Cristiana Vaccaro porta in scena a Roma “Brutta”
A Roma, allo Spazio Diamante dal 6 al 9 marzo 2025 in scena Cristiana Vaccaro con un monologo potente e ironico sulla bellezza e l’accettazione di sé.

A Roma, allo Spazio Diamante dal 6 al 9 marzo 2025 in scena Cristiana Vaccaro con un monologo potente e ironico sulla bellezza e l’accettazione di sé.
Dopo un tour di successo nei teatri di tutta Italia, Brutta – Storia di un corpo come tanti approda a Roma per quattro giorni di repliche allo Spazio Diamante (6-9 marzo 2025). Lo spettacolo, tratto dall’omonimo libro di Giulia Blasi, è stato adattato per il teatro e interpretato dalla talentuosa Cristiana Vaccaro, con la regia di Francesco Zecca.
Vaccaro, attrice di grande esperienza teatrale e televisiva, ha saputo trasformare il testo di Blasi in un monologo esilarante e pungente, che alterna momenti di feroce ironia a spunti di riflessione profonda. La storia attraversa le fasi della vita della protagonista – dall’infanzia all’età adulta – e racconta il rapporto con il proprio corpo in una società che impone alle donne standard estetici spesso soffocanti.
L’adattamento teatrale firmato da Cristiana Vaccaro non è una semplice trasposizione del libro, ma una riscrittura pensata per il palco, dove il suo talento attoriale e la sua sensibilità drammaturgica emergono con forza. Vaccaro, diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, ha alle spalle una carriera ricca di esperienze, dalla commedia al teatro d’impegno civile, senza dimenticare la TV e il cinema.
Già co-ideatrice del progetto U.G.O., un punto di riferimento per la scrittura comica delle donne, l’attrice si conferma con Brutta un’artista capace di unire umorismo e critica sociale, regalando al pubblico un’esperienza teatrale coinvolgente e autentica.
Lo spettacolo Brutta non si limita a raccontare la difficoltà di vivere in un mondo che impone standard estetici soffocanti, ma apre anche a una riflessione più ampia sul concetto stesso di bellezza e bruttezza. In questo senso, il monologo di Cristiana Vaccaro si inserisce in un discorso che ha radici profonde nella cultura e nella filosofia dell’arte, come dimostra il celebre Elogio della bruttezza di Umberto Eco.
Nel suo trattato, Eco esplora come la bruttezza, spesso relegata ai margini dell’estetica, abbia in realtà un valore espressivo e culturale fondamentale. Se la bellezza è armonia e proporzione, la bruttezza è eccesso, provocazione, sfida. Non è un errore da correggere, ma una forma di espressione che può suscitare emozioni, mettere in crisi le convenzioni e svelare verità scomode.
Nello spettacolo, il corpo della protagonista diventa il fulcro di questa tensione tra norma e deviazione. Il riso, l’ironia e la vulnerabilità del racconto trasformano la “bruttezza” da marchio negativo a spazio di libertà. Come Eco dimostra nel suo saggio, ciò che viene considerato brutto può diventare potente quando smette di essere negato e viene invece rivendicato. E così Brutta non è solo una storia di accettazione personale, ma anche una celebrazione della diversità estetica come atto di resistenza e autenticità.
Il tuo adattamento teatrale di “Brutta” ha riscosso un grande successo. Qual è stata la sfida più grande nel trasformare il libro di Giulia Blasi in un monologo per il palco?
La sfida è sempre quella di dare corpo e voce alla parola scritta e di aderire al racconto in maniera autentica e immediata. Il libro di Giulia già in partenza è stato pensato come un susseguirsi monologhi, dunque abbiamo fatto insieme una prima selezione, poi ho inserito qualche aneddoto della mia vita, piccole modifiche e me lo sono cucito addosso. Ci siamo accorte che mescolando un po’ le nostre esperienze il percorso era lo stesso per entrambe.
Lo spettacolo affronta con ironia e profondità il tema degli stereotipi di bellezza imposti alle donne. Qual è il messaggio più importante che vuoi trasmettere al pubblico?
Ragionare su questi temi mi ha fatto capire che la sensazione di sentirmi sbagliata che avevo da piccola e con la quale a volte mi capita di scontrarmi ancora oggi, è un meccanismo che si attiva a causa della nostra cultura patriarcale. Non so se si può parlare di messaggio, ma sarebbe senz’altro una bella conquista fare rete per costruire un nuovo modo di pensare.
Hai lavorato sia in televisione che in teatro. Cosa significa per te interpretare un monologo così intenso e personale davanti a un pubblico dal vivo?
Parlare delle proprie paure e riderci su è sempre stato un ottimo modo per esorcizzarle. Se poi sono paure condivise e portarle in scena può essere utile a sollevare domande o riflessioni sul tema, sono ancora più felice di averlo fatto.
Dopo lo spettacolo ci sarà un talk con te e Giulia Blasi. Quali sono le domande o le reazioni più sorprendenti che hai ricevuto dal pubblico durante il tour?
Il talk è diventato parte integrante dello spettacolo, un bel momento di condivisione sia con Giulia, che si è fatta quasi tutte le date del tour insieme a me, sia con il pubblico che a quel punto è curioso e vuole sapere tutto. Le reazioni più forti per me arrivano spesso delle ragazze più giovani quando mi dicono che questo spettacolo le ha fatte sentire meno sole o che in qualche modo le ha incoraggiate.
Brutta non è solo uno spettacolo teatrale, ma un’esperienza che stimola il dibattito e invita a guardare con occhi nuovi il concetto di bellezza e accettazione di sé. Cristiana Vaccaro, con la sua straordinaria interpretazione, trasforma la scena in un luogo di confronto, tra risate e momenti di profonda consapevolezza.
L’appuntamento è dunque alla Sala White dello Spazio Diamante di Roma, dal 6 al 9 marzo, per lasciarsi travolgere da un monologo che fa riflettere, emozionare e ridere con intelligenza (biglietti qui).