(English translation below)
Se non ci siete ancora stati, avete tempo fino a fine aprile per godere della sconfinata genialità di Thierry Mugler, in esposizione al Louvre, presso il Museo delle Arti Decorative, con una retrospettiva incredibile che riassume decenni di creazioni artistiche.

L’atmosfera è da brividi: il buio delle sale esalta la bellezza degli abiti enfatizzati da giochi di luci sapientemente dosati per emozionare.

E l’emozione arriva subito fortissima, con un colpo secco, KLACK! Di fronte ci si staglia la silhouette mozzafiato di La Chimère, l’abito tutto piume, cristalli, squame e colori della collezione Les Insèctes primavera estate ’97. Una frustata di energia, colore e passione.

Thierry Mugler ci ha lasciati da soli due mesi ma la sua visione immaginifica della moda e dell’idea stessa di corpo umano ha rivoluzionato per sempre, in modo trasversale, il mondo dell’arte, della moda, della fotografia e dello spettacolo.

Già, perché lui è stato espressione di tante vene creative in un’unica mente: ballerino classico, stilista, fotografo, creatore di fragranze, costumista per Le Circe du Soleil, regista di video musicali, autore di libri… In ciascun ambito riusciva sempre ad esprimere originalità inventando nuovi modi espressivi.

Un visionario capace di trarre ispirazione dai fumetti per ridisegnare un essere umano supereroe, dalle spalle larghe e la vita sottilissima. Un essere umano sul cui corpo ha saputo plasmare ogni tipo di materiale, dal latex al silicone, dalla seta ai metalli, dal pizzo alle pietre dure, dalle conchiglie agli pneumatici.

Le sue donne sono tutte wonder women lanciate nello spazio per conquistare mondi fantastici, per celebrare la perfezione delle forme e per giocare ad immaginare nuove possibilità, come con l’abito che si inventa un décolleté sul fondoschiena, scoperto da una imprevedibile scollatura a cuore. Perché basta cambiare il punto di osservazione per avere una visuale diversa.

La retrospettiva di Thierry Mugler è un viaggio in un universo caleidoscopico in cui si abbandona ogni banalità per lasciarsi convincere che tutto è possibile: è possibile abbattere ogni convenzione, ogni regola, ogni schema, per sperimentare in modo libero senza condizionamenti. Abiti che si trasformano in automobili, busti che diventano cruscotti di Harley Davidson, parure di pietre preziose che diventano luminosi corsetti.

In Thierry Mugler la libertà assoluta del genio creativo si coniuga con un esasperato rigore della lavorazione, che si esprime poi attraverso una haute couture perfetta, in cui la precisione dei tagli, delle cuciture, delle orlature e dei rifili raggiunge quasi un’esattezza scientifica.

La mostra è arricchita da splendide fotografie e da video che ripercorrono i momenti più emozionanti della carriera di questo poliedrico artista, come il video musicale di George Michael Too Funky, roba da far accapponare la pelle!

Ma non finisce qui: a 40 minuti dal Louvre (fateli a piedi, vi godete il meglio della città), presso il Palais Galliera, sempre sulla rive droite, le emozioni continuano con la mostra dedicata ad un altro grandissimo stilista morto anche lui di recente a soli 59 anni, nell’aprile del 2021, per complicazioni da Covid-19: Alber Elbaz.

Si tratta di una mostra dal format inedito che ricrea la sfilata organizzata in omaggio allo stilista e presentata il 5 ottobre 2021 al Carreau du Temple di Parigi.

Infatti, subito dopo la scomparsa dello stilista e imprenditore marocchino naturalizzato israeliano, la casa AZ Factory, da lui fondata, aveva chiamato ex stretti collaboratori per realizzare una sfilata in suo onore.

Uno spettacolo intitolato Love brings Love che aveva visto la partecipazione di 46 designer, tutti invitati a creare una silhouette ispirata ad Alber Elbaz e al suo lavoro.

Ora tutte queste creazioni sono raccolte in una splendida mostra: abiti fluidi dal lungo strascico, vestiti corti rianimati da balze e fiocchi, ma soprattutto abiti stampati con disegni che ritraggono il volto di Alber Elbaz o il suo accessorio più rappresentativo, gli occhiali, come l’abito geniale di Rosie Assoulin che reinventa in gonna la giacca maschile con camicia e papillon e incornicia il seno nella classica montatura d’occhiali portata dallo stilista.

