Conoscete qualche segno in LIS, la Lingua dei Segni Italiana?

Io no, ho giocato, come credo molti e molte di noi hanno fatto da ragazzi e ragazze, con l’alfabeto dei segni ma parlare con parole in LIS è tutta un’altra cosa ed è davvero complesso… o forse no??

Ecco, l’idea che forse la cosa non solo non sia difficile ma accessibile a bambini e bambine, e genitori, e educatori, e non solo per agevolare la comunicazione con bambini e bambine sordi ma con tutti e tutte coloro che ancora non si esprimono perfettamente in lingua parlata, me l’hanno resa evidente due bei libri appena editi da Logos che vi voglio raccontare oggi.

Due libri per comunicare con le mani

I due libri sono Piccolo vocabolario bebè genitori e Alfabeto Manuale, entrambi illustrati dal genio di Roger Olmos, editi da Logos nella collana Ciopilopini con la collaborazione di Crei, associazione di professionisti della lingua dei segni.

Si tratta di due piccoli libri che uniscono l’illustrazione che significa la parola con le mani in lingua dei segni, accanto alla parola scritta in testo tipografico e spesso accompagnata anche da un qrcode che rimanda a video, come questo, che mostra in pratica come si comunica quella specifica parola con il corpo e le mani.

In Piccolo vocabolario bebè genitori il libro si concentra sul lessico quotidiano con parole afferenti all’abito della famiglia, del dire, del fare, del mangiare e via così fino alle parole per parlare del tempo e dei trasporti. Quindi si tratta non solo di singole parole ma anche dell’espressione di bisogni, emozioni e concetti.

L’ Alfabeto manuale invece ha le pagine concentrate sulla mano che segna e la lettera dell’alfabeto a ciascuna delle quali corrisponde un animale, dalla A di ape alla Z di zebra, passando anche per la K di Koala, la Y di Yak e molti altri animali interessanti.

Perché imparare la
lingua dei segni italiana?

Cosa colpisce di questi libri e di questo progetto nel complesso?

Diverse cose ma provo a metterle in ordine tra i miei pensieri:

  • qualcosa di sentito come molto lontano ed anche molto difficile, come la lingua dei segni, diventa accessibile in maniera giocosa;
  • l’idea che questa lingua sia tale a tutti gli effetti, come ovviamente è già per chi la usa per necessità, ma possa anche diventare una possibilità di espressione linguistica anche per chi la parola la può usare ma ancora non la padroneggia benissimo;
  • anche la multimedialità del progetto mi interessa perché Olmos è come sempre eccezionale e tuttavia i video tornano davvero utili in alcuni casi per aiutarci ancora di più nell’uso di queste parole mimate rendendoci in qualche modo autonomi nelle piccole esperienze linguistiche quotidiane in LIS.

Certo potremmo se non obiettare, quanto meno pensare, che per i bambini e le bambine che non necessitano l’uso della lingua dei segni sia bene usare la lingua parlata ed usarla correttamente.

Verissimo! Su questo concetto insisto io per prima in continuazione negli incontri con genitori ed educatori per la fascia 0-3. Con i bambini e le bambine si parla e si usano parole corrette e precise perché possano piano piano essere assimilate e rientrare nel loro patrimonio linguistico.

Ma la LIS non è in contraddizione, secondo me, con questo uso della lingua verbale, è una possibilità in più che ci offre una lingua in più per esprimerci.

Va da sé che due libri proposti da Logos sono un’occasione eccezionale anche per sostenere in maniera esteticamente significativa e molto pratica tutti quei genitori che si trovano invece nella necessità di imparare la LIS o di insegnarla ai propri figli e figlie e che non possono fare affidamento su libri o sostegni che non siano specifici e messi a disposizione dalle associazioni dedicate alla lingua dei segni e alla cura degli individui sordi.

Insomma vi viene in mente un modo più accogliente e bello ed anche pratico per inserire questa lingua nella quotidianità di bambini e bambine? La LIS è una lingua a tutti gli effetti e finalmente abbiamo un paio di bei libri a cui fare riferimento puntando sulla forza anche del piacere del gioco fatto con le mani, e sulla complicità tra adulto e bambino o bambina.

Segnalo, prima di lasciarvi, un bellissimo romanzo, per lettori e lettrici decisamente più grandi, di Silvia Vecchini e Sualzo che ruotava attorno alla LIS e che, se l’argomento vi incuriosisce, ma anche solo se volete leggere un bel romanzo, vi consiglio caldamente! Si intitola Prima che sia notte ed è edito da Bompiani.

Buone letture e soprattutto, in questo caso, buon segnato!!

Condividi: