Bianca si trova in uno studio di danza vuoto, felice e sicura, ad esercitarsi da sola prima che inizi la lezione e gli altri entrino nella stanza.
Quando arrivano le compagne di classe si sente a disagio.
La storia mostrerà come Bianca combatterà la patologia di cui soffre, ovvero la dismorfofobia, e supererà il dubbio e la paura incanalando la sua forza interiore e la sua grazia in una nuova energia densa di splendida autostima.
La regista del corto, già disponibile su Disney+, è Hillary Bradfield (story artist della Disney Animation anche per Frozen 2 ed Encanto).

Bradfield ha detto di aver scelto l’ambientazione di uno studio di danza perché gli specchi sono necessari per padroneggiare i movimenti e quindi porterebbero Bianca a guardarsi quando non vuole e ad affrontare la sua percezione legata all’aspetto.

Spera anche che, quando le persone vedono il cortometraggio, possano sentirsi positivamente riguardo a se stesse.

Che cos’è la dismorfofobia?

È un disturbo da dismorfismo corporeo (dal greco antico dis –morphé, forma distorta e φόβος, phobos = timore), ovvero una condizione per cui, secondo Mayo Clinic «non si riesce a smettere di pensare a uno o più difetti o imperfezioni percepiti nel proprio aspetto».
Ci si focalizza sulle parti del nostro corpo che la società dice che dovrebbero apparire diversamente e si finisce per pensarci in continuazione.
È una questione psicologica, ma ha a che vedere con le pressioni e le discriminazioni a cui molti corpi sono sottoposti fin dall’infanzia.

In Reflect si vede l’immagine di Bianca allo specchio spezzarsi e catapultarla in un incubo fuori dal reale. La ragazzina, però, riesce a trovare un modo per uscirne.

Il corto è stato accolto dal pubblico in maniera molto positiva ed è già virale su Tik Tok dove appaiono numerosi commenti anche da parte di chi si è trovato nella stessa situazione della protagonista da adolescente ed approva pienamente la scelta di affrontare questa tematica da parte della Disney.

Sono convinta che ci saranno anche opinioni discordanti e punti di vista differenti, magari non allineati con la vision della regista.

Quindi?
Quindi perché non investire 6 minuti del nostro tempo e guardare questo filmato in assenza di giudizio… lasciandoci trasportare dalle immagini, i colori, le musiche e soprattutto dalle emozioni che nascono in noi.

Il nostro corpo è la forma con cui veniamo al mondo e con cui passiamo ogni istante privato e pubblico. Sembra naturale, detto così, che possiamo solamente amarci.
Eppure quante volte ti è capitato nella vita di controllare la tua immagine allo specchio o in una vetrina e, notando qualcosa fuori posto, di aggiustare quel dettaglio? Semplice vanità?

Al di là della vanità, cosa significano per te la forma fisica e l’accettazione del corpo?
Sei in grado di guardare oltre i numeri sulla bilancia e vedere il tuo corpo per quello che è veramente: un vaso prezioso per le tue esperienze e ricordi?

Domande che aiutano ad entrare in connessione con te stessə, affinché il riflesso diventi empatia, diventi sorriso, diventi forza, diventi unicità, diventi la tua forma di bellezza, diventi un viso o un corpo e poi il viso ed il corpo e l’unicità delle altre persone a cui donare ciò che abbiamo di più importante: l’amore per noi stessə amplificato nell’amore per gli altri.

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