Affermati o emergenti, alla guida di case di moda storiche o o di giovani brand, tutti gli stilisti raccolti in questa eccezionale retrospettiva ci offrono il loro sguardo sul fashion design, sulla contemporaneità della moda e sulla cifra stilistica di Alber Elbaz, una delle personalità più brillanti del fashion system, dall’intelligenza arguta, dall’ironia raffinata e dalla creatività smodata.

La mostra del Palais Galliera consente di rivivere il defilé Love Brings Love dell’ottobre scorso con la stessa sequenza di abiti, la stessa musica, le stesse luci, in una magica atmosfera capace di scatenare oniriche visioni.

Gli outfit più originali? Il pullover con Teddy Bear di Ralph Lauren, la tunica a corolla di fiore di Bruno Sialelli per Lanvin, l’abito-tavolozza di Christian Dior concepito come la tela di un pittore, quello di Fendi immaginato come una foglia di quercia, l’abito-gioiello di Guo Pei, la veste anni ’70 di Hermes con l’inconfondibile silhouette di Alber Elbaz tracciata in arancione, l’abito-ologramma di Iris Van Herpen creato con la tecnica lasercut legando termicamente filamenti di argento e tessuto mylar con strati di tulle trasparente, dall’effetto rarefatto.

Alber Elbaz è stato uno dei primi stilisti a pensare alle donne in modo inclusivo, concependo abiti che si adattassero a tutte le forme e a tutte le tipologie di corpi. Lui stesso del resto era agli antipodi del classico stereotipo glamorous dello stilista: non bello, non magro, con un volto buffo ed un corpo quasi goffo nelle sue rotondità. Aveva dimostrato il suo interesse per la moda fin da bambino, quando disegnava gli abiti per le sue insegnanti.

Alber Elbaz da bambino tra le sue prime creazioni

La sua ironia, abbinata ad una gentilezza rara e ad un’umiltà sincera, lo rendeva capace di guizzi geniali, come nel video della campagna Lanvin Fall 2011, di cui fu direttore creativo fino al 2015, in cui compare, sul finale, danzando insieme ai modelli della sua collezione. Con cappello, sciarpa bianca e i suoi inconfondibili occhiali neri.

Lanvin Fall 2011 Campaign Movie

P.s.: io ho avuto la fortuna di visitare queste due mostre con una guida speciale: Lucilla Paci, mia cara amica ma soprattutto stilista e architetta dalla visione brillante, capace di progettare borse e bracciali attraverso insolite composizioni di volumi. Il suo sguardo esperto mi ha aperto nuove strade per esplorare ogni singolo outfit di queste due straordinarie mostre. Non credo che sarete altrettanto fortunati.

Thierry Mugler, fino al 24 aprile al Museo delle Arti Decorative del Louvre, 107 rue de Rivoli – Paris.

Alber Elbaz, Love Brings Love, fino al 10 luglio al Palais Galliera, 10 avenue Pierre 1er de Serbie, Paris.

ENGLISH VERSION

Thierry Mugler and Alber Elbaz:
Paris celebrates two fashion visionaries capable of overcoming all limits

If you haven’t been there yet, you have until the end of April to enjoy the boundless genius of Thierry Mugler, on display at the Louvre, at the Museum of Decorative Arts, with an incredible retrospective that summarizes decades of artistic creations.

The atmosphere is thrilling: the darkness of the rooms enhances the beauty of the clothes emphasized by the play of light wisely dosed to excite.

And the emotion immediately comes very strong, with a sharp blow, KLACK! In front of us stands the breathtaking silhouette of La Chimère, the dress made up of feathers, crystals, scales, and colors from the Les Insèctes spring-summer ’97 collection. A jolt of energy, color, and passion.

Thierry Mugler died two months ago only but his imaginative vision of fashion and the very idea of ​​the human body has forever revolutionized the world of art, fashion, photography, and entertainment in a transversal way.

Yes, because he was the expression of many creative veins in one mind: ballet dancer, stylist, photographer, fragrance creator, costume designer for Le Circe du Soleil, music video director, author of books … In each area, he always managed to express originality by inventing new expressive ways.

