Dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande esistono analogie molto strette. Un video di alcuni anni fa, intitolato potenze di dieci, fa vedere le analogie esistenti tra gli atomi e le galassie con tutti i passaggi intermedi. Il nostro corpo, le nostre cellule, i nostri atomi si comportano come un microcosmo fedelmente simile al macrocosmo.

La Terra è composta di continenti e masse acque, mari e oceani, in una proporzione di 30% di terre emerse e ben 70% di acqua. Ed è proprio nell’acqua che circa 4 miliardi di anni fa si sono sviluppate le prime forme di vita.

Così come la Terra, gli animali hanno il corpo costituito da acqua in quantità variabile a seconda della specie. Nel coleottero essa costituisce il 48% del peso, nell’aringa il 67%, nel pollo il 74%, nella rana il 78%, nel lombrico l’80%, nella medusa il 95%.  La percentuale di acqua nel corpo umano del neonato è dell’80%, nell’adulto si aggira tra il 60 ed il 70% e può diminuire con l’avanzare dell’età. Tutto il mondo animale è costituito da una percentuale abbastanza alta di acqua e questo può far comprendere come il nostro satellite, la luna, possa influire sul mondo animale e vegetale così come fa con le maree negli oceani. 

La scienza ha confermato gli effetti della luna piena sugli animali, ma vi sono ancora forti dubbi e resistenze nel credere che possa avere influenza sull’essere umano. 

Secondo uno studio elvetico effettuato con la polisonnografia, tecnica che registra diversi parametri durante il sonno (EEG, ECG, movimenti muscolari, saturazione ossigeno, livelli melatonina), durante il plenilunio ci sarebbe una riduzione del 30%, dell’attività delle onde delta nella fase del sonno Non-REM, indicatrici del sonno profondo, inoltre il tempo impiegato per addormentarsi aumenterebbe di 5 minuti, e la durata totale di sonno registrata con l’EEG risulta inferiore di 20 minuti. Questi cambiamenti si associano ad una minore qualità soggettiva del sonno e a una diminuzione dei livelli interni di melatonina (ormone che regola il sonno, il tono dell’umore e tutto il sistema ormonale). Gli autori concludono che la luna piena può avere un’influenza importante sulla struttura del sonno umano confermando le osservazioni empiriche dei nostri trisnonni (prima della corrente elettrica) (Cajochen et al., 2013). Gli autori avanzano anche l’ipotesi di un ritmo circumlunare nei nostri cervelli in quanto, per le condizioni sperimentali dello studio, i soggetti non erano entrati in contatto con la luce della luna, ma dormivano in laboratorio. Si ipotizza quindi che l’effetto della luna sia mantenuto da ormoni interni che sincronizzerebbero il cervello alla luna piena.

Diversi psichiatri in tutto il mondo si sono chiesti perché il comportamento umano vari nei giorni di luna piena: nelle cliniche per malattie mentali si è spesso osservato una maggiore agitazione nell’intorno del plenilunio, meno costante è l’aumento dei parti nelle unità di ostetricia anche se in certi pleniluni ciò effettivamente avviene.

Un pioniere degli studi delle influenze lunari sulla salute fisica e psichica umana è stato il medico psichiatra americano Jerome Agel con la sua ampia produzione di articoli e libri che, con il suo Effetto Luna del 1980, ha aperto la strada alla cosmobiologia, disciplina che studia le interferenze del cosmo con la cronobiologia e la cronopsicologia. 

Molti degli studi sugli effetti dei cicli lunari sulla biologia umana sono arrivati a conclusioni contrastanti, perché raramente si era preso in considerazione il ciclo sinodico lunare, ci si riferiva invece, per le statistiche temporali dei fenomeni biologici, al tempo circadiano solare. 

Il ritmo circalunare sinodico, cioè il tempo lunare, è fuori fase rispetto al tempo solare, presentando un ritmo variabile a causa delle irregolarità del moto lunare (è minimo in occasione del solstizio d’estate e massimo nei pressi del solstizio d’inverno). Il giorno lunare è più lungo di circa 50 minuti rispetto a quello solare. Un avvenimento che si manifesta oggi alle 8, domani sarà alle 8.50, dopodomani alle 9.40 e così via.

Gli astronomi babilonesi sono stati i primi a studiare con notevole precisione i cicli lunari. Il modo più semplice per calcolarlo consisteva nell’osservare i cicli delle eclissi, cioè il numero di anni trascorsi prima che una eclisse si verificasse nuovamente nella stessa regione del cielo. 

Da quando si usa l’illuminazione artificiale si è perso l’interesse per i ritmi lunari e per i suoi influssi sulla biologia terrestre.

Prove dell’esistenza di questo tipo di ritmo esistono già per un moscerino marino, Clunio marinus, che coordina l’accoppiamento, la deposizione e la schiusa delle uova con il ciclo lunare – e per le iguane marine delle Galàpagos. Secondo Cajochen, autore dello studio elvetico sopra riportato, nella specie umana il ritmo circalunare potrebbe essere una reliquia di un passato in cui il satellite avrebbe forse sincronizzato i comportamenti umani a fini per esempio riproduttivi, come avviene in questi animali. Il modello lunare è radicato nella nostra eredità genetica. Le fluttuazioni elettromagnetiche influenzano il nostro sistema vibrazionale elettromagnetico.

I ricercatori cercheranno ora di progettare una serie di esperimenti controllati che, con l’aiuto di tecniche di imaging funzionale e dell’EEG, permettano di chiarire le basi neuronali e biomolecolari di questo sfuggente orologio lunare.

In Effetto Luna lo psichiatra Jerome Agel riporta studi statistici degli anni ‘80 sui documenti del Bureau of fire della città di New York, della polizia di Filadelfia, Los Angeles e Miami che documentano una stretta correlazione di episodi di violenza, omicidi e suicidi in relazione alle fasi lunari. L’aumento della forza gravitazionale della luna e quindi le fasi di plenilunio si sono viste correlate ad un aumento generalizzato dei delitti. Ma quello che è più stupefacente: aumentano sincronicamente gli impulsi aggressivi in alcuni e la ricettività ad essere vittime in altri. Le maree biologiche renderebbero quindi la macchina umana instabile, non causando direttamente dei comportamenti strani, ma predisponendo ad essi.

Quando l’attrazione gravitazionale della luna disturba il nostro equilibrio fluido avvertiamo un senso di tensione e siamo predisposti all’agitazione emotiva che può in alcuni casi manifestarsi come comportamento di autodistruzione ed in altri di aggressività manifesta (vittima e carnefice). Le due attività, infatti, sono collegate, com’è dimostrato dalla psicologia del profondo.

Già negli anni ’70 il dottor Frank Arthur Brown Jr. (1908-1983) ad Evanston in Illinois studiando l’attività delle piante e degli animali aveva notato che la loro attività ritmica, in base alle fasi lunari, poteva esprimersi come recettività positiva o negativa. Questa diversa reazione sembrerebbe dovuta al caso in quanto ogni organismo si troverebbe per metà del tempo in una delle due condizioni suddette e per metà nell’altra, questo in pieno accordo con le leggi della polarità proprie del mondo materiale.

Le maree sono molto forti verso i poli e minime all’equatore, di conseguenza si è osservato che a latitudini uguali negli animali e negli uomini le fasi lunari hanno le stesse influenze sull’aggressività e sulla sessualità.

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