Per sprigionare il proprio talento alle volte serve la fortuna di incontrare qualcuno che creda in te. E anche un nome che funzioni non guasta, al costo di cambiarlo.
Da bambina Norma Jeane Mortenson Baker (1926-1962) cresce sballottata tra una casa famiglia e l’altra, da un affido all’altro. Sua madre Gladys Pearl Monroe convive con una schizofrenia paranoide che le impedisce di prendersi cura di lei.

La piccola Norma porta i cognomi dei due mariti precedenti della madre ma nessuno dei due è suo padre. Lascia il liceo per sposarsi, diventa una casalinga della provincia americana e fa l’impacchettatrice di paracaduti durante la guerra.

Fino all’incontro con cui ha inizio l’altra storia di Norma, quello con Emmeline Snively, una formidabile imprenditrice con un passato da modella che dirige a Hollywood la Blu Book School of Charm and Modeling, la più prestigiosa agenzia pubblicitaria. Emmeline intravede in questa giovane donna un potenziale ancora inespresso e la guida al successo.

Cambiare nome e aspetto
per essere se stessa

Bisogna essere pronti a modificare qualcosa per diventare la versione più stimolante di sé che si vuole essere. Quando Norma diventa Marilyn Monroe cambia vita ma sceglie di tenere per sé il cognome della madre, Monroe, per scrollare via quelli che non le appartengono.
Si libera delle violenze subite in affido, dell’inconsistenza degli affetti che l’hanno circondata e diventa una star. I capelli più corti e più chiari, di quella nuance che diventerà iconica e senza tempo, vestiti nuovi, sorrisi e postura: tutto viene costruito per essere parte del mito.

Stereotipi e narrazione pubblica

Essere lei però ha un prezzo. La sua vita privata viene sbattuta sui rotocalchi, che raccontano dei suoi amori con registi, intellettuali, attori. Marilyn combatte con stereotipi talmente sedimentati sul corpo e sulla reputazione delle donne nell’arte che rischia di rimanerne imprigionata e che la accompagneranno per tutta la vita. Anche i ruoli che le vengono affidati sono tarati su quel che si dice di lei, su cosa rappresenta per l’immaginario del pubblico che la acclama.

In Giungla D’Asfalto di John Huston interpreta Angela Phinlay, l’amante di un uomo ricco e potente, poco dopo in Eva contro Eva di Joseph Mankiewicz è di nuovo l’amante, stavolta, di un critico teatrale. L’etichetta è quella della donna fragile, dalla vita tormentata, dalla morale elastica, in pericolo – eppure lei lotta. Mentre cerca ingaggi, si iscrive a un corso di critica letteraria e teatrale all’Università della California, frequenta un ambiente intellettualmente molto stimolante. Ma sui giornali si parla e si parlerà solo dei suoi amori, la storia con il regista Elia Kazan, i matrimoni burrascosi con Joe Di Maggio, nel 1954, con Arthur Miller, nel 1956, le relazioni con John Kennedy e poi con Robert Kennedy.

Diva e sorella per le altre

Probabilmente Marilyn non dimentica il ruolo di Emmeline Snively nel lanciare la sua carriera. É il suo turno di sostenere una sorella: tende la mano ad un’altra grande, meravigliosa donna per aiutarla a correre. Ella Fitzgerald ha una voce strepitosa, un talento ineguagliabile che resterà nella storia della musica mondiale. Eppure è nera, è donna, non fa notizia. Non può cantare nel tempio musicale di Los Angeles, il club Mocambo. Allora Marilyn garantisce al proprietario del club la sua presenza ogni sera in cambio della possibilità per Ella di esibirsi al Mocambo. Una occasione di pubblicità che non si può rifiutare, dato il clamore che suscita la Monroe. Ella Fitzgerald, da quel momento, canterà ovunque, senza più confini.

Tante sono le interpretazioni che hanno reso Marylin Monroe una stella. Come sposare un milionario, Quando la moglie è in vacanza, Gli uomini preferiscono le bionde, Niagara sono i più grandi successi che la consacrano come mito.
La scena di A qualcuno piace caldo, il mio preferito di sempre, in cui nel ruolo di Zucchero canta I Wanna Be Loved by You rimane una delle più famose del cinema e riporta ad un altro momento, quando Marilyn Monroe canta in pubblico Happy Birthday per il Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy.

Muore per una overdose di farmaci in circostanze che tutt’ora rimangono opache, con il sospetto di un omicidio mascherato da suicidio, che contribuisce ad alimentare la narrazione sulla sua vita tormentata, quella dalla quale Norma Jeane ha cercato con tutte le sue forze di smarcarsi.
Per l’American Film Institute è al sesto posto nella lista delle più grandi stelle del cinema femminili di sempre.

La Marilyn più segreta

Per conoscere davvero Marilyn Monroe dietro l’icona esiste un libro molto particolare: Fragments. Poesie, appunti, lettere, curato da Stanley Buchthal e Bernard Comment.
Il libro raccoglie pensieri, riflessioni, note prese a caso, frammenti di meditazioni che la donna Marilyn aveva fissato su fogli volanti, fazzoletti di carta o menu di ristoranti durante la sua breve vita e poi ritrovati dalla moglie del produttore e regista Lee Strasberg, fondatore dell’Actors Studio, in due scatole di dattiloscritti.

Tracce scritte piene di una sensibilità viva e pulsante, che vanno a fondo, nell’anima, ben oltre l’immagine patinata che noi tutti conosciamo ed amiamo, e che ci restituiscono la dimensione più intima di Marilyn.

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