La ricercatrice in psicologia Elaine Aron ha rintracciato l’esistenza di persone dal cuore gentile, le P.A.S. (Persone Altamente Sensibili).

Le P.A.S. rappresentano il 15-20% della popolazione mondiale e sono la tipologia di persone caratterizzate da forte empatia, una profonda sensibilità, propensione di analisi mirata al dettaglio e molti altri tratti che scopriremo insieme nel corso dell’articolo.

Gli studi sulle P.A.S.

Tutto ha inizio dalle intuizioni della ricercatrice in psicologia, docente universitaria, psicoterapeuta e scrittrice Elaine Aron, la quale, nel 2012, fa un sunto di tutti i precedenti studi riguardanti la sensibilità dell’elaborazione sensoriale.

Le sue analisi iniziano, però, già nel 1991; non ha mai voluto scrivere una guida su come far fronte ai problemi legati all’ipersensibilità, ma le sue intuizioni – afferma sul suo blog hsperson.comriescono ad aiutare moltissime persone.

Proprio sul sito, l’esperta Elaine Aron scrive una lettera indirizzata alle Persone Altamente Sensibili e ai genitori di bambini altamente sensibili, dove cerca di rassicurarle e creare una comfort zone. Tra le sue opere, troviamo La Persona Altamente Sensibile e Il Genitore Altamente Sensibile.

La ricercatrice, insieme al marito e medico Arthur Aron, ha elaborato un test (che non sostituisce, di certo, un’analisi specialistica), che riesce a farci fare dei piccoli passi verso l’ipersensibilità. È possibile trovare una versione del test tradotto in italiano, curato dalla maggiore esperta in P.A.S. in Italia, la dottoressa Elena Lupo.

La ricercatrice Aron, in seguito ad uno studio che vede delle scimmie affette da nervosismo e stress come protagoniste, formulò l’ipotesi che l’ipersensibilità potesse essere legata a cause genetiche, arrivando all’idea che le P.A.S. fossero, tra l’altro, maggiormente inclini alla depressione e allo stato d’ansia.

Le caratteristiche delle
Persone Altamente Sensibili

Le persone caratterizzate da alta sensibilità sono, secondo Elena Lupo, tendenzialmente introverse, con un mondo interiore tutto da indagare, fortemente inclini all’analisi dei dettagli, riflessive, composte e misurate nelle situazioni nuove, coscienziose, amanti della giustizia.

Sono attratte dall’arte e dalla vita spirituale, la bellezza le commuove profondamente, riescono a sognare in modo vivido, pieno di dettagli. Si sentono in sovraccarico in luoghi molto luminosi e rumorosi.

La loro più grande dote – che si rivela un’arma a doppio taglio – è l’empatia. Riescono a comprendere perfettamente e a vivere appieno le emozioni degli altri, soprattutto quelle delle persone più care. Trovano sollievo nell’acqua, calma le loro tensioni per qualche secondo.  

Il loro talento è sentire le emozioni quasi triplicate: la gioia, il dolore, l’ansia, la preoccupazione. E spesso si sentono dire “come esageri”, “sei troppo sensibile”, come se, la sensibilità fosse da nascondere: la sensibilità è un dono che, ormai, in pochi hanno.

Una minuscola – quasi insignificante – gioia, per le Persone Altamente Sensibili diventa immensa: un raggio di sole, la frescura del mattino, una giornata diversa, il mare, un sorriso inaspettato.

Il lato oscuro dell’essere altamente sensibili, a mio avviso, è il cervello, che diventa il nostro più grande nemico. Ogni informazione, ogni dettaglio, ogni particolare diventa indizio fulminante di storie che esistono solo nella nostra testa, di pensieri tormentati che non smettono di farci compagnia, l’eterno senso di colpa ingiustificato.

Il desiderio di essere sempre utili a qualcuno, l’impotenza di non poter fare nulla e l’odio verso noi stessi quando ci si rifugia nel pensiero, nelle urla della nostra mente e nel momento in cui ci si rende conto che gli altri non sentono le emozioni come noi, non elaborano le informazioni come noi e che, probabilmente, non farebbero ciò che facciamo noi.

I bambini altamente sensibili

Gli studi affermano come il tratto ipersensibile si possa notare già dai primi anni di vita dei bambini. Infatti, proprio i bambini sono coloro i quali vivono più difficilmente la loro condizione da altamente sensibili: spesso vittime di bullismo, con un’infanzia più difficile rispetto ai bambini normosensibili, la maggior parte delle volte distaccati, non integrati nel gruppo di amici, i tipici strani, diversi.

