Che succede nello splendido mondo della musica elettronica da ballo italiana e mondiale? Che fanno i dj, gente che ogni weekend è abituata a far ballare il mondo e che invece sono fermi? Come diceva Totò, campicchiano.

Essere in gran forma oggi, per loro, o per chi chi fa parte di questa variegata & incasinata filiera (sarebbe bello trovarne capo e coda), sarebbe folle. Anzi sarebbe ingiusto. Perché la socialità legata alla musica elettronica è ferma… e non si vive solo di quella musica pensata per arrivare al cielo, quella scritta da geni come Bach.

C’è bisogno anche di divertirsi, ascoltando e suonando, come del resto faceva un certo Mozart. O come Beethoven, virtuoso del pianoforte che si divertiva a improvvisare… Pochi se lo vogliono ricordare, oggi, ma è un problema nostro, non della musica.

Tornando ai nostri difficili tempi, che si fa? Si continua, a fare musica, perché chi è musicista non può fare altro. Spesso i ritmi diventano più da ascolto e meno da ballo scatenato ed è perfettamente logico sia così.

Tra i dischi più ascoltati al mondo in questo periodo, ecco Isles, l’album dei britannici Bicep. Conosciuti per uno splendido blog in cui pubblicano da anni e anni mixtape e suggestioni d’ogni tipo, spesso decisamente divertenti e molto anni ’80, sono cresciuti. Oggi scherzano meno. Per questo, ovviamente, piacciono molto, alla stampa musicale dance più sofisticata… ma piacciono pure alla gente normale. Sennò 11 milioni di ascolti per tracce solo strumentali in un mese (e 3 milioni di ascoltatori mensili) mica li mettevano insieme. Per questo battono, e alla grande, i recenti album prodotti da techno star d’ogni tipo come Nina Kraviz, che si è buttata su un videogame come Cyberpunk 2077 o Joseph Capriati, che ha optato anche per il chill out.

La scena italiana della musica elettronica da ballo, quella fatta da dj senatori come Ralf, Claudio Coccoluto, Joe T Vannelli (…) è come sospesa, nell’attesa di poter riprendere a far sudare in pista intere generazioni. I più giovani, artisti come Luca Agnelli o Deborah De Luca, incuranti del fatto che si balli poco, continuano a spingere forte sull’acceleratore della techno. L’EP 1996 di Agnelli, in particolare, è una botta d’energia semplicemente troppo forte da gestire senza muovere almeno la testa a tempo. Sembra che tale attività abbia un valore terapeutico.

Su Spotify, la Bibbia della musica per noi non dj, Agnelli e De Luca hanno un notevole seguito, così come sui loro social. Gli oltre un milione di ascoltatori mensili di Peggy Gou sono lontani, ma come Peggy c’è n’è una sola al mondo e lei punta su sonorità da sempre quasi pop, decisamente più immediata.

E’ la stessa scelta di Ben Dj, che ha appena pubblicato una versione semplicemente perfetta di Nell’Aria di Marcella Bella. Italiano da decenni e giramondo da ancora prima, Ben Dj è nato in Tunisia, ma da sempre sembra vivere tra un party e l’altro. Chiaramente parliamo delle feste vip, quelle in cui se non conosci qualcuno mica entri. Musica così, da bere a bordo piscina, in un febbraio italiano freddo e poco allegro, può mettere il sorriso… sembra così facile da realizzare, ma ovviamente, come sa chi conosce il pop, può essere più complessa delle sonorità complesse.

Chiudo con qualcosa di diverso da tutto ciò che ho citato sinora, ovvero Timeless, il nuovo singolo del toscano Luca Guerrieri (nella foto). Non è che sia musica più bella o più importante rispetto a ciò che fa ballare o almeno muovere il piedino con un drink in mano. E’ che in Timeless ogni nota è fatta per durare. E ha una sua funzione precisa, quella di darci la sveglia, bella forte, sul destino del pianeta. Pandemia o no, stiamo facendo davvero tutto ciò che possiamo per dare un futuro sulla terra alle future generazioni? C’è ancora una speranza? Luca Guerrieri, evidentemente, ancora ce l’ha, sennò non avrebbe creato un progetto che ci dice non c’è più tempo.

Condividi: