Riccardo Ballerini guarda il cielo. Lo ha sempre guardato, coltivando negli anni la sua passione per l’altra fotografia. Ma guardando il cielo ha anche sempre immaginato che suono dovesse avere, soprattutto il cielo notturno, quello in cui miliardi e miliardi di stelle brillano nel buio, ispirando artisti di ogni dove, illuminando la loro creatività, facendo sognare gli innamorati, piangere i malinconici, immaginare viaggi interstellari o pensando senza fine all’infinito.

Pianista e compositore di grandissime doti personali e creative, Ballerini ha deciso dopo tanti anni di mettere insieme queste due passioni, ma di farlo in una maniera per lui diversa, abbandonando per un attimo il ruolo di compositore e vestendo per una volta i panni dell’interprete, sia musicale che fotografico, e ha realizzato The Night Sky.

Per la prima volta ha deciso di realizzare un album in cui non propone composizioni sue, ma brani scritti da altri autori che si sono ispirati al cielo notturno, scrivendo musiche e storie che sono rimaste a brillare nel tempo, un po’ come le stelle che hanno guidato la loro inventiva. E ha pensato di unire queste musiche a una collezione di immagini da lui catturate nelle tante ore passate in cima alle montagne, sotto il cielo notturno.

Così in The Night Sky non troverete il solito Riccardo Ballerini, ma un musicista che prova a raccontare se stesso rileggendo le composizioni di chi come lui è rimasto affascinato dalla vastità, dalla ricchezza, dallo splendore oscuro del cielo notturno, scrivendo brani, canzoni, storie, che hanno portato nello spazio profondo generazioni intere di ascoltatori, e lui per primo.

Riccardo Ballerini e la sua band di star

Accompagnato da una band di star, Francesco Bearzatti al sax tenore, Claudio Corvini alla tromba, Angelo Adamo all’armonica cromatica, Umberto Fiorentino alla chitarra, Toni Armetta al contrabbasso e da ben tre diversi batteristi, Pietro Iodice, Davide Pentassuglia e Carlo Bordini, Ballerini rilegge brani di epoche e autori diversi, non necessariamente del jazz, come il Bowie di Starman o l’Hendric di Third Stone From The Sun, accanto a classici come Fly me to the moon, o Stella by starlight e Moonlight Serenade, dandogli una prospettiva diversa e coinvolgente, parlando la lingua del jazz ma guardando sapientemente anche oltre.

C’è una sola composizione originale, in realtà, Tele’s Scope, fortemente ispirata però a un brano di Bill Evans, Peri’s Scope, tanto per dire che alla fine ogni rilettura, ogni interpretazione, può diventare un brano originale, e accompagnarci in un viaggio di scoperta tra la musica e le stelle.

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