Addio a Glauco Mauri, Maestro del teatro: la sua ultima eredità con “De Profundis”
Tra i suoi ultimi progetti, rimasto purtroppo incompiuto, vi era una poderosa versione teatrale di "De Profundis" di Oscar Wilde
Tra i suoi ultimi progetti, rimasto purtroppo incompiuto, vi era una poderosa versione teatrale di "De Profundis" di Oscar Wilde
La recente scomparsa di Glauco Mauri, avvenuta dopo un improvviso malore, ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo del teatro italiano. Con la sua straordinaria carriera, Mauri ha saputo regalare al pubblico interpretazioni memorabili, incarnando con maestria alcuni dei personaggi più complessi della letteratura e del teatro mondiale. Tra i suoi ultimi progetti, rimasto purtroppo incompiuto a causa della sua malattia, vi era una poderosa versione teatrale di De Profundis di Oscar Wilde, che sarebbe dovuta andare in scena dal 26 al 29 settembre 2024 al Teatro vascello di Roma.
Nonostante la tragica circostanza che ha impedito la realizzazione di questo spettacolo, il messaggio e la bellezza di De Profundis rimangono vivi. Vogliamo invitare tutti a leggere questo capolavoro, affinché le parole di Wilde, adattate con tanta passione da Mauri, continuino a risuonare.
De Profundis non è solo una lettera autobiografica di Wilde, ma un’opera che tocca corde universali, affrontando con estrema profondità il tema della discriminazione, dell’amore e della sofferenza. Scritta durante la sua prigionia, mentre Wilde scontava una condanna per la sua relazione con Alfred Douglas, quest’opera rivela un’intensa introspezione dell’autore, che trasforma il dolore personale in una riflessione sul valore dell’amore in tutte le sue forme.
Proprio questa straordinaria ricchezza emotiva e intellettuale ha spinto Glauco Mauri a intraprendere il difficile compito di adattare De Profundis per il teatro, pur sapendo quanto fosse complesso portare sulla scena un testo che non era stato concepito per la rappresentazione. Mauri, con la sua consueta sensibilità, aveva immaginato uno spettacolo che mettesse in luce la dimensione universale del dolore e dell’amore, attraverso una scenografia minimalista, che esaltasse la potenza delle parole di Wilde.
Glauco Mauri aveva dedicato gli ultimi mesi della sua carriera alla preparazione di questo spettacolo, convinto che De Profundis non fosse solo una denuncia della discriminazione contro l’omosessualità, ma anche una celebrazione dell’amore come forza trasformativa. La sua interpretazione avrebbe ridato vita a una delle riflessioni più profonde di Wilde, trasformando il dolore personale dell’autore in una lezione universale, che parla a tutti coloro che hanno amato e sofferto.
Purtroppo, il destino ha voluto che Mauri non potesse ultimare questa rappresentazione, ma il suo lavoro di adattamento rimane un omaggio prezioso non solo a Wilde, ma anche alla forza rigenerativa dell’arte e dell’amore. Il progetto che Mauri non è riuscito a portare a termine ci lascia tuttavia un’eredità: l’invito a leggere o rileggere De Profundis, perché, come lui stesso avrebbe voluto sottolineare, il messaggio di Wilde ha una potenza che travalica il tempo e le circostanze.
Con la morte di Glauco Mauri perdiamo un maestro insostituibile del teatro, un interprete capace di scavare nelle profondità dell’animo umano con rara intensità. Anche se il pubblico non avrà l’opportunità di assistere alla sua interpretazione di De Profundis, ciò che rimane è la forza di un testo che affronta temi ancora oggi rilevanti come la discriminazione, il pregiudizio e la potenza dell’amore, in tutte le sue forme.
Invito tutti a prendere in mano questo libro e a lasciarsi trasportare dalle parole di Oscar Wilde. Nel farlo, ricordo Glauco Mauri non solo come un grande attore e regista, ma come un uomo che ha saputo riconoscere e valorizzare la bellezza di un’opera immortale, portandola nel nostro presente con la stessa passione e dedizione che ha caratterizzato tutta la sua carriera. Glauco Mauri ci ha lasciato, ma il suo spirito vive nelle opere che ha interpretato e, in questo caso, nelle parole di Wilde, che, come lui, ha saputo vedere nell’amore e nella sofferenza una possibilità di redenzione e crescita.