Mi piace molto sperimentare, seguire le evoluzioni della tecnologia, nella musica e in tutto il resto. Di Intelligenza Artificiale ho già scritto qualcosa, ma adesso, da vero ReWriters, ho voluto sperimentare le capacità di scrittura di un sistema che usa l’IA, per vedere l’effetto che fa.

Ho temuto che per noi riscrittori, di musica e di tanto altro, fosse già tutto finito: basta affidare un compitino a un software ben concepito, che va ad esaminare una serie di fonti e tira fuori un bel testo, corretto, logico, completo. Ci ho provato… e ho scoperto che l’essere umano è ancora molto superiore, non ce n’è veramente per nessuno. M’interessava il cimento su un argomento storico, la vita dei Rolling Stones, la storica band della linguaccia, un classicone senza fine, con una miriade di fonti possibili, per verificare cosa riesce a fare l’IA su un tema così. Soprattutto dopo aver visto il nuovo brano pubblicato da Mick Jagger con Dave Grohl, Eazy Sleazy, dopo aver ascoltato la playlist di Spotify creata dallo stesso Jagger su Spotify edopo aver visto i messaggi di cordoglio inviati da Jagger e Richards alla scomparsa del Principe Filippo. Loro sono vivi, vegeti, attivi, la band ripartirà in concerto non appena possibile (il No Filter Tour è stato rinviato) e Aftermath ha compiuto da poco 55 anni.

Risultato del compitino affidato all’IA: abbastanza disarmante, una raccoltina di notizie tratte da varie fonti, tutte citate con grande onestà, senza nessuna capacità di mettere in relazione i vari contenuti, senza una storia, una costruzione, una logica. In fondo questo è poco più del lavoro di un motore di ricerca, che fa un passo ulteriore e mette insieme quello che ha trovato, né più, né meno. A questo livello, preferirei venisse chiamata Fesseria Artificiale. Poi ho pensato alla serietà della ricerca scientifica e ho ridimensionato il giudizio in attesa di risultati migliori. Anche perché, se ancora interessa a qualcuno (e ne è la prova l’esistenza e il successo di ReWriters), chi scrive col cervello e la memoria ha ancora lunga vita davanti a sé, perché prima che l’IA riesca a fare quello che faccio io, insieme a tanti altri, in tutto il mondo, passerà ancora un po’ di tempo. L’esperienza è stata tonificante, istruttiva, mi ha ringalluzzito.

Ora vi chiederete: ma cosa ha scritto questo programma di scrittura che usa l’IA?
Avete perfettamente ragione. Ecco qui. Giudicate voi, ve lo propongo senza filtro, senza nessun intervento o editing del testo.

I Rolling Stones secondo l’intelligenza artificiale

I Rolling Stones, un gruppo rock britannico fondato nel 1962, si riferivano molto allo stile blues di Chicago per creare il loro sound distintivo. La magia testuale dominò il primo album originale, Aftermath (1966), che offriva un mix di blues, rock’n’roll, soul, funk, reggae, country, pop, folk e jazz. Brian Jones era la forza trainante della band nei suoi primi giorni, ma aveva poco talento per la composizione e venne sempre più emarginato; è stato cantante, compositore, chitarrista, bassista e cantante dei primi due album degli Stones e uno dei membri più influenti della band.
L’album di maggior successo, Aftermath (1966), è uno degli album più influenti di tutti i tempi.
La storia dei Rolling Stones inizia con la morte di Mick Jagger, cantante e chitarrista della band, all’età di 22 anni, in un incidente d’auto a Londra, in Inghilterra, il 4 luglio 1965.
Il primo incontro della coppia avvenne quando stavano crescendo a Dartford e andavano a scuola insieme. Mick Jagger e Keith Richards si incontrarono per fare piani per un gruppo R&B e lì formarono i Rolling Stones con Brian. Tutto è iniziato quando Jones ha fondato un club a Richmond, che ha assunto l’intero gruppo per il loro primo spettacolo, uno spettacolo alla Royal Albert Hall di Londra. Alla Ealing Hall gli Stones potevano provare la loro musica davanti a un pubblico ricettivo.
I Beatles si erano sciolti alla fine degli anni ‘60, Jimi Hendrix era morto e i Led Zeppelin erano apparsi a malapena all’orizzonte. Era un periodo in cui gli Stati Uniti furono devastati dalla Grande Depressione, dalla Guerra del Vietnam e dalla guerra civile in Medio Oriente. Entrambi i gruppi furono sfidati dai Led Zeppelin, che in soli 5 album vendettero più dei Rolling Stones.
Inoltre, la morte di Brian Jones, combinata con la mancanza di presenza di Mick Taylor sul palco, ha aumentato la percezione pubblica dello status di Richards come braccio destro di Jagger per diventare un co-leader efficace per la band. Jones morì d’infarto dopo essersi ritirato da un’esibizione teatrale di “Babe the Dead”, un concerto a New York City, il 7 luglio 1973.

I Rolling Stones secondo me

Ora… i Rolling Stones, che incarnano ancora oggi lo spirito storico del Rock’n’Roll, sono vivi, prossimi ai 60 anni di attività come band, molto presenti, soprattutto Mick Jagger, Keith Richards e Ron Wood, attivi sui social, attenti a quel che accade, diciamo pure adeguati alla modernità, a parte Charlie Watts (ormai vicinissimo agli 80 anni) che si fa da sempre gli affari suoi e tace. Certo, i quattro membri storici fanno 306 anni in tutto e totalizzano la bellezza di 20 bei figli, segno di notevole vitalità, nel corso di tutta la vita. Non mi metto a contare pure i nipoti, perché è difficile!

L’anno scorso hanno aperto il loro negozio a Carnaby Street, dove si trova tutto ciò che è Stones, dalla mascherina con la simpatica linguaccia che è il loro simbolo, alle t-shirt, alle felpe, ai cappellini, ai dischi, ecc. Jagger, avvistato in Sicilia negli ultimi mesi, è uno stakanovista del R’n’R: memorabile il racconto di Lenny Kravitz di qualche anno fa, in vacanza ai Caraibi sullo yacht di Jagger, che tutte le sere metteva su una registrazione strumentale degli Stones dal vivo e praticamente si teneva in allenamento cantando per i suoi ospiti tutto lo show. Chi vivrà lo vedrà rizompettare sul palco, quando la band tornerà dal vivo negli Stati Uniti.

P.S.: se volete provare l’ebbrezza della scrittura artificiale, AI Writer è quello che fa per voi.

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