Oggi siamo vinti dalla velocità, lo sappiamo, lo diciamo tutti. A volte vedo visi compiaciuti nell’esprimere l’impossibilità di fare quelle attività che desidererebbero, ma purtroppo “manca il tempo”. Possiamo convincerci che non avere tempo significhi godere di una vita piena.

Questa immagine mi fa ricordare alcune frasi del mio Maestro Alberto Ponce, quando studiavo a Parigi. Spesso alcune sue considerazioni sembravano delle battute di spirito.

Ma se non si è pronti a capirne il senso profondo, l’interpretazione può essere molto distante dal significato che voleva esprimere. Ve ne dico una: “se ti interessa veramente il tempo lo troverai”.   

Il tempo è determinante in ogni situazione delle nostre vite. Naturalmente è l’elemento fondamentale della musica assieme al ritmo, alle pause, al silenzio. Ma è la percezione del tempo che fa la differenza. Quanto veloce era il tempo nel periodo barocco?

Se pensiamo all’interpretazione di una musica del passato sappiamo che richiede una visione estetica e culturale di quel periodo. Ma l’interpretazione amplia quella conoscenza attraverso il nostro presente, la nostra personale esperienza ed il periodo storico e culturale che stiamo vivendo. Come dicevo la percezione del tempo di oggi non è quella che avevano i nostri avi, nella vita e nella musica. 

Probabilmente se nel 1600 avessero ascoltato la registrazione che vi raccomando oggi, sarebbero rimasti senza parole.         

Air – a baroque journey, è un album del violinista Daniel Hope, uscito per Deutsche Grammophon e dedicato alla musica barocca.

L’aria è un movimento di una suite in musica, ma esprime in questo caso anche il concept del disco basato sulla leggerezza e virtuosismo, incredibilmente efficaci

Si tratta di un’antologia che a prima vista quando si scorrono i titoli, sembra démodé, ma che sorprende fin dal primo ascolto.

La partenza è brillante con il grande virtuosismo della Ciaccona di Falconieri che potrete sentire come traccia di apertura del disco. 

L’album contiene grandi autori del periodo barocco come Bach con l’Aria sulla 4a corda, la Sarabanda di Haendel, il Canone di Pachelbel, il concerto per violino di Telemann, ma anche altri autori meno frequenti come Falconieri, Matteis, Geminiani e Westhoff. 

Durante l’ascolto troverete anche Greensleeves, un omaggio ad uno dei brani più suonati sia da amatori che da grandi interpreti, come succede in questo caso. E come sempre è nella semplicità che si possono comprendere le complessità risolte

I tempi dei movimenti rapidi sono portati all’estremo virtuosismo ma senza mai tralasciare la chiarezza delle articolazioni e viceversa quelli lenti sono lirici ma senza cadere in romanticismi e mantenendo uno stile consono al periodo barocco. 

Daniel Hope suona uno splendido violino Giuseppe Guarneri del Gesù ed ha, al suo attivo, numerose registrazioni.

Vi consiglio di iniziare con Air per poter conoscere un musicista che esplora varie sfaccettature della musica classica e che esprime il New Classical World.

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