La sostenibilità sociale è il pilastro dimenticato della sostenibilità (rapporto Eikon-Adnkronos 2023), tanto che ancora oggi, nel main stream, per sostenibilità si intende il green. Nonostante mezzo secolo di svantaggio rispetto alla sostenibilità ambientale, sia in termini di studi scientifici, sia di tassonomia europea (ancora non pervenuta), la sostenibilità sociale comincia a far parlare di sé, se non altro nelle sue declinazioni di inclusione e parità di genere.

L’agenda Onu 2030 e la sostenibiltà sociale

L’Agenda ONU 2030 dedica almeno metà dei suoi 17 obiettivi alla sostenibilità sociale, che di fatto mira a promuovere società inclusive in cui ogni individuo possa prosperare, indipendentemente dal suo background, dalla sua identità o dalle circostanze e comprende un’ampia gamma di questioni interconnesse, tra cui, ma non solo, i diritti umani, la giustizia sociale, la parità di genere, la diversità intesa come insieme di talenti e la salute mentale.

Secondo il Census Bureau americano, entro il 2045 non avrà più senso parlare di minoranze, perché la società cui andiamo incontro sarà talmente complessa da non avere più una maggioranza così come la intendiamo oggi, bensì un insieme ricchissimo talenti unici. Miliardi di dollari l’anno vengono spesi in USA per insegnare ai dipendenti e alle dipendenti come riconoscere e mettere in discussione i loro pregiudizi. E’ un budget che serve ad attirare giovani e creare team compatti. Il 60% dei brand considera la valorizzazione dell’unicità come obiettivo principale e il 70% si impegna attivamente sull’integrazione di queste unicità.

Numeri enormi che non parlano di una lotta contro qualcosa. Al contrario, parlano di una corsa verso un mondo nuovo. Le possibilità di sviluppo sono grandi quanto i numeri: riconoscere e affrontare queste sfide non è solo un imperativo etico, ma anche una necessità strategica per le organizzazioni che operano nell’attuale panorama globale complesso e interconnesso.

La call “Visionary ReWriters”

Per questo la scrittrice e giornalista Eugenia Romanelli, CEO dell’impresa sociale ReWorld e direttrice della testata di advocacy journalism rewriters.it, insieme all’antropologa Cristina Cenci, Presidente di ReWorld e senior partner di Eikon Strategic Consulting Società Benefit, leader nella misurazione dei media e delle percezioni sociali (per il 40% dentro ReWorld), hanno deciso di fare una call to act alle e ai leader delle aziende italiane con reale capacità di visione:

Quando Eugenia Romanelli mi chiese di studiare scientificamente il Manifesto etico di Sostenibilità Sociale del suo giornale, rimasi un po’ stupita – scrive Tiziana Catarci sul Sole 24 Ore. Di sostenibilità sociale, la “S” di quell’acronimo ESG che descrive l’Agenda ONU 2030, non si parlava ancora: la sostenibilità veniva percepita come esclusivamente green. I temi del Manifesto ReWriters erano però attuali e spesso al centro dei dibattiti contemporanei: accettai la sfida“.

La call si chiama Visionary ReWriters e propone di costruire insieme una roadmap verso il 2030 dedicata alla sostenibilità sociale. Sono invitati CEO e Presidenti scelti tra le 8000 medie imprese che, entro il gennaio 2025, dovranno seguire le grandi e rendicontare obbligatoriamente i quattro fattori di sostenibilità sociale presenti negli indicatori ESRS della direttiva CSRD per il Bilancio di sostenibilità.

Margherita Buy e Eugenia Romanelli al ReWriters fest.

La roadmap prevede 6 step per le organizzazioni che aderiscono:

Il Castello di Rocca Sinibalda
  • Incontrarsi in un simposio di due giorni con leader visionari per co-disegnare la sostenibilità sociale del futuro nel Castello rinascimentale di Rocca Sinibalda, unico castello zoomorfo europeo, monumento nazionale dal 1928, dimora di personaggi di fama internazionale come Peggy Guggenheim, Caresse Crosby, Salvador Dalì, Ezra Pound, capofila di una delle green community previste dal PNRR.
  • Misurarsi con l’S-Assessment, primo strumento scientifico europeo in grado di elaborare un indice di impatto di sostenibilità sociale, realizzato da DIAG Sapienza Università di Roma
  • Raccontare i risultati del simposio e dell’S-Assessment al primo festival di sostenibilità sociale italiano, il Rewriters fest., il 4-6 dicembre in Sapienza Università di Roma
  • Trasferire al proprio team le pratiche di sostenibilità sociale con un training intensivo game-based di due giorni nella sostenibilità sociale
  • Coinvolgere le e i dipendenti con una App tematica in cui ognuno può contribuire ad immaginare un presente e un futuro per la sostenibilità sociale
  • Dare l’esempio facendo advocacy attraverso un evento digitale: il management diventa mentore e condividere le best practice di sostenibilità sociale che ha assimilato con altre piccole e medie imprese.

Non resta che rimboccarsi le maniche e salire a bordo.

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