Un libro che nasce prima in digitale come Un Libro Privato per poi trasformarsi in cartaceo prendendo il titolo di Quello che stavamo cercando sotto la firma dei pensieri di Alessandro Baricco, che attraverso il concetto di mito, cerca di sciogliere i nodi argomentativi che la pandemia ci propone come un’emergenza ma anche in un’immagine che sfida l’intelligenza novecentesca.

Una sequenza di frammenti che non vuole spacciarsi per una logica di pensieri filosofici spiccioli, ma solo dare ordine in un caos creato dai tempi, forse farsi delle domande pensando che la mitologia possa dare delle risposte dentro 33 frammenti in numeri romani, per poi a loro volta essere suddivisi in sei sezioni.

Il digitale di un libro non ci riporta solo alla scrittura ma anche al suono, così scorrendo i frammenti la voce dell’autore ci accompagna in un viaggio, dove si può decidere di non seguire la successione numerica dei frammenti, ma cliccare sulle parole che compaiono in fondo alla pagina.

Quando ci troviamo con un libro cartaceo in mano non è così semplice. Così non saltiamo le pagine ma seguiamo ogni numero, i frammenti di discorsi forse non riuscendo a percepire la successione logica della narrativa.

Ma tutto è come un grande cerchio dove all’interno esistono dei sottoinsiemi circolari, così il frammento finale ci rimanda come in un salto al primo, quasi a volere indirizzare la comprensione di una partita di tennis del sapere.

Riflettiamo sull’esistenza attraverso le figure che la pandemia può creare come la rappresentazione di mostri, animali e tutto quello che ci serve per esorcizzare le paure e fare un confronto con il nostro tempo.

Un esempio di confronto con la realtà lo possiamo trovare anche in Foscolo che dal mito e dalla storia estrapola non solo motivi e soggetti della raffigurazione poetica, ma anche delle categorie interpretative, che possono dare degli spunti sull’esistenza: usa il passato come termine di confronto esprimendo un giudizio negativo sul contemporaneo e allo stesso tempo traspone nei miti greci tutto quello che è quotidiano e attuale nel suo tempo.

I miti per il poeta sono degli archetipi dove riconosce la situazione dell’umanità rielaborandoli per poterli usare in nuovi significati, cerca di creare a sua volta dei miti trasformando il loro contenuto in allegorie, che soprattutto quando sono tratte dalla storia diventano dei modelli.

All’inizio del viaggio-lettura di questo libro siamo attirati dalle parole scelte da Baricco, dove forma e contenuto si uniscono, creando un mondo anteriore, dove porci delle domande per un futuro che non riusciamo a vedere. Ma ci sono anche immagini che sembrano isolarsi, distaccarsi, creando una propria autonomia per poi sentire il bisogno impellente di collegarsi tra di loro dando origine come genesi di un unico cluster.

Una domanda: questa pandemia è stata una possibilità per cambiare la nostra esistenza o solo un modo per fermarci guardando nel passato ?

Leggere questi 33 frammenti di un saggio così distante dai racconti del Novecento può fornirci una chiave di lettura diversa per ricordarci le paure di quello che ci ha attraversato.

Tutto il resto è sconosciuto alla Scienza ma non alla Storia.

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