Un’artista, Paolo Simoni, che anni fa ha partecipato a Musicultura, ha pubblicato da poco il suo nuovo album, e un giornale ha commentato con questo titolo: “Canzoni senza computer per ridare dignità alla musica”.
Oggi in studio di registrazione si usano molte macchine: computer con software dedicati per la registrazione, effetti digitali, strumenti digitali. Invece Paolo ha realizzato un album pianoforte e voce, acustico, privo di editing digitale. Semplice semplice (si fa per dire…).
Nel contempo, da un lato gli studi di registrazione che abbiamo conosciuto per 70 anni, tranne rare e storiche eccezioni, sono tramontati, si registra (come ha fatto Billie Eilish con suo fratello) in camera: un microfono, computer, qualche software, strumenti musicali digitali, magari qualche chitarra. Il punto è che stiamo andando sempre più speditamente verso l’intervento dell’Intelligenza Artificiale: in musica, l’IA cerca da anni un’applicazione definitiva e ci stiamo arrivando; nei videogiochi è già largamente impiegata.

Alarm, alarm! Presto l’Intelligenza Artificiale comporrà, senza aiuto umano, brani musicali, canzoni, in uno stile che potrà anche essere predefinito, in base a un repertorio conosciuto, memorizzato in un vasto database. Prestissimo non sarà neanche più necessaria la presenza degli artisti, per interpretare questi brani. Chissà che fine faranno le società di autori-editori! Chi verrà accreditato come compositore? Chi percepirà diritti d’autore e diritti connessi?!?

Ma come? Piano piano fondi d’investimento stanno acquistando i diritti di interi repertori musicali di grandi artisti con decenni di storia e successi alle spalle: la canzone diventa un asset, un investimento a medio-lungo termine, quasi sfugge agli editori di un tempo. È cambiata la prospettiva.

Recentemente la casa discografica sudcoreana dei BTS (il gruppo di Dynamite) Big Hit Entertainment, ha acquisito per 3,6 milioni di dollari un’azienda che un musicista appena sospettoso potrebbe considerare pericolosa: Supertone, altra società sucoreana attiva nella ricerca sull’IA che sostiene che la sua tecnologia SVS (Singing Voice Synthesis) può creare una voce iperrealista ed espressiva, non distinguibile da quella di un essere umano. Inoltre questa voce può imparare canzoni in uno stile ben preciso, può imitare quello che ha imparato, anche su composizioni nuove di pacca! Estremizzando queste possibilità, in teoria se Big Hit Entertainment volesse utilizzare le voci dei BTS potrebbe (forse) farlo anche in loro assenza. In soldoni, un artista, un gruppo dal successo consolidato, potrebbe anche stare a casa e mandare avanti la sua voce clonata, produrre nuovi brani con altre applicazioni basate su IA, capaci di comporre “nello stile di…”.

È stato notato che fra tre o quattro anni i membri dei BTS dovranno prestare il servizio militare: in questo mondo tecnologico, la loro carriera non s’interromperà neanche un attimo. Altro che Elvis Presley a fare il servizio militare in Germania, oppure Gianni Morandi ad Albenga!


Sony da anni ha sviluppato un sistema, basato su IA, che conosce un numero sterminato di brani, li analizza, ed è in grado di comporre autonomamente, “nello stile di”. Non che gli esperimenti abbiano portato alla realizzazione di brani di successo, però… sai com’è, un compositore-autore potrebbe anche perdere il suo perché…

SCSL (Sony Computer Science Laboratories) ha lanciato il progetto Flow Machines Professional (FM Pro) nel 2012, che combina la creatività umana con la musica basata sull’esperienza IA: con una Style Palette a disposizione, si può ordinare di trovare melodie, accordi, parti di basso adatte al genere musicale desiderato; premendo il pulsante componi, vengono presentate più opzioni in base alla progressione di accordi indicata.
Si può continuare a premere componi, fino a che non viene fuori un’idea musicale soddisfacente, trasferibile poi per l’elaborazione su una DAW (Digital Audio Workstation). Nella pratica, sarà possibile utilizzare FM Pro come un suggeritore, un assistente intelligente e piuttosto colto, sulla base dei dati e dei repertori inseriti nella memoria del sistema.

Per certi versi, questa ricerca affascina parecchio, per altri atterrisce. L’unicità creativa e performativa di un essere umano è irreplicabile: può essere copiata, si può tentare, forse è pure divertente. Però a me l’Intelligenza Artificiale, oggi, nel 2021, in campo musicale, comincia già a starmi sulle balle.

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