A visionary capable of drawing inspiration from comics to redesign a superhero human being, with broad shoulders and a very thin waist. A human being on whose body he has been able to mold every type of material, from latex to silicone, from silk to metals, from lace to semiprecious stones, from shells to tires.

His women are wonder women, all launched into space to conquer fantastic worlds, to celebrate the perfection of shapes and to play to imagine new possibilities, as with the dress that invents a décolleté on the lower back, discovered by an unpredictable sweetheart neckline. Because it is enough to change the observation point to have a different view.

Thierry Mugler’s retrospective is a journey into a kaleidoscopic universe in which every banality is abandoned to allow oneself to be convinced that everything is possible: it is possible to break down every convention, every rule, every scheme, to experiment freely without conditioning. Dresses that transform into cars, busts that become Harley Davidson dashboards, sets of precious stones that become luminous corsets.

In Thierry Mugler, the absolute freedom of the creative genius is combined with an exasperated rigor of the workmanship, which is then expressed through a perfect haute couture, in which the precision of the cuts, seams, hems, and trims almost reaches a scientific accuracy.

The exhibition is enriched by splendid photographs and videos that trace the most exciting moments in the career of this multifaceted artist, such as the music video of George Michael Too Funky, stuff to make your skin crawl!

But it does not end there: 40 minutes from the Louvre (do it on foot, enjoy the best of the city), at the Palais Galliera, also on the rive droite, the emotions continue with the exhibition dedicated to another great designer who also died recently. at just 59 years old, in April 2021, due to complications from Covid-19: Alber Elbaz.

This is an exhibition with a new format that recreates the fashion show organized as a tribute to the designer and presented on 5 October 2021 at the Carreau du Temple in Paris.

In fact, immediately after the death of the Moroccan designer and entrepreneur naturalized Israeli, the AZ Factory house, which he founded, had called former close collaborators to create a fashion show in his honor.

A show called Love brings Love, which had seen the participation of 46 designers, all invited to create a silhouette inspired by Alber Elbaz and his work.

Now all these creations are collected in a splendid exhibition: fluid dresses with a long train, short dresses awakened by flounces and bows, but above all dresses printed with designs that portray the face of Alber Elbaz or his most representative accessory, glasses, like the ingenious dress by Rosie Assoulin who reinvents the masculine jacket with shirt and bow tie in a skirt and frames the breasts in the classic eyewear frame worn by the designer.

Established or emerging, at the helm of historic fashion houses or young brands, all the stylists gathered in this exceptional retrospective offer us their gaze on fashion design, on the contemporaneity of fashion, and on the stylistic code of Alber Elbaz, one of the most brilliant personalities of the fashion system, with witty intelligence, refined irony, and immoderate creativity.

The exhibition at the Palais Galliera allows you to relive the Love Brings Love fashion show from last October with the same sequence of dresses, the same music, the same lights, in a magical atmosphere capable of unleashing dreamlike visions.

The most original outfits? Ralph Lauren’s Teddy Bear pullover, Bruno Sialelli’s flower corolla tunic for Lanvin, Christian Dior’s palette-dress conceived as a painter’s canvas, Fendi’s one imagined as an oak leaf, the jewel-dress Guo Pei’s, Hermes’ 70s dress with the unmistakable Alber Elbaz silhouette traced in orange, Iris Van Herpen’s hologram-dress created with the laser-cut technique by thermally binding silver filaments and mylar fabric with layers of transparent tulle, with a rarefied effect.

Alber Elbaz was one of the first designers to think about women in an inclusive way, conceiving clothes that fit all shapes and all types of bodies. Moreover, he himself was the polar opposite of the classic glamorous stereotype of the designer: not handsome, not thin, with a funny face and an almost clumsy body in his roundness. He had shown his interest in fashion since he was a child when he designed clothes for his teachers.

His irony, combined with a rare kindness and sincere humility, made him capable of brilliant flashes, as in the video of the Lanvin Fall 2011 campaign, of which he was creative director until 2015, in which he appears, in the end, dancing together to the models in his collection. With a hat, white scarf, and his unmistakable black glasses.

P.s .: I was lucky enough to visit these two exhibitions with a special guide: Lucilla Paci, my dear friend but above all designer and architect with a brilliant vision, capable of designing bags and bracelets through unusual compositions of volumes. Her expert gaze opened up new avenues for me to explore every single outfit of these two extraordinary exhibitions. I don’t think you will be as lucky.

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