La poesia di strada è una crepa nello spazio urbano, un’azione che rompe la prevedibilità della visione e al contempo mette in relazione chi scrive e chi legge con un luogo, un angolo, un isolato”. Così inizia Con le parole ovunque – poesia di strada e sovversione dello spazio urbano (AgenziaX, marzo 2021), il primo libro che racconta un fenomeno di creatività urbana che nasce e si sviluppa quasi esclusivamente nel nostro paese, la poesia di strada, appunto. Un volume che è il risultato di una sinergia tra due sensibilità complementari: Francesco Terzago e MisterCaos.

Terzago, sfornato dalla Scuola Holden di Torino, dopo aver trascorso due anni in Cina, a Guangzhou, grazie a delle borse di ricerca per indagare il fenomeno della Street Art, è stato voluto dal Guangdong Museum of Art. MisterCaos, artista, ha organizzato il Toxic Of Paint 2015, con graffitari, street artist e poeti di strada provenienti da tutto il mondo per dipingere su uno stesso muro, dando vita al più grande evento di arte urbana in Europa, e nello stesso anno ha diretto il Festival Internazionale della Poesia di Strada.

Mentre nel libro Terzago illustra il fenomeno della poesia di strada attraverso brevi saggi capaci di raccontare storia, genealogia, protagonisti e caratteristiche antropologiche del fenomeno, MisterCaos impreziosisce questa pubblicazione con il suo lavoro di ricerca storico-filologica inserendo oltre 40 schede autore, 100 fotografie documentali, mappature e timeline.

Una pubblicazione ricca di fotografie, infografiche, riflessioni linguistiche, socio-culturali; materiale di intervista che testimoniano il progressivo mutamento delle superfici murali delle nostre città negli ultimi vent’anni. Un viaggio nel quale i due autori sono i Virgilio di un fenomeno che, solo in Italia, raggiunge certe forme acquistando coscienza, e che continua una felice tradizione di riflessioni sullo spazio urbano e sulla creatività che si manifesta in questo contesto, senza intermediazioni e senza che esso dipenda dai sistemi istituzionali della cultura e dell’arte.

Nella sua forma contemporanea la poesia di strada in Italia inizia a delinearsi nella prima metà degli anni duemila, quando per le nebbiose e umide strade lombarde compaiono in modo sempre più costante le scritte di una manciata di autori. Molte di ivan, degli Eveline e degli H5N1 e del collettivo Opiemme. Nel giro di qualche anno molti altri poeti e collettivi cominciano a sperimentare questa forma espressiva e creano realtà che tuttora contaminano le strade e i muri di tutta la nostra penisola. Cioè: i Poeti der Trullo e Decle a Roma, il MeP a Firenze, Davide DPA a Lecce, Francesca Pels a Milano.

ivan al lavoro per un murale dedicato a ReWriters

Uno degli obbiettivi di questa pubblicazione è quello di fotografare la poesia di strada nelle sue forme peculiari che la rendono unica e irriducibile agli altri linguaggi dell’arte urbana, senza però cristallizzare, né rendere immutabile, la sua identità. Un’identità liquida, o meglio fluida e non del tutto riassorbibile, proprio come la società in cui viviamo: una macchia d’olio che scivola sulla superficie dell’acqua.

Con le parole ovunque riesce a mappare questo vasto ed eterogeneo mondo. I poeti di strada sono centinaia e, da nord a sud, diffondono parole nello spazio urbano, così si riappropriano della città, con un dialogo inesauribile, insieme ai suoi abitanti: “Anche se la poesia di strada l’ho inventata io, la poesia in strada, le parole in strada ci sono sempre state: per me è andare a ricostruire oltre al significato una funzione del linguaggio che possa produrre nuove società: perché è solo attraverso il linguaggio che vai a creare i mattoni dell’oggi e del domani”, dice Ivan Tresoldi, in arte ivan, il più noto poeta di strada del mondo.

ivan

Uscendo di casa si possono incontrare innumerevoli interventi che intercettano un pubblico ogni giorno più vasto ed eterogeneo. Non un’entità compatta ma una moltitudine di individui provocati al pensiero, un’intensa opera di agitazione culturale. In modo analogo anche i messaggi veicolati dagli autori hanno sfumature e intenti diversi: ogni voce, così come ogni reazione possibile, è inevitabilmente influenzata dal contesto in cui occorre. Proprio per questo la poesia di strada ha un’identità aperta e si caratterizza come un sistema multiforme in cui la relazione tra tutti gli elementi in gioco costituisce lo spazio in cui si registra l’originalità di questa proposta.

ReWriters ha scelto proprio ivan per le sue copertine del mag-book 2021, che sono diventate opere d’arte della collezione ReWriters Web Art Gallery, esposte per la prima volta al ReWriters fest. di ottobre 2021: “Poeta di strada, provocatore, colorista, coraggiosa avanguardia della vita, ivan – racconta Rory Cappelli di La Repubblica, che ha curato il catalogo della mostra Rompi le scatole! del ReWriters fest. – è alto, magro, ha i capelli lunghi, porta felpe, jeans e scarponi tutti pieni di macchie di colore, colate sopra gli abiti dai muri o dai supporti sui cui crea e dona corpo e specificità alle sue visioni poetiche. Ha dipinto centinaia di poesie di strada: in Europa, Stati Uniti, Africa e Sud America, ha esposto in oltre 250 mostre collettive in tutto il mondo da Cuba ad Haiti, dall’Albani al Libano. Parla nervoso, velocissimo, ma, soprattutto, in rima. È l’autore di alcune tra le frasi più amate dei social, che da anni rimbalzano da una bacheca a un’altra, rimbalzi in cui, nel cammino, sono riuscite a realizzare l’intento di ivan: diventare parole da tutti per tutti. ‘Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo’, per esempio, una frase che aveva scritto nel 2003 sui muri della Darsena di Milano e che ogni tanto riemerge per suscitare un coro di mi piace, cuori e riflessioni sulla profondità del giardinaggio. Una frase che ha voluto vergata all’interno di un arabesco dal sapore iraniano per la copertina del MagBook – il giorna-libro di ReWriters – dedicato alla musica. Sullo sfondo rosso la frase si ripete con l’alfabeto leet, composto da lettere, numeri e simboli: se si lascia la mente libera si riescono a leggere parole e frasi. Un alfabeto che nasce con il web, usato anche dal rapper diciottenne di Fiumicino Tha Supreme; ivan cita e mescola, senza limiti: il leet con il classicismo di certa arte, la poesia con la durezza dei muri. Un po’ graffitaro, con la sue tecniche miste, tanto poeta, molto artista di strada, ivan è una fucina di idee“.

Il 28 gennaio 2021, ivan ha realizzato in.parola, in collaborazione con emi.artes, un murales dedicato proprio a ReWriters, in via Bussola 4 sulle pareti di Artkademy nel cuore della Barona, il quartiere dove è nato, nella periferia sud-occidentale di Milano.

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