Tra le molteplici iniziative dedicate a Pier Paolo Pasolini, oggi il racconto di una sua riscrittura in corso, dal titolo Sillabario Pasolini, ad opera di un gruppo di sensibili studenti, coordinati da altrettanto sensibili interlocutori. Ne parliamo con la drammaturga Silvia Mirabelli.

Sillabario Pasolini è un meraviglioso progetto faticosamente in corso: come si articola?
Siamo partiti per questo viaggio ad aprile, abbinando esercizi teatrali alla visione de “La sequenza del fiore di carta”, proprio da lì abbiamo iniziato la raccolta delle nostre parole, le parole importanti, quelle che ci fanno riflettere, che rimangono come tatuaggi, che ci aprono nuove strade, nuovi ragionamenti, parole come: progresso, regresso, innocenza, colpevolezza. Abbiamo continuato il nostro cammino esplorando numerosi modi di esprimere un pensiero: siamo passati dalla scrittura di un articolo di giornale, al monologo, alla poesia, ma sempre partendo dalle parole di Pier Paolo Pasolini, talvolta prendendo in prestito i suoi incipit e continuando per la nostra strada, altre volte lasciandoci andare alle immagini che ci hanno regalato testi come “La prima lezione me l’ha data una tenda” o “Il pianto della scavatrice”. 

Quali aspetti di Pier Paolo Pasolini sono messi in maggior rilievo?
Probabilmente, più di tutto la sua meravigliosa necessità di non sedersi comodo a guardare il mondo. Quello che ci siamo detti con le nostre ragazze e i nostri ragazzi, incontro dopo incontro è che volevamo “mangiare Pasolini in salsa piccante” per digerirlo e se necessario contraddirlo. Di non accettare passivamente quello che accade attorno a noi, ma indagare, capire, avere il coraggio di essere in disaccordo. L’esigenza di esplorare, sia il mondo interiore che la nostra società, che può spingerci per farci andare con la corrente. 

La risposta dei ragazzi quale è stata?
Risponderò alla maniera di Sillabario Pasolini, ovvero con un elenco di immagini, spunti:
– paura di farsi avanti
– entusiasmo che esplode
– cadere sugli errori dei padri
– rialzarsi sulle proprie gambe
– coraggio di scavare dentro di sé
– urlare i propri dubbi, le proprie paure 
– prendersi cura del proprio bambino interiore
– stringere la mano al proprio compagno
– trovare una voce 
– camminare, semplicemente camminare.

Come si sta svolgendo la sua organizzazione pratica e che intoppi ha avuto?
Dopo aver raccolto, tagliato ed editato i testi nati da ogni incontro, siamo nella meravigliosa fase della revisione. La nostra drammaturgia infatti è composta dai testi di tutti i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato. È un’opera magmatica, densa, che in alcuni momenti si fa diretta e analitica, in altri si lascia andare alla poesia, alla forza delle immagini e del pensiero. Di intoppi ce ne sono stati, più di uno, ma nessuna storia varrebbe la pena di essere raccontata se non avesse almeno due o tre battute d’arresto. Oltre alle normali difficoltà di organizzazione, abbiamo incontrato ragazzi e ragazze che avevano difficoltà a pensarsi come gruppo classe, quindi abbiamo messo da parte per un attimo l’opera di Pier Paolo Pasolini (che speriamo non si sia offeso) e abbiamo cercato di guardare il problema da un’altra prospettiva tramite alcuni esercizi teatrali. Ma il problema più grande (e al momento irrisolto) è di natura economica, purtroppo infatti il nostro festival quest’anno non ha ricevuto fondi per finanziarsi. Ma noi sappiamo che il protagonista nelle storie va sempre messo alla prova, altrimenti il pubblico si annoia. Per questo abbiamo organizzato un crowdfunding, tramite produzioni dal basso.

La manifestazione è interna al festival “Agorà”: in che consiste?
Agorà è una festa, un momento di riflessione individuale e collettiva che passa attraverso il teatro, la musica, i laboratori. Coinvolge artisti e artiste di tutta Italia, e la natura dei progetti è delle più variegate: dai laboratori di flamenco di Giorgia Celli, alla Sit-down Comedy (la risposta alla Stand Up Comedy anglosassone) del duo Casarico-Scrocca, alla musica dei tamburi di Rita Superbi. Ce n’è per tutti! Vi aspettiamo dall’11 settembre al 14 ottobre alla undicesima edizione del Festival “Agorà – Teatro e Musica alle Radici” , Teatro del Lido e Teatro Furio Camillo (seguiteci sul sito e sulle nostre pagine social Fb e IG).

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