Si chiama Filomini, è una collana di piccoli bellissimi libri per bambini e bambine, ed è a lei che vorrei dedicarmi oggi. Filomini al momento comprende 4 titoli editi da Fatatrac che mi piacerebbe presentarvi uno per uno e tutti insieme come proposta di lettura e anche di pensiero intorno ai libri per piccoli lettori e lettrici.

Abbiamo Il porcospino di Schopenhauer di Alice Brière-Haquet e Olivier Philipponneau, Il cane di Diogene di Alice Brière-Haquet e Kazuko Matt, La farfalla di Zhuāngzï di Alice Brière-Haquet e Raphaële Enjary e, last but not least, L’anatra di Wittgenstein di Alice Brière-Haquet e Loïc Gaume, tutti tradotti da Maddalena Lucarelli.

Filomini, una collana che porta i grandi filosofi dai piccoli lettori

Già dai titoli credo abbiate intuito di che si tratta: la Alice Brière-Haquet ci propone dei libri che si ispirano al pensiero dei grandi filosofi e lo portano ad altezza dei piccoli lettori e lettrici. In diversi in questi anni stanno sperimentando progetti editoriali di filosofia rivolta a bambini e bambine, ragazzi e ragazze, ma, se devo essere sincera, nessuno mi ha mai convinta del tutto perché, al di là delle magnifiche intenzioni e degli ottimi propositi poi è fondamentale che i libri siano molto ma molto belli in ogni loro componente e questo francamente non sempre accade.

La collana dei Filomini, forse a maggior ragione, in questo contesto mi ha colpita per due fattori essenziali: innanzitutto questi libricini sono bellissimi, graficamente ed esteticamente, anche la carta scelta è bella e la carta in un libro è importante! In secondo luogo la formula narrativa individuata mi pare convincente nel suo tentativo di far incontrare il pensiero filosofico con il pensiero del bambino o bambina di turno. Da qui la scelta di raccontare storie di animali e di scegliere di volta in volta uno stile diverso, ed un illustratore diverso, per farlo risultare più consonante al “filosofo” scelto.

Ecco allora che di Diogene non ci interessa lui, Diogene, bensì la storia del cane che desidera solo che il re si tolga dal suo sole per godere della luce naturale

Così come di Schopenhauer incontreremo non la storia del filosofo ma l’aneddoto dei porcospini che vogliono stare vicini ma quando si avvicinano troppo si pungono a vicenda.

La farfalla di Zhuāngzi ci racconterà del sogno del saggio che si domanda alla fine se è lui che sta pensando la farfalla o se non sia piuttosto il contrario

E, ultimo titolo per il momento, L’anatra di Wittgenstein giocherà con il lettore e la sua percezione visiva per capire se la storia parli davvero di un’anatra o non, piuttosto, di un coniglio.

Perché leggere questi libricini?

Perché sono molto ma molto belli anche solo al tatto, perché raccontano storie curiose che possono creare sedimenti nella memoria che poi, chissà, forse un domani, tra molti anni, richiameranno alla mente il nome di Diogene o di Schopenhauer…

I due libri della serie più immediati alla lettura, a mio parere, sono Il porcospino di Schopenhauer e Il cane di Diogene mentre gli altri sue richiedono un livello di astrazione che forse può richiedere un’età di lettura diversa ma stiamo sempre parlando di libri che possiamo proporre a lettori e lettrici della scuola dell’infanzia e primaria. In alcuni casi forse l’ultima tavola l’avrei evitata, peccato esplicitare troppo, le storie riescono bene a stare in piedi da sole e a trasmettere il senso per cui sono state pensate, ma complessivamente i libri tengono e averli tra le mani e nella libreria di camera o di classe è proprio un piacere!

Voi che ne pensate di questo tipo di proposte? Vi incuriosiscono, o vi paiono poco sensate?

Io resto dell’idea che ogni libro, qualunque esso sia, vada valutato pagina per pagina per la sua qualità estetica-letteraria e i Filomini credo che da questo punto di vista fanno bene il loro lavoro di libri per bambini e bambine.

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