Quella dei cani liberi accuditi è un’idea che voglio spiegare con una bella storia.
E’ il 2003 quando un cucciolo viene abbandonato nelle vie del borgo di Vellano (frazione di Pescia-Pistoia), impaurito e malinconico viene adottato da tutto il paese che lo nutre, lo cura, lo fa stare al caldo quando fa freddo ma soprattutto lo difende dall’accalappiacani. Viene chiamato Brunello per il colore del suo manto ed in onore del pregiato  vino.

Diciassette anni di vita come membro di una comunità che amava e da cui era amato. Andava al Circolo la domenica, accompagnava a casa i suoi concittadini, seguiva i funerali. E quando ormai vecchio vola sul ponte dell’arcobaleno, i suoi amici gli erigono un monumento nel luogo in cui è sempre vissuto, monumento inaugurato il 4 gennaio 2021.

Ad una prima lettura sembra solo una bella storia di Natale. Ma se leggiamo bene vediamo un racconto che ci parla di un paese accogliente (al di là della specie), di un gruppo di ragazzini che, invece di sperimentare la cattiveria sui più indifesi, nasconde Brunello all’arrivo dell’accalappiacani, di un cane felice accudito da un’intera comunità, di un monumento che sigilla un’amicizia.

Noi tutti siamo abituati a pensare ai cani a casa, nei canili, in branchi pericolosi o in pericolo (avvelenamenti, rapimenti), raramente pensiamo ai nostri amici come CLA, Cani Liberi Accuditi, eppure per molti singoli cani potrebbe essere una soluzione migliore del canile. Certo devono essere accuditi, ossia sterilizzati, curati, monitorati, nutriti e protetti. Ovviamente il sistema funziona se si portano avanti campagne serie di sterilizzazione, di prevenzione all’abbandono ma soprattutto se è una strada scelta e gestita esclusivamente per il benessere dell’animale.

Questa è la strada scelta dal Comune di Giffoni Sei Casali, paese in provincia di Salerno, dove Comune e Asl  Veterinaria hanno concretizzato  un progetto che prevede microchip, attenzioni e cure per i cani di quartiere. Qui Nina e Nerino da cani liberi accuditi si godono le coccole e le premure della comunità.

 A Taranto per Max, cane amato ed accudito dai cittadini, dopo la sua cattura viene organizzata una petizione, in molti firmano ed ora Max è tornato dalla sua famiglia, il quartiere.

Proviamo tutti assieme  a narrare una nuova storia in cui il randagio non è necessariamente brutto sporco e cattivo, magari ricordandoci  del vagabondo Biagio (il cane libero e sfrontato protagonista del film “Lilli e il vagabondo”, 1955,Walt Disney) e del suo terrore per quel luogo oscuro chiamato canile. Per chi volesse approfondire il 13  febbraio c’è un interessante evento online: ”Cani senza frontiere. A scuola dai cani liberi per comprendere i Pet” (info: Liberinsieme a sei zampe, posta@liberinsiemeaseizampe.it).

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