Finalmente sembra che finiremo quest’anno scolastico in presenza… incrociamo le dita sperando di riuscire a garantire a tutti gli studenti almeno l’ultimo mese e mezzo di scuola non in DAD…

La Didattica a Distanza è un vero e proprio ossimoro in quanto la didattica è innanzitutto relazione, prossimità, condivisione, scambio. Perché qualsiasi tipo di didattica sia efficace, sono strumenti fondamentali non solo il linguaggio verbale ma anche quello non verbale, l’osservazione costante delle dinamiche relazionali, il feedback continuo degli atteggiamenti, della prossemica di chi agisce nel contesto di apprendimento.

La scuola come spazio di socialità e apprendimento, come presidio di democrazia, partecipazione, collegialità, non può essere surrogata dalla didattica a distanza. L’apprendimento è esplorazione, è scoperta, è costruzione di conoscenza attraverso esperienze dotate di senso, cariche di significati che sono soprattutto di tipo relazionale.

Quale apprendimento si immagina sia possibile senza l’interazione attiva e dinamica con il contesto sociale, emozionale, fisico della formazione? A scuole chiuse, con le condizioni di isolamento in cui vivono le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi, un’altra forma di scuola è però necessaria per mantenere il contatto con tutti gli studenti, è fondamentale dare continuità all’esperienza di scuola come luogo – pur se virtuale – di incontro, partecipazione, attenzione e ascolto. Ben venga quindi la DaD per riuscire almeno a mantenere vitale il sentimento di appartenenza alla comunità scolastica e la necessità dello stare insieme, del condividere, del sentirsi parte, e, sia per gli adulti che per i bambini, dell’interdipendenza.

Una scialuppa di salvataggio

Durante il primo lockdown la didattica a distanza è stata indubbiamente una scialuppa di salvataggio per la scuola, una scialuppa che però aveva varie falle e che doveva essere usata per un tempo limitato, in modo da consentire alla scuola italiana di organizzarsi per garantire la didattica in presenza il prima possibile. Anche in quest’anno scolastico sono stati tanti gli appelli per dare priorità alla scuola in presenza. Il mondo della politica e della società civile si sono mobilitati e, nonostante le ricerche e le statistiche abbiano sempre detto che la scuola è un luogo sicuro, la nave-scuola ha stentato a navigare ed è stata spesso sostituita dalla scialuppa della DaD insieme a quella della DDI che hanno continuato a solcare il mare dell’apprendimento sostituendosi alla scuola in presenza, garantita solo agli under 13.

È fondamentale, oggi più di ieri, fare attenzione che questa situazione di emergenza non venga strumentalizzata per svuotare la scuola di risorse e presenza, per perseguire culture e politiche di descolarizzazione, consegnando l’Istituzione Scuola ai webinar e alle piattaforme delle multinazionali, alle spinte verso la privatizzazione dei compiti formativi. E, conseguentemente lasciare i ragazzi alla solitudine davanti a uno schermo accentuando ancora di più le differenze culturali e socio-economiche tra gli studenti.

Skam in dad?

Ci pensate se SKAM Italia, l’interessante serie su Netflix, (arrivata alla quarta stagione) che narra le vicende di alcuni studenti di un liceo di Roma, avesse affrontato le tematiche tipiche dell’adolescenza dovendo fare i conti con la DaD?

Chissà, magari stiamo dando un suggerimento agli autori per cui, se mai ci sarà, la quinta stagione di SKAM Italia sarà girata nelle case dei protagonisti e ci perderemo invece tutte le scene girate a scuola che hanno contribuito al successo di questa webserie.

La scuola è una palestra di vita, s’impara soprattutto a vivere l’amore e l’amicizia e ci si confronta proprio sulle tematiche raccontate da SKAM Italia come la sessualità, le dipendenze, la violenza e le molestie, la religione e la discriminazione in generale.

La scuola come spazio di partecipazione è garante di equità per tutti coloro che la frequentano, la DaD e la DDI sono la risposta ad uno stato di emergenza ma non possono assolutamente diventare la normalità. Uno degli effetti positivi della pandemia attuale è quello di aver aumentato nella società, in modo trasversale, la consapevolezza dell’importanza del ruolo della scuola, attiviamoci per garantire il suo funzionamento… ma in presenza!

Condividi: