Quando è nata mia figlia è stato il giorno in cui sono nato anche io come padre. Mi hanno portato questo fagotto e l’infermiera quando mi ha visto mi ha detto: “E’ il primo, vero?”. Mi sono guardato allo specchio nella corsia dell’ospedale, sembrava stessi tenendo in braccio un vaso ming dal valore inestimabile, ero tutto storto e precario, ma avevo il sorriso di chi ha toccato il cielo e ha visto il paradiso.

Ma l’idillio purtroppo è durato poco, al ritorno a casa ci siamo dovuti scontrare con la realtà di tutti i giorni e con le esigenze di un nuovo arrivato che ha stravolto il nostro equilibrio di coppia. Latte, pannolino, pianto, nanna, latte, pannolino… In tutto questo, ovviamente, c’è il mondo fuori e c’è il lavoro. Mia moglie era in maternità e io ho fatto richiesta per i giorni di paternità, per stare a casa, per provare a capire insieme cosa stesse succedendo nelle nostre vite, per vivere mia figlia e per stare accanto a mia moglie.

La risposta è stata: hai 10 giorni di congedo, poi torni a lavoro. Solo 10 giorni.

In 10 giorni non sono riuscito a finire di leggere le istruzioni del decoder, figurarsi se riesco a capire come gestire una figlia e ritrovare un equilibrio in casa. Allora ho cercato informazioni in rete e ho scoperto che i 10 giorni che spettano al padre per poter stare a casa sono una concessione del 2016, prima erano solo 7. Certo, c’è chi ha creato la terra in sette giorni, ma io non mi sento una divinità e sicuramente ho bisogno di più tempo. Ma non solo per me.

Aumentiamo il congedo di paternità

E’ un modo per stare più tempo a contatto con il/la piccolo/a nei primi mesi, quelli più importanti per creare una relazione stabile e un raporto di fiducia. Ma non solo. Affiancare la mamma in un momento complicato come il post parto, per fare squadra, per ristabilire insieme un ordine nel caos. E soprattutto per dare alla mamma la possibilità di poter (se vuole) tornare a lavorare, di avere i suoi ritmi, le sue abitiduni, la sua routine e non doversi affidare a parenti o babysitter sconosciuti, perchè a casa c’è una figura altrettanto importante che è il papà.

Aumentiamo il congedo di paternità
L’associazione Bar Papà ha avviato una petizione per aumentare il congedo di paternità.

Per questo con l’associazione Bar Papà, insieme alla community SuperPapà e Stappamamma abbiamo avviato una petizione su change.org per chiedere a gran voce di portare il congedo di paternità dagli attuali 10 giorni ad almeno 3 mesi.

Il congedo di paternità in Europa

Nonostante nel 2019 una direttiva dell’Unione Europea abbia provato a tracciare delle linee comuni circa il rapporto tra lavoro e vita privata, quello che impressiona è la differenza, oggi, tra l’Italia e il resto dell’Europa. C’è un recente studio dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani che fa il punto sulla questione, dimostrando che l’Italia è agli ultimi posti in Europa per durata del congedo di paternità, con 10 giorni contro le 12 settimane della Spagna.

Siamo il fanalino di coda di una situazione che non riguarda solo una categoria: se il padre non può stare a casa, la madre non può tornare a lavorare aumentando ancora di più quel gender gap che stiamo provando a superare con grandi difficoltà.

Quella dell’aumento del congedo di paternità è una lotta per tutti, che tutti insieme dobbiamo affrontare per far ripartire l’economia, la famiglia e l’amore.

Basta con la concezione della donna a casa e l’uomo a lavoro.
Basta con la distanza dei padri nei primi giorni di vita dei figli.
Basta con la discriminazione del “se vuoi figli non posso assumerti”.

Aumentiamo il congedo di paternità. Noi papà vogliamo essere presenti, vogliamo dire al mondo che ci siamo e che non siamo supereroi se ci prendiamo cura della famiglia, siamo semplicemente papà.

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