Se dovessimo descrivere il nostro presente, probabilmente, utilizzeremmo termini come tecnologia, velocità, frenesia e molti altri.

Forse non è un caso che il tempo, sempre più granulare e scandito da una sequenza di eventi dettate dalla lista to do, trovi la sua migliore rappresentazione contemporanea nei miliardesimi di miliardesimo di secondo, i cosiddetti attosecondi, la cui ricerca si è aggiudicata il Nobel per la Fisica 2023.

Diventa difficile, pertanto, pensare di proporre, nel nostro presente, un linguaggio che si possa porre in antitesi a tutto questo.

Eppure, è la sensazione che emerge osservando le opere di Matvey Levenstein, pittore moscovita trasferitosi prima in Europa, poi negli Stati Uniti, in mostra alla Galleria Lorcan O’Neill di Roma in questi giorni con dieci dipinti che ci propongono il silenzio e la quiete.

Matvey Levenstein e
la riscoperta della pittura

Sul ritorno alla pittura e, in particolare, all’arte figurativa, abbiamo già parlato in occasione di altre mostre, ma Matvey Levenstein fa parte di coloro che hanno riscoperto la pittura già a partire dagli anni ’90, in un periodo di grande ripensamento dell’arte contemporanea e ancora riluttante verso questo medium classico.

Nel confronto con i generi più tradizionali della pittura figurativa, quali nature morte e paesaggi, quello che rileva enormemente è la capacità tecnica che manifesta l’artista. La scelta di Matvey Levenstein verte sull’antico e sul lento, impiegando un tipo di pittura basato su numerose stesure di colore ad olio sovrapposte, spesso raschiate e riapplicate nel corso di molti mesi di lavoro, e scegliendo come superficie la tela in lino, supporto quest’ultimo che fornisce già una base tonale calda per i succesivi strati di colore.

Seascape, 2016 – Courtesy of Galleria Lorcan O’Neill

Le opere rappresentano scene tratte dalla vita dell’artista a New York e a Orient, città sulla costa settentrionale di Long Island.

Tra le opere in mostra, Silver Sun è un perfetto esempio di come Matvey Levenstein riesca a creare immagini potenti padroneggiando le proprie tecniche pittoriche. La tela, che rappresenta una strada di campagna in fondo alla quale si stagliano degli alberi spogli, sembra ricordarci dell’importanza della trasformazione e del rinnovamento, e di come ogni inverno sia destinato a cedere il passo a giornate più calde e luminose“.

Silver Sun, 2022 – Courtesy of Galleria Lorcan O’Neill

Il senso dello spazio e del silenzio

I paesaggi e gli interni profumano di silenzio, immersi in una atmosfera rarefatta che suggerisce la quiete e il silenzio. Si avvertono influenze del passato (le atmosfere romantiche di Caspar David Friedrich, John Constable, ma anche del meno noto John Atkinson Grimshaw), insieme ad echi cinematografici, che richiamano alla mente film intimisti.

È nella natura morta, nei vasi di fiori in particolare, che si coglie il senso dello spazio, lo studio analitico e meditativo degli elementi raffigurati, e la luce filtrata, polverosa, che si posa sugli oggetti come nelle opere di Giorgio Morandi, suggerisce un sapore metafisico alla composizione.

Pink Interior, 2023 – Courtesy of Galleria Lorcan O’Neill

La mostra ci spinge, con ‘garbo’, a guardare la realtà che ci circonda con uno sguardo diverso, contemplativo, scandito da un tempo lineare e continuo, immersi in una atmosfera di rarefatta immobilità.

Orient Interior, 2023 – Courtesy of Galleria Lorcan O’Neill

Matvey Levenstein (Mosca, 1960), vive e lavora a New York City. Cresciuto sotto il regime di Leonid Brežnev, ha abbandonato l’URSS nel 1980, vivendo a Vienna e a Roma prima di trasferirsi a Chicago. Ha conseguito una laurea in Belle Arti presso l’Art Institute di Chicago e ottenuto il titolo di Master in Belle Arti presso l’Università di Yale. Matvey Levenstein ha esposto in mostre personali e collettive in diverse istituzioni internazionali, tra cui il Modern Art Museum di Fort Worth, il Dallas Museum of Art, il Miami Museum of Contemporary Art, il Drawing Center e White Columns di New York. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui Louis Comfort Tiffany Foundation (2022), Rome Prize (2003) e il premio della Penny McCall Foundation (2002).

Vademecum

MATVEY LEVENSTEIN, fino al 28/10/2023

GALLERIA LORCAN O’NEILL – CATINARI Vicolo dei Catinari 3 – Roma

Condividi: