Jenkin van Zyl: panoramica di una società sconcertata, una mostra al Fact
FACT, centro per le arti mediatiche di Liverpool, presenta la mostra di Jenkin van Zyl fino al 28 gennaio 2024. Il contatto con il corpo e uno spazio comune, di libertà.
FACT, centro per le arti mediatiche di Liverpool, presenta la mostra di Jenkin van Zyl fino al 28 gennaio 2024. Il contatto con il corpo e uno spazio comune, di libertà.
(English translation below)
FACT Liverpool, centro per le arti mediatiche di Liverpool, presenta la mostra di Jenkin van Zyl fino al 28 gennaio 2024. L’artista presenta una critica di varie società dominate dal consumerismo, dalla competitività e dall’ultra-produzione. In questo copione, arrendersi alle strutture sistematiche che ci dominano, lasciarsi andare e rallentare, scegliere di far prevalere l’empatia umana piuttosto che il successo individuale, è una sfida.
Surrender è un film creato da van Zyl a cui il pubblico è invitato dopo qualche passo nella mostra. Un cinema allucinatorio, che ha luogo nella pancia di un topo, dipinge una mostruosa maratona di danza, uno sforzo di resistenza inumano. Gli occhi del pubblico seguono GRACE, un visitatore del Paradise Engineering Endurance Partnership Hotel, ispirato dai love hotel giapponesi: letti che possono essere affittati per poco tempo per riposo.
GRACE partecipa a una serie di competizioni che ammaccano il corpo e lo portano fino ai suoi limiti fisici. Per che motivo? Cosa desidera Grace per sottoporsi a questa tortura collettiva? Il dubbio resta con noi – una sensazione di comunità, di vincita e superiorità individuale, di adeguatezza, di produttività e perciò di successo. Un corridoio di fuga.
La politica dei night club è centrale nel messaggio comunicato dell’artista. Il buio, la musica, il contatto con il corpo, può essere concepito come la creazione di uno spazio comune, di libertà.
La solidificazione di una comunità può portare a una struttura di empatia, ma anche a una di guerra per bisogni di base: così si presenta la minaccia della distruzione degli elementi che ci rendono umani. La coesistenza di queste sensazioni può portare all’esaurimento, a una costruzione sociale che non lascia più tempo al pensiero.
In giornate di schizzofrenie mediatiche per manipolare l’opinione pubblica e non lasciare spazio alla riflessione, l’opera di van Zyl è spunto di riflessione su come, in quanto cittadini, possiamo riguadagnare il controllo sul nostro presente e futuro.
ENGLISH VERSION
FACT Liverpool, Liverpool’s media arts centre, presents Jenkin van Zyl’s exhibition until 28 January 2024. The artist presents a critique of societies dominated by consumerism, competitiveness, and ultra-production. In this script, surrendering to the systematic structures that dominate us, letting go, and slowing down, the choice to let human empathy prevail rather than individual success, is a challenge.
Surrender is a film created by van Zyl to which the public is invited a few steps into the exhibition. A hallucinatory cinema, which takes place in the belly of a mouse, depicts a monstrous dance marathon, an inhumane effort of resistance. The public’s eyes follow GRACE, a visitor to the Paradise Engineering Endurance Partnership Hotel, inspired by Japanese love hotels: beds that can be rented for a short time for “rest”. GRACE participates in a series of competitions that bruise the body and push it to its physical limits. For what reason? What does Grace desire to undergo this collective torture? The doubt remains with us: perhaps a feeling of community, of individual victory and superiority, of adequacy, of productivity, and therefore of success. An escape corridor.
The politics of nightclubs are central to the artist’s message. The darkness, the music, and the contact with the body can be conceived as the creation of a common space, of freedom.
The solidification of a community enables a structure of empathy, but also one of war for basic needs: this is how the threat of destruction of the elements that make us human presents itself. The coexistence of these sensations can lead to exhaustion, to a social construction that leaves no more time for thought.
In days of media frenzy to manipulate public opinion and leave no room for reflection, van Zyl’s work is food for thought on how, as citizens, we can regain control over our present and future.