L’altro giorno, guardando l’ennesimo telegiornale, ho ascoltato un po’ distrattamente l’ennesimo fatto di cronaca, l’ennesimo episodio di violenza, il quale in realtà non ha smosso più di tanto la mia coscienza. E mi sono chiesto: quando ho iniziato? Quando abbiamo iniziato ad assuefarci a tutto questo? Quando gli essere umani hanno iniziato ad accettare un mondo così?

Allora ho pensato a due romanzi che avevo appena finito di leggere: X, di Valentina Mira, e Sangue di Giuda, di Graziano Gala. Ecco: ho scelto questi due romanzi per parlare di violenza perché raccontano, con una buona dose di coraggio, un tipo di violenza che spesso neanche arriva fra le notizie di un telegiornale, un tipo di violenza che non riconosciamo o che semplicemente non vogliamo riconoscere.

Ho scelto questi due romanzi perché mi hanno insegnato che dietro ad una violenza fisica c’è sempre o quasi sempre una violenza mentale, che precede in qualche modo quell’evento e che sicuramente lo segue. Ho scelto questi due romanzi perché sono due esordi che hanno avuto la forza di esordire veramente. Valentina Mira parlando di stupro, Graziano Gala di esclusione. E perché lo hanno fatto usando, senza nessuna scorciatoia, le parole che servivano.

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