Gela combatte il randagismo con l’idea del piccolo rifugio
L'esempio di Gela è da imitare: piccoli rifugi in piccoli comuni per animali abbandonati. Stop ai megacanili. Ecco il primo passo per lavorare insieme istituzioni, volontari e territorio.
L'esempio di Gela è da imitare: piccoli rifugi in piccoli comuni per animali abbandonati. Stop ai megacanili. Ecco il primo passo per lavorare insieme istituzioni, volontari e territorio.
Una notizia che accende una speranza in una terra difficile ma soprattutto crudele con gli animali. A Gela in Sicilia, nel libero consorzio comunale di Caltanissetta, il Comune si è convenzionato con la Dog Village S.r.l per combattere meglio il randagismo e l’abbandono. Ora i cani ed i gatti del territorio di Gela non saranno più trasferiti nel famigerato megacanile di Caltanissetta dopo un viaggio di 70 chilometri. Il Rifugio ha un ambulatorio sanitario ed una camera operatoria, box per ospitare 3 cani (8 metri quadrati al chiuso e 16 all’aperto) ed ampi spazi per lo sgambamento ed il gioco.
Lo so che un mondo ideale sarebbe non solo senza randagismo ma anche senza canili, ma in una terra dove il rapporto con i cani è conflittuale e crudele, in una terra dove il disinteresse istituzionale è istituzionalizzato e l’impegno dei tanti volontari osteggiato, per usare un eufemismo, questa struttura può essere il primo passo per un cambiamento, può mostrare che si può lavorare assieme istituzioni, volontari e territorio. Il randagismo è un fenomeno nazionale ma, forse, non è un caso che al sud sia più importante, i canili spesso sono esclusivamente un business ma, forse non è un caso che al sud siano quasi esclusivamente un business. Forse vorrà dire qualcosa.
Si sente parlare di canili lager, di canili in cui i volontari non sono ammessi, di avvelenamenti di massa, di maltrattamenti, tutte situazioni illegali ma normalizzate da pensieri tipo: sono solo cani (leggi bestie); sono troppi… se non ci pensa lo Stato; sono solo ragazzi, è uno scherzo finito male.
La sinergia tra Comune di Gela, volontari, territorio ed impresa privata è un esempio concreto di come si possa coniugare la correttezza nell’utilizzo dei soldi pubblici e la capacità di avere cura della comunità, che siano bambini, anziani, cittadini o animali poco importa perché la cura dell’altro, del più fragile, appartiene all’etica ed al metodo non alla specie.
Fa davvero bene leggere dal sito del Comune: “Le associazioni di volontariato adesso potranno recarsi tutti i giorni al canile – afferma la responsabile del settore Decoro e Ambiente, Grazia Cosentino, che ha seguito l’iter da vicino – e potranno dedicarsi meglio non solo ai cani più anziani, che hanno esigenze specifiche, ma anche al rafforzamento del sistema delle adozioni, in sinergia con il responsabile della struttura che si è dimostrato molto disponibile in tal senso. Anche per il Comune sarà più facile gestire i controlli. Abbiamo messo al primo posto il benessere degli animali, coniugandolo con le esigenze economiche dell’Ente. La convenzione è già operativa, e a Butera abbiamo portato i primi cinque cuccioli trovati abbandonati. Il prossimo mese – conclude – avvieremo le campagne di sensibilizzazione contro il deprecabile fenomeno dell’abbandono”.
Fa davvero bene leggere La nazione delle piante di Stefano Mancuso in cui la più vitale e influente comunità della Terra ci indica come realizzare, finalmente, un futuro rispettoso in cui, con responsabilità e consapevolezza, impariamo a prenderci cura degli abitanti della Terra. Di tutti.
Monica Maggiori