laura abbiano pensato di farlo.

Condividi: