Avete mai provato quella sensazione di perdersi tra le pagine di un libro ma in senso proprio?

Non intendo quella sensazione di sentirvi travoltə dalla storia tanto da perdervi metaforicamente tra le pagine.No, no, penso proprio a quei libri in cui le pagine diventano di per sé significanti, ovvero la forma del libro diventa narrativa, o se preferite metanarrativa di per sé e vi fa giocare con ciò che accade dentro in vario modo.

Naturalmente sto pensando a libri illustrati, albi in cui è l’illustrazione a permettere questo gioco narrativo eccezionale che ci cattura a tutte le età ma che diventa un’occasione eccezionale per i bambinə non solo per provare con mano, e occhi, le potenzialità della narrazione per immagini (e non solo per immagini) ma anche per rendere più elastico il pensiero che piano piano sperimenta modi diversi di procedere, lasciandosi sorprendere da percorsi del tutto diversi da quelli immaginati.

Ma siccome so che sembra un discorso astratto vorrei farvi 2 esempi concreti di questo tipo di possibilità: partiamo da Come si legge un libro? di Daniel Fher e Maurizio Quarello edito da Orecchio acerbo e continuiamo con Buh! di François Soutif edito da Coccole Books.

Maneggiare i libri stando attenti a non… far precipitare i personaggi!

Il primo, Come si legge un libro? gioca con il modo di tenere in mano un libro e girare le pagine: i due protagonisti infatti (che poi si riveleranno essere Hansel e Gretel) parlano direttamente con il lettore e la lettrice per dare indicazioni su come maneggiare, fisicamente il libro.

Siccome le indicazioni sono, ovviamente, sbagliate, il lettore si trova a girare il libro in tutte le direzioni e a provocare il rovesciamento degli elementi e personaggi nelle tavole fino a far venire il mal di mare ai due personaggi!

In Buh! invece troviamo una sperimentazione semplicissima e molto ma molto divertente, di come il centro pagina possa diventare letteralmente una barriera tra la pagina di sinistra e quella di destra, una barriera che, in questo caso, sembra salvare i porcellini, almeno fino a quando il lupo, insieme al lettore, botta dopo botta, capisce l’antifona e aggira, a suo modo, l’ostacolo uscendo dal libro e rientrando dall’altro lato…

Ci sono diversi libri, non molti ma alcuni sì, che si divertono a giocare con la loro stessa forma e io li adoro, trovo che sia geniale di per sé pensare che i libri raccontino a priori anche solo per il loro esser fatti di pagine da girare. Voi ne avete mai incontrati di libri così? Provateli con i vostri bambinə e vedrete come funzionano!!

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