In questi giorni durante le Olimpiadi i social straripano di immagini: premi, performance, gare, medaglie, tutte immagini bellissime che veicolano anche dei messaggi importanti. Una su tutte credo abbia attirato l’attenzione di tutti noi, quella del campione di tuffi Tom Daley medaglia d’oro a Tokyo 2020.

Ad un certo punto il web si è riempito di una serie di immagini del campione che lavora a maglia mentre assiste in tribuna alla finale del trampolino femminile da tre metri; fa sorridere? Un po’ sì, ma perché? Al di là della novità che compare davanti ai nostri occhi, perché è importante questa immagine?

La mia prima reazione quando ho visto la foto sui social è stata quella di ingrandirla “ma ho visto bene? Sta lavorando a maglia? Ma aspetta un attimo, chi è?”
Una volta realizzato che si trattava del famoso campione, fotografato in un contesto così importante e non nel proprio soggiorno di casa, mi son divertito a cercare altro e c’ho messo molto poco a trovare altre foto che lo ritraevano in momenti di attesa che impegnava lavorando ai ferri o all’uncinetto per fare maglie, abiti ed altro. 

Ecco cosa compare digitando sul Web Tom Daley crocheting

Noi e la nostra educazione

Un uomo che lavora a maglia è qualcosa di strano? Purtroppo sì, molto più di quanto potrebbe esserlo vedere una donna meccanico. Essere gay o no è davvero importante per comprendere un’attitudine, una passione o un hobby? Assolutamente no! Però la prima domanda che in molti si farebbero sarebbe “ma è gay?”.

Il punto è un altro, a cosa siamo stati educati? L’educazione la si impartisce anche con modelli visivi, si impara guardando, si cercano modelli a cui ispirarsi o da imitare ma se fin da bambini ci hanno cresciuti con modelli per cui il colore rosa è per le bimbe e i bambini giocano con le auto o con le pistole, allora possiamo capire che ci siamo persi molto fino ad oggi, tutto quello che ci sta in mezzo. Il condizionamento sociale, i modelli stereotipati, i generi e gli orientamenti che qualcuno vorrebbe scrupolosamente abbinare ci fanno stupire oggi davanti ad un maschio che lavora a maglia, ad una femmina meccanico o un babysitter di sesso maschile.

La società e i modelli culturali retrogradi non ci hanno lasciato liberi di esser noi stessi, di maturare scelte secondo le nostre naturali inclinazioni, ma ci hanno incasellato in spazi che, anche se confortevoli, si son rivelati limitati. Ad alcuni è andata bene ma solo per puro caso, la loro inclinazione è coincisa con quelle poche opzioni date loro dal modello culturale in cui sono cresciuti; altri invece sono giunti a quei limiti, sapete quando si dice “è un po’ particolare”, ed altri li hanno superati sfondando muri di pregiudizi, lottando e raggiungendo il modello che più li rappresentava.

Non c’è limite al pregiudizio

Non illudetevi che i pregiudizi siano solo tra gli etero nei confronti dei gay così come bisogna essere consapevoli che ci sono molti razzisti tra le minoranze etniche. Nella migliore delle ipotesi alcuni non trovano nulla di male nell’osservare un ragazzo che lavora a maglia ma cercano subito conferma e conforto nel fatto che sia gay; se fosse un po’ effemminato sarebbe anche più naturale perché se fosse etero allora sì che sarebbe davvero strano.

Dovremmo disimparare ciò che abbiamo imparato, diseducarci, sgombrare la nostra mente come fosse una scrivania piena di roba che qualcuno ha messo lì per noi e ricominciare ad imparare da modelli molto più vari e soprattutto con la libertà di poterlo fare.

Tornando al campione Tom Daley, la sua foto insieme a tutte quelle che ho scoperto successivamente hanno un grandissimo messaggio: uno su tutti è “fate ciò che amate, seguite i vostri hobby e passioni senza timore o paura di giudizio”. Già sento in sottofondo le osservazioni dei contrari: “avrà fatto apposta a farlo davanti a tutti per farsi fotografare”, “l’ha fatto sapendo di suscitare scandalo”; volete sapere cosa spero io? Sì, spero proprio l’abbia fatta di proposito, con la speranza di diventare virale, con la speranza di finire su una pagina social di uno smartphone di un bambino nella periferia di un comune sperduto, un bambino che magari vorrebbe fare il ballerino, studiare danza classica e ha il timore anche solo di dirlo, di provarci, perché tutti intorno a lui sono uomini veri. Questa è anche la storia di un bellissimo film che vi consiglio Billy Elliot, diretto da Stephen Daldry e ispirato alla vera storia del ballerino Philip Mosley.

Trailer film BILLY ELLIOT

Anche Tom Daley è passato da quel buio in cui ci si sente soli perché tutto intorno a te è diverso e nessuno ti somiglia, in cui sembra che un futuro non possa comprendere anche te, ma ha resistito come molti di noi, ha sperato, si è mosso, non è rimasto fermo in attesa che altri scrivessero la sua vita, ma ha scelto di essere quel che desiderava. Oggi è anche marito del regista Dustin Lance Black (premio oscar per la sceneggiatura di MILK) e anche padre. Ha creato una pagina Instagram “Made with love by Tom Daley” completamente dedicato ai suoi lavori creati a mano, in cui trovate una sfilata di bellissime opere fatte ai ferri, colorate e molto varie cometutte le sfumature della nostra vita.

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