In un momento in cui i teatri vengono proposti come luoghi di vaccinazione – a mio parere inferendo un’ulteriore e gravissima ferita all’immaginario distopico contemporaneo – qualcuno si riorganizza e lo fa con inventiva inconfutabile. In attesa del (giustamente) temutissimo decreto del 3 dicembre presentiamo oggi una compilation non esaustiva ma ricca di spunti auspicabilmente fertili.

“Il teatro non chiude. Si sposta in chiesa”. E’ una notizia lanciata sui social dal regista e attore Francesco Di Leva, cofondatore del Nest, luogo teatrale di grande impatto sociale a Napoli, in un post che è subito diventato virale. D’altro canto non era stata un’idea lanciata da più parti proprio come provocazione pura? Lo spettacolo dal titolo Quotidiane Ispirazioni viene infatti annunciato come in dirittura di approdo lo scorso mese nella chiesa dell’Immacolata a San Giovanni a Teduccio per solidarietà da parte di don Giuseppe, prete della parrocchia. Sempre di rito si tratta, chiosa Di Leva, che chiude però – lasciandoci sotto una tonificante doccia fredda – con un onesto “sarebbe bello se tutto ciò accadesse”… E perché no? Ci chiediamo in tanti.

Il teatro Vascello a Roma, capitanato con immutata classe da una grande signora come Manuela Kustermann, organizza la sua stagione in live streaming, musica, letture, sulla base di donazioni con un massimo di cento accessi consentiti almeno fino alla fine di Dicembre ringraziando “una generosità che ci sprona a continuare la nostra attività, seppure in condizioni molto difficili e paradossalmente contro tutti i principi dello spettacolo dal vivo… In questo momento così particolare, il nostro impegno e la nostra motivazione sono mosse dalla volontà di non interrompere il lavoro delle maestranze e degli artisti del nostro teatro e dal desiderio di far arrivare al nostro pubblico un segnale positivo che possa rincuorarci e farci sentire meno soli” recita la pagina dello storico teatro romano e fa venire voglia di fare il tifo anche a chi – come la sottoscritta – trova lo streaming una soluzione relativa.

Shakespeare Showdown è un progetto di giovani artisti basato invece su una riscrittura di Romeo e Giulietta sotto forma di videogioco. Qui gli spettatori scopriranno il mondo dietro alla lavorazione del videogioco: dai video rielaborati in pixel-art, alle musiche eseguite in live, fino alla scoperta della crew al lavoro sulla progettazione. Il progetto è realizzato da Enchiridion,  giovane collettivo torinese. Il biglietto di 3 euro è disponibile qui.

A Milano la meravigliosa e inarrestabile (per fortuna) Andree’ Ruth Shammah trasforma il suo Franco Parenti in stazione radio. “…Stamattina riunione per far nascere Radio Parenti. Sono molto tesa per questo nuovo impegno. Richiederà fantasia, costanza, lavoro per me e per tanti intorno a me. Nei giorni scorsi ho visto nascere, grazie a Lateral Film e a mio figlio Raphael Tobia Vogel, una piccola società per la ripresa di qualità degli spettacoli teatrali: la Magic Box. Anche lì cambia la mia visione del futuro e si comincia su più fronti la nuova avventura del Franco Parenti. Ecco il mio modo di essere diversamente giovane. Dichiara su FB, ricevendo plauso e uragani di collaborazioni iper qualificate.

Dopo il DPCM che ha chiuso locali, luoghi della cultura e punti di riferimento, il pizzaiolo Daniele Frontoni ha iniziato una protesta silenziosa e artistica, che diffonde sulla rete collezionando consensi dal popolo del web. Azioni artistiche svolte dal ristoratore a sostegno dei ristoratori. Puntandosi alla tempia un termoscanner dal palcoscenico dell’OFF/OFF Theatre, nella storica via Giulia dove Gigi Proietti nacque e crebbe con la smania per la recitazione, il pizzaiolo Daniele Frontoni ricorda il nonno Enzo Cerusico, attore dimenticato, a quasi trent’anni dalla sua morte. Lo fa con le parole di un immortale Meo Patacca e con i ricordi e le considerazioni di chi all’interno della situazione che stiamo vivendo si sente stretto. Il nuovo atto de La Protesta Silenziosa, di Frontoni, sempre più convinto che, prima o poi… vendicheremo i Giorni Tristi

E in  questo giocoso malinconico errare in un blog tradizionalmente deputato alla scena come Fatti di teatro scopro la fuoriclasse Silvia Caldironi, impegnata nella presentazione della nuova collezione Gucci accanto a una figura come Paul B. Preciado, per la regia di Gus Van Sant, progetto fortemente voluto da Alessandro Michele, direttore creativo, che ha dato vita alla miniserie “Ouverture of something that never ended” dove lei si muove in una Roma onirica circondata da comparse d’eccezione: Achille Bonito Oliva, Billie Eilish, Paul Preciado, Harry Styles. Come una Tilda Swinton nostrana – ma non per questo meno interessante – altera sfinge pronta a scoppiare in un sorriso intelligente, Silvia fa ginnastica in aria di lockdown ascoltando importanti considerazioni gender, e questo solo per cominciare…. Entusiasmo del pubblico, commenti a pioggia, benediciamo i prodotti anfibi di livello che stanno nascendo a solidarizzare geni creativi senza confine.

In attesa che le poltrone di velluto rosso tornino a riabbracciarci e le tende ad aprire sogni antichi e nuovi. Forse. Anche solo un po’. Chissà.

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