Natale si avvicina e vorrei proporvi due libri che, mettendo al centro il tema natalizio, raccontano la diversità di percezione e di festeggiamenti che caratterizza ogni singola famiglia rendendo unica l’esperienza di ognuno, la memoria e le aspettative di ogni bambino e bambina.

I due libri che vi propongo sono: Il natale delle pulcette di Beatrice Alemagna edito da Phaidon e Il Natale del topo che non c’era di Giovanna Zoboli e Lisa D’Andrea edito da Topipittori.

Il Natale delle pulcette

Iniziamo dalle pulcette che rappresentano una piccola straordinaria serie di libri realizzati da Beatrice Alemagna.

Le pulcette di Beatrice Alemagna riescono sempre a donare calore al lettore e alla lettrice, lo fanno quasi in maniera osmotica, attraverso la pagina di carta ci fanno arrivare sempre tutta la loro sostanza morbida e avvolgente, complice la materia tessile di cui è fatta l’illustrazione.

Ne Il Natale delle pulcette le protagoniste si trovano a voler festeggiare insieme il Natale e a rendersi conto che ognuna ha un’idea, una tradizione e aspettative del tutto diverse rispetto a cosa voglia dire festeggiare il Natale.

Se ogni pulcetta pensa che il proprio modo di festeggiare sia quello giusto va da sé che si generano delle frizioni che rompono l’armonia.

Per fortuna c’è la pulcetta multicolore che riesce a spostare l’attenzione dal conflitto a qualcosa di diverso, non ve lo svelo naturalmente ;), capace di riportare armonia nel paese delle pulcette.

Perché nel paese delle pulcette, come in tutti i paesi del mondo, non c’è un solo modo di festeggiare il Natale”.

Il Natale delle pucette

Il Natale del topo che non c’era”

Anche la storia raccontata dall’albo Il Natale del topo che non c’era, anch’esso parte di una piccola serie con i medesimi protagonisti, ruota attorno alla diversità di percezione del Natale, e dei preparativi, che crea disaccordo tra il gatto e il topo. In chiusura della narrazione illustrata la catarsi segue la presa d’atto che al mondo esistono troppi natali perfetti per essere vero.

Va da sé che a questo punto l’unico Natale perfetto è quello che ogni famiglia (intesa nel senso più largo possibile) sceglie per sé.

Tenendo conto che:

  • abbiamo la fortuna di avere a scuola classi multiculturali in cui molti bambini e bambine non comprendono le feste natalizie nelle loro tradizioni, ma che esso entra di prepotenza nella loro quotidianità in questo periodo dell’anno;
  • ed anche che il mercato punta ad omologare festeggiamenti, regali e tradizione culturali (e non solo a Natale)

forse puntare su narrazioni in cui la forza diventa l’imperfezione e la diversità d’approccio alla festa più attesa da bambini e bambine di tradizione occidentale di origine (anche lontanamente) cristiana, potrebbe avere senso, che ne pensate?

Al mondo ci sono troppi natali perfetti
per essere veri
“.

Il Natale del topo che non c’era
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