L’Halloween a cui stiamo andando incontro, un bollettino sanitario alla volta, è tra i più assurdi e complicati che abbiamo mai vissuto. Certo, molti di voi la considereranno una non festa, un qualcosa che non appartiene strettamente alla nostra cultura. Ed è verissimo eh, solo che noi che siamo cresciuti e che ci nutriamo di film non possiamo fare altro che guardare a questa ricorrenza con un occhio sentimentale. Ora, visto che il prossimo 31 ottobre lo passeremo con molte probabilità in casa, tanto vale cercare qualcosa da guardare. Invece che andare su titoli horror più classici (qualcosa potete comunque trovare in questo mio articolo precedente), ho preferito convergere su Nightmare Before Christmas. Per alcuni sarà un film di Natale, per altri un Halloween’s Movie, per il sottoscritto è perfetto in ogni dannata occasione.
Visto che parlerò di un titolo arcinoto, ho trovato inutile fare una classica recensione e ho preferito soffermarmi sul processo creativo e di produzione che hanno caratterizzato questo vero e proprio capolavoro. Iniziamo
Sigla (scontata, lo so)
Come è nato il concept
Il film ha avuto un processo produttivo estremamente interessante e cela alcune curiosità di cui non posso proprio non parlare. Ma prima vi faccio una domanda: quanti di voi sono rimasti inizialmente ingannati da quel “Tim Burton’s Nightmare Before Christmas” per poi scoprire, solo successivamente, che il film era stato diretto da Henry Selick?
Tutto nasce un pomeriggio di Novembre di molti anni fa. Tim Burton stava girando per la città quando vide un negoziante rimuovere le decorazioni di Halloween per far spazio a quelle di Natale, da qui la folgorazione. Inizialmente scrisse un poema, molto bello e che potete trovare qua, con qualche illustrazione ad accompagnarlo. Per il titolo decise, molto semplicemente, di parodizzare con un gioco di parole quello di un famoso poema natalizio, The Night Before Christmas. L’idea però non sembrava uscire dalla testa di Burton che voleva che il suo poema diventasse qualcosa di più. All’epoca, il nostro eroe, lavorava per la Disney, a cui sottopose il suo progetto senza però riscontrare molte reazioni positive. Lo accantonò momentaneamente per dedicarsi ad altro senza però dimenticarsene neanche per un attimo, infatti la prima vera apparizione di Jack l’abbiamo in un piccolo cameo in Beetlejuice (che potete vedere qua, sulla punta del cappello dello stesso Beetlejuice) gioiello di Burton del 1988. Negli anni successivi per Burton arrivarono i primi grossi successi (Batman ed Edward Mani di Forbice) che aumentarono la sua credibilità ed il suo potere contrattuale. Tornato alla carica trovò finalmente il consenso di Disney. Tuttavia le perplessità rimanevano ed infatti la casa dalle grandi orecchie decise di appoggiarsi nella produzione alla Touchstone Pictures.
In tutti i casi il progetto prese finalmente vita. Burton però all’epoca era ancora impegnato con le riprese di Batman Returns ed il film fu quindi affidato ad un suo collega della Disney Animation, Henry Selick. Tuttavia il nome di Burton è rimasto legato saldamente al progetto, sia perché era il creatore di tutto l’immaginario dell’opera, sia perché era un nome che, commercialmente, negli anni ’90 tirava tantissimo.
Come è stato realizzato
Bene, ora sappiamo come è nato Nightmare Before Christmas, andiamo a vedere come è stato realizzato.
Il film è stato girato in stop-motion (nota anche come tecnica passo uno), in breve: si usa una particolare cinepresa che impressiona un fotogramma alla volta. Per avere un secondo di girato occorrono 24 fotogrammi. Fotogramma, sposto un pochino il pupazzo, fotogramma, sposto, fotogramma, sposto, fotogramma… 24 volte per avere un secondo. Una follia. Una singola scena poteva voler dire un’intera settimana di lavoro. Considerate che per tre anni al film lavorarono un centinaio di persone circa. Ovviamente poi c’è stato tutto il lavoro di costruzione dei personaggi e dei visi con le varie espressioni. Pensate che solo Jack aveva 400 teste differenti. Il tutto fu imbastito in 230 set costruiti in 19 teatri di posa. A detta di tutti quelli che ci hanno lavorato la scena più lunga e difficile da realizzare è stata quella in cui Jack tocca la maniglia di Christmasland, dove gli spettatori riescono a vedere il suo riflesso sul pomello (la trovate qua).
Però è proprio l’utilizzo di questa tecnica che ha reso l’opera visivamente immortale. L’utilizzo della stop-motion, come in generale dele tecniche più artigianali, permette al prodotto di subire molto meno gli effetti del passaggio degli anni. Comunque Nightmare Before Christmas all’uscita ebbe un discreto successo. Tanto che, nel 2001, la Disney propose a Burton il progetto di un sequel (addirittura in CGI), il quale fu immediatamente respinto. Il vero boom per Nightmare Before Christmas arriva però nel 2003, quando in occasione del 10º anniversario, Touchstone pubblicò il DVD in edizione speciale. Da allora il film divenne un vero e proprio fenomeno commerciale, che diede vita a numerosi gadget, capi d’abbigliamento e videogiochi ad esso dedicati.
In Italia Nightmare Before Christmas lo trovate compreso nell’abbonamento a Disney+ oppure, a pagamento, su molte altre piattaforme. Per scoprire quali, basta andare su JustWatch e digitare il titolo sulla barra di ricerca.
See You Space Cowboy!