Fino al diciannove gennaio saranno in mostra a Roma, a Palazzo Bonaparte, le opere di Fernando Botero, una retrospettiva dedicata al pittore colombiano e al suo universo femminile sgargiante, rotondo, grasso. Invero, non sono solo le donne a essere imponenti nei suoi quadri, anche gli uomini, i cani, gli oggetti; Botero diceva di amare le figure voluminose, piene, come omaggio alla pienezza della vita, del piacere.

Dal libro “I famelici” alla fame di vita

C’è un bel libro edito da Bompiani, scritto da Davide D’Urso, s’intitola I famelici, parla dei nostri genitori, che hanno preso a morsi la vita, affamati di successo, desiderosi di conquistare sempre qualcosa in più. La nostra generazione, invece, è nata sazia, non è in cerca di riabilitazione, com’era un tempo, come purtroppo è oggi, per i ragazzi che sono tornati a cantare di riscatto sociale (seppur con valori sballati, figli di un mondo alla rovescia). Noi siamo quelli di mezzo, a noi la fame serve a riempire i vuoti, col cibo buttiamo giù anche frustrazioni e delusioni, non la usiamo per azzannare la vita.

L’obesità, tanti tipi di “fame”

L’obesità nel mondo è raddoppiata dal 1989, due miliardi di adulti sono in sovrappeso, oltre un miliardo sono obesi. Non è solo questione di diete sempre più errate e insane, di pasti preconfezionati e dolciumi di ogni tipo, spesso non è ignoranza alimentare, è che bramiamo attenzioni, è fame da deprivazione la nostra, da mancanza di affetto; noi nati nel boom economico, figli del progresso, cresciuti nel benessere, abbiamo tutto, tranne, forse, ciò che ci serve. Siamo alla ricerca di un senso, alcuni riescono a placare l’insaziabile ingordigia scorgendo un cammino, altri invece stagnano, e ingrassano.

“L’atto alimentare non si esaurisce solo nella soddisfazione di un bisogno primario (la fame), ma fin dall’inizio si intreccia con l’esigenza del bambino di una risposta alla sua domanda d’amore: che posto ho nel tuo desiderio?”
(Pace, 2015). 

È fame emotiva, nervosa, fame compulsiva, quella del mondo occidentale, il sollievo momentaneo al dolore. Come il farmaco, è cura e veleno allo stesso tempo.

Fernando Botero “La Cantante” – collezione privata
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