I bambini altamente sensibili sono perfezionisti, intuitivi, non sopportano il fallimento e pensano e ripensano ad ogni situazione negativa vissuta. Assorbono le emozioni degli altri bambini e le situazioni conflittuali in famiglia. Appaiono curiosi, maturi e attenti ai bisogni degli altri, creativi. Provano fastidio al contatto con determinati tessuti e si infuriano quando le promesse non vengono mantenute.

I P.A.S. non sono soli

Tanti esperti e tante P.A.S. hanno deciso, da qualche tempo, di prendere la parola e fare divulgazione sulla loro esistenza. Blog, YouTube e TikTok sono diventate le piattaforme preferite per diffondere l’ipersensibilità.

La prima tra tutti è l’Associazione Persone Altamente Sensibili – HSP Italia, che ha come obiettivo l’integrazione sociale e culturale, nata dal lavoro della psicologa Elena Lupo. Un’altra voce nota è quella della Counselor Elena Trucco, che ci racconta di ogni sfumatura delle P.A.S.

TikTok è ricco di testimonianze e di esperti in ipersensibilità, esattamente come esseresensibili.it, che ci aiuta ad avere successo grazie alla nostra sensibilità. Recentemente, invece, mi rispecchio appieno nell’esperienza di Gabriele Genovese, il quale afferma che la sensibilità cambierà il mondo.

La mia esperienza da altamente sensibile

Sono venuta a conoscenza delle P.A.S. circa due anni fa, in modo casuale, mediante un video su TikTok e, da quel momento, tutto mi è sembrato più chiaro: mi riconosco e rispecchio appieno in questa tipologia di persone. Mi sono sempre sentita troppo sensibile, quasi debole, se paragonata al muro gelido che ritrovavo negli altri, ma, per fortuna, le P.A.S. esistono.

Durante la lettura delle caratteristiche, mi sono sentita rappresentata in ciascuna di essa e ho avuto un’ulteriore conferma recentemente, mediante uno degli artisti più importanti per me: il rapper sudcoreano Agust D, il quale ha recentemente pubblicato il suo album da solista D-DAY.

Qui sono presenti due canzoni in particolare che, secondo me, riescono a far comprendere appieno la sofferenza vissuta dalle P.A.S. da un lato e le parole che le P.A.S. hanno il bisogno di ascoltare, dall’altro: Amygdala e Snooze.

Non avendo alcuna competenza in campo psicologico, le VALI – psicologhe del K-pop sono corse in mio aiuto. Le dottoresse, infatti, affermano che non ci sia alcuna correlazione scientifica tra le canzoni e la condizione di ipersensibilità, ma ciò non mi vieta di raccontarvi della mia esperienza.

“Yoongi (vero nome di Agust D) sa bene cosa significa soffrire. Non ha mai tenuto nascoste le difficoltà economiche e familiari che ha vissuto e ci ha anche resi partecipi delle sue fragilità psicologiche. Ma lui è come un fiore di loto”.

“Con questo album, Yoongi accetta tutte le imperfezioni e le difficoltà della vita. Il passato non è più qualcosa da dimenticare, cancellare e rinnegare”.

“Accettiamo i momenti brutti. Fermiamoci un secondo. Sospiriamo. Piangiamo. Permettiamoci di essere fragili.”

Agust D mi sembra essere l’esempio perfetto del cammino che una persona altamente sensibile potrebbe fare. Yoongi (cioè Agust D stesso e, contemporaneamente, Suga dei BTS), pieno di dubbi, tristezza profonda, ansia sociale, depressione e disturbo compulsivo crea due maschere perfette: Suga e, qualche anno dopo, Agust D. Suga è la persona piena di successo che Yoongi ha sempre voluto essere, Agust D è ribelle, sfrontato, arrabbiato, distruttivo, almeno fino a poco tempo fa.

In D-DAY, Agust D e Yoongi fanno pace. Agust D non sta più cercando di eliminare Yoongi ad ogni costo, perché ha capito che essere fragili non è una debolezza, ma ciò che ci rende umani.

 Riconosco in lui la capacità di produrre musica utile all’allenamento dell’empatia e, dall’altra parte, le sue composizioni riescono ad avere, su di me un effetto calmante.

Amygdala, nello specifico, ci racconta di tutto il periodo di sofferenza vissuto da Yoongi, dal momento della sua nascita, l’intervento della madre, l’incidente in moto dell’artista, la depressione e l’ansia sociale.

Snooze, nata dalla collaborazione con Ryuichi Sakamoto e Woosung del gruppo The Rose, sembra quasi un esercizio per alleviare l’ansia, che ci invita a sperare, a respirare, a sognare per il futuro che verrà.   

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