Victoria Woodhull e la sua idea di ‘Free love’: un libro e un docufilm la celebrano
Nata povera, Victoria Woodhull è la prima donna a conquistare Wall Strett: una vita spesa in difesa dei diritti delle donne e dei più poveri.
Nata povera, Victoria Woodhull è la prima donna a conquistare Wall Strett: una vita spesa in difesa dei diritti delle donne e dei più poveri.
Victoria Claflin Woodhull è stato uno dei personaggi americani più interessanti del 19° secolo. La sua frenetica attività spazia in vari campi e non si ferma davanti a nulla.
E’ stata fervente sostenitrice dei diritti delle donne e del suffragio universale, ottima oratrice pubblica, editrice di giornali (ha tra l’altro introdotto al pubblico americano le opere di Karl Marx), la prima donna a gestire una società di brokeraggio di Wall Street, nonchè la prima candidata femminile alla presidenza (nel 1872).
Nata in povertà nell’Ohio rurale, Victoria a 15 anni fu data in sposa ad un uomo di 28, incallito bevitore e frequentatore di bordelli. Per la ragazza questo significò fare diversi lavori per mantenersi e finanziare i vizi del marito.
Quando finalmente riuscì ad ottenere il divorzio, Victoria si sentì di sostenere il Free Love, movimento che ha cercato di cancellare lo stigma del divorzio e rendere più facile per le donne sfuggire da matrimoni abusivi.
Il senso di amore libero dell’epoca non ha lo stesso significato che ha ora, s’intendeva piuttosto l’esser liberi di sposarsi, divorziare e avere figli senza restrizioni sociali o interferenze governative.
Victoria andò a New York e sposò il colonnello James Blood, veterano della guerra civile. Victoria e sua sorella Tennie conobbero il magnate delle ferrovie Cornelius Vanderbilt e sfruttando le sue indicazioni riuscirono a creare una fortuna; in pochissimo tempo costituirono un fondo di quasi $700.000 e aprirono una società di brokeraggio, cosa che le rese le prime donne ad aver conquistato Wall Street.
Le due vennero chiamate le Regine della Finanza. La popolarità così ottenuta divenne un mezzo potente per continuare a difendere attivamente i diritti delle donne, dei lavoratori e dei poveri.
Possedendo mezzi economici per farlo, Victoria fondò un giornale che promuoveva il movimento dell’amore libero, il suffragio femminile e la riforma politica. Al suo apice il giornale raggiunse una tiratura nazionale di 20.000 copie.
Nel dicembre 1871, il giornale pubblicò il primo resoconto in lingua inglese del Manifesto comunista di Karl Marx, cosa che scandalizzò i benpensanti e procurò a Victoria Woodhull potenti nemici; arrivarono persino ad incarcerarla temporaneamente per oscenità.
Nel gennaio 1871 Benjamin Butler, uno dei pochi sostenitori dell’emendamento a favore delle donne, offrì alla Woodhull la possibilità di rivolgersi al Comitato giudiziario della Camera. Lei non si lasciò sfuggire l’occasione e divenne così la prima donna ad affrontare direttamente una commissione del Congresso.
Al culmine della sua fama, Victoria Woodhull sostenne una campagna presidenziale contro Ulysses S. Grant (repubblicano) e Horace Greely (repubblicano liberale). Seppure non avesse ancora raggiunto l’età costituzionalmente richiesta – 35 anni – per servire come presidente, Victoria Woodhull è ancora oggi considerata come il primo candidato donna alla presidenza.
Victoria Woodhull visse abbastanza per vedere le donne ottenere il diritto di voto sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna. Morì nel 1927 all’età di 88 anni.
Per non dimenticare una donna che ha raggiunto mete inaspettate per l’epoca in cui è vissuta, che si è battuta per i diritti dei più deboli e non è arretrata davanti a nulla, vi propongo di leggere il libro di Jean-Paul Blondeau e Nicole Feuillebois intitolato “Victoria la scandalosa” o uno dei libri in lingua che raccontano della sua vita, in modo più o meno romanzato.
Victoria Weston ha diretto un docu-film che si intitola America’s Victoria: Remembering Victoria Woodhull – Director’s Cut con l’intento di mettere sotto i riflettori una figura femminile davvero speciale e ingiustamente poco conosciuta.