La più grande collina di sabbia d’Europa si trova a Hirschau, in Germania, sul Monte Kaolino: 35.000.000 di tonnellate derivate dalla produzione di caolinite hanno dato vita a una duna di 120 metri. Lì i sandboarders possono cavalcare onde di sabbia atterrando alla fine sull’acqua, alla base della collina.

Si tratta dell’unico impianto al mondo dotato di un ascensore sulla sabbia. Ed è qui, non a caso, che si tengono i Campionati del Mondo di Sandboarding, con i vari eventi di slalom, freestyle e il sandboard cross.

Anche il Sand Master Jam è da tenere d’occhio, evento annuale dal 1996 che si svolge al Sand Master Park di Florence (Oregon), solitamente negli ultimi giorni di primavera o nei primi giorni d’estate. Invece il Pan-American Sandboarding Challenge è a luglio, a Aquiraz, in Brasile, precisamente a Prainha’s Beach, ed è anche per principianti o free style riders, mentre il Sand Sports Super Show comprende tutti gli sport su sabbia, è ogni settembre a Costa Mesa, in California, alla Fiera e Centro Esposizioni di Orange County.

Il sandboarding è il tipico sport estremo delle zone desertiche del pianeta oppure di ampie spiagge particolarmente pendenti e disabitate: Perù, Namibia, Australia, Sudafrica, Emirati Arabi, alcuni stati degli USA (soprattutto l’Oregon) sono le mete top. Ma anche l’Italia offre possibilità: si può praticare sulle dune di Porto Pino in Sardegna, mentre una variante denominata volcano boarding viene praticata sul Monte Etna in Sicilia. Gli appassionati condividono quindi un vero e proprio stile di vita, un po’ come i fan del mountainboard: amore per la natura, spirito anarchico ed avventuriero, portafoglio pieno oppure, al contrario, anima anticapitalista: non ci sono vie di mezzo.

Parente stretto dello snowboard per tecnica ed equipaggiamento, è ancora molto lontano dal sistema commerciale che invece ormai avvolge quest’altro sport, incommensurabilmente più praticato, anche per maggiore reperibilità delle piste e per la minore difficoltà nel costruire impianti di risalita.

L’equipaggiamento del sandboard? Basic

L’equipaggiamento è poca cosa: un casco di quelli normalmente usati per il rafting, le gomitiere, un paio di guanti e ovviamente la tavola. Ma, anche qui, si tratta di un pezzo di compensato, liscio su un lato, ruvido sull’altro, oppure di laminato plastico, anche di metallo, a seconda delle tipologie di sabbia (in ogni caso è sempre utile la paraffina sotto la tavola per raggiungere maggiori velocità e scivolare meglio). L’allenamento comincia dalla salita della duna, che è molto faticosa e che va eseguita a zig-zag (anche in questo è evidente che si tratti di uno sport in realtà decisamente distante dallo snowboard). I principianti praticano da sdraiati, ma devono comunque prima imparare ad essere perfettamente bilanciati: vanno alzati i piedi, dai polpacci sino alla pianta, per evitare che le punte vengano a contatto con la sabbia frenando la discesa e causando sbandate pericolose, vista la velocità che si conquista scendendo. Con gli avambracci bisogna sollevare la parte anteriore della tavola, circa dieci centimetri sopra la sabbia, per evitare che si incagli.

Sempre più seguaci stanno scegliendo questo sport, anche grazie all’influenza di Josh Tenge 5 volte campione mondiale di sandboarding, che detiene tre Guinness World Records, uno dei quali per il più duraturo salto mortale all’indietro ad un’altezza di quasi 14 metri.

Per chi invece volesse provare gli sci su sabbia, la destinazione è la Namibia, al centro del sand-skiing: siamo alla distopia pura!



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