Cos’è: Il fondamentalismo è il nome dato a una corrente religiosa o ideologica che promuove l’interpretazione letterale dei suoi testi sacri o fondamentali (al di là di un’interpretazione contestuale), o l’applicazione intransigente e rigorosa di una dottrina o di una pratica consolidata. In questo modo, considera un certo libro come l’autorità ultima, davanti alla quale non si può invocare nessun’altra autorità e che dovrebbe addirittura prevalere sulle leggi delle società democratiche. Per esempio: in linea di principio, la parola fondamentalismo si riferisce a un movimento islamico che sostiene una rigida applicazione della legge coranica alla vita sociale. Può anche riferirsi a un movimento cristiano basato su un’interpretazione letterale della Bibbia – il letteralismo biblico – che è sorto negli Stati Uniti all’inizio della Prima Guerra mondiale. In altri casi può anche essere legato al fondamentalismo politico, che non è meno comune. Esempi di libri comuni tra i fondamentalisti politici sono il Mein Kampf di Adolf Hitler e Il libro rosso di Mao Zedong. Il fondamentalismo politico non si riferisce necessariamente, direttamente o indirettamente, alle religioni tradizionali, ma promuove una visione del mondo radicale e persino anti-teistica. Il termine si identifica anche con le correnti antimoderniste di varie religioni. A volte viene confuso con il millenarismo e il messianismo o associato al fanatismo o all’estremismo, anche se quest’ultimo termine è solitamente riservato ad atteggiamenti specificamente politici.

Origine del termine: Il fondamentalismo è un concetto moderno che nasce come reazione quando la società moderna ha iniziato a farsi guidare dalle leggi umane e a mettere da parte quelle divