Lo dice chiaro e tondo Licia Fertz, l’influencer ultranovantenne, testimonial di una straordinaria campagna ageless di Emergency:

È l’influencer più âgé d’Italia, 92 anni, col suo profilo Instagram da 126 mila follower, nato per gioco 3 anni fa, perfetto per rappresentare un terzo tempo della vita che smonta gli stereotipi, esattamente come fa anche Loredana Bertè, di vent’anni più giovane ma sempre over 70, tanto da essersi conquistata il nostro Premio ReWriters per aver riscritto in tal senso l’immaginario.

E mentre Loredana porta i capelli azzurri (chi l’ha detto che è roba da adolescenti??) e la minigonna (idem), Lidia, un po’ modella un po’ attivista, autrice e opinionista, vanta follower under 30. “Bisogna creare corridoi tra le generazioni – ha detto Lidia Ravera al ReWriters fest. al minuto 23.12 del video sotto, impegnatissima sul tema, tanto che per noi firma un blog intitolato Ageless riscrivendo i vari copioni delle diverse età della vita“.

Entusiasmante davvero questa operazione di scardinamento degli stereotipi anagrafici, utili solamente a creare camere stagne per tutte le età, segregando ogni tempo dell’esistenza nella sua croce. Polverizzare le gabbie, mischiare le carte, frequentare persone di ogni generazione, sporgendosi sulle altre vite, creando reti e connessioni ad oggi ritenute ottusamente improbabili significa spalancare per ognuno enne infinite nuove possibilità, driblando il divide et impera che sembra alla base di ogni formazione sociale dei paesi ricchi.

Licia Fertz

A proposito di corridoi tra generazioni, proprio recentemente abbiamo assistito ad operazioni artistico-commerciali di un certo interesse, in tal senso: dal trio pop Fedez-Lauro-Berti con Mille, al simmetrico radical-chic di Colapesce-Dimartino-Vanoni con Toy boy. Del resto la categorizzazione MILF (dal gergale americano Mother I’d Like to fuck) ha aperto nuovi scenari, e non diventa un must del porno solo la categoria cougar ma anche quella delle GILF (Granny I Would Like to Fuck).

Lo spot di Emergency che avete visto sopra è geniale proprio in questo senso: pochi minuti per restare basiti, presi in contropiede, imbambolati di fronte alle grottesche miserie che non ci rendiamo conto di perpetrare. Il mondo si sta per fortuna muovendo, e non mancano marchi alla riscossa. Per esempio? Understatement, che mostra corpi rugosi eppure sexy, ma anche oversize, o con cicatrici, o con le smagliature, e con modelle fiere del bianco nei capelli.

E come non citare Drusilla Foer, fiera di definirsi anziana soubrette, eleganzissima – pardon – elegantissima con tutti i segni dell’età che, anzi, pone al centro proprio del suo stile e della sua filosofia di vivere: l’autenticità senza vergogna.

Sono in tante, ormai, le donne ageless, e non solo anagraficamente âgée: da noi la prima è stata di sicuro la Grande Lina Wertmuller, avanguardista in tutto, che da sempre ha scelto il bianco, ma oggi, dalla nostra Giovanna Botteri alle star internazionali come Jamie Lee Curtis, Annie Lennox, Meryl Streep, Julia Roberts, Christine Laguarde, una delle donne più potenti del mondo (la 5′, secondo la celebre classifica di Forbes), Diane Keaton, Helen Mirren, Judi Dench, Sharon Stone, Jodie Foster, Carolina Di Monaco, Andie MacDowell, fino a Sarah Jessica Parker, la lista sta cominciando a tendere all’infinito, e per tutte è un atto politico di hair positivity.

Kim Karadashian

Dicevamo anche le giovani: Lady Gaga trova nel bianco una tendenza, così come l’influencer americana per eccellenza, Kim Karadashian, non può fare a meno dei suoi silver hair, o la cantante Soraya, fino alla nostra Arisa. «È una rivoluzione che riguarda tutti i trend capelli – ci racconta Francesca Noli, Technician di Toni&Guy Monti di Milano. Oggi non si ricerca più la perfezione quanto la voglia di sentirsi bene con se stessi valorizzando le proprie unicità».

Stiamo parlando al femminile, vi siete accort*?: già, perchè il (falso) problema dell’invecchiamento è un must della cultura patriarcale in cui l’uomo, per sentirsi virile, deve avere accanto una donna giovane e fertile (a tal proposito consiglio Il terzo tempo, di Lidia Ravera).

E dunque? L’idea è quella di focalizzarsi sul diritto di invecchiare, che per molti diventa diritto universale alla cura, come dice Emergency, che di sicuro non sta simpatico ai commercianti di botox&Co ma che offre una riflessione senza chiedere nulla: perchè l’operazione culturale è un tana-libera-tuttE.

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