La civiltà occidentale è priva di attività cerebrale da tanto tempo. Eppure continuano a crescerle i capelli. Questo suggestivo fenomeno decadente riguarda molti filosofi contemporanei, tanto che si è parlato di una nuova fase, quella della filosofia permanente. Il precursore è stato BernardHenri Lévy, da quando ha legato indossolubilmente vita e pensiero inamidando sia la chioma che la dialettica, entrambe inutilmente fluenti.

In Italia Tra i più phonati troviamo senza dubbio Massimo Cacciari, da poco insignito di una laurea crinis causa. Il pensatore veneziano è diventato l’atleta della tv con il miglior scazzo finale, si inalbera anche con il Papa in studio. Famosa la puntata di Otto e mezzo in cui hanno trasmesso un suo vecchio intervento. Si è autodefinito “questo vacuo filosofetto chiomato“. Un altro Massimo, Recalcati, fondatore di Recalcando Lacan, fa del capello un prologo vivente. Celebri le sue introduzioni ad Heidegger nel testo “essere figo e tempo”. Dopo quello sull’amore e sull’ansia d’amore il filosofo per corrispondenza ha tenuto un corso ermeneutico sulla lingua, e non nel senso verbale. È comunque ormai un pensatore completo, concetti  nuovi forse il prossimo anno. Luciano Canfora, grande conservatore di abiti mentali insieme alla dottoressa Lina Nafta, dipana in tv una eloquente chioma gramsciana. Ha infatti scritto molti quaderni anche se purtroppo nessuno dal carcere. Stefano Zecchi, insigne professore di estetica del capello a tettoia, studiando Nietsche ha teorizzato l’eterno ritorno in tv. Dio è morto, stai a guardà al capello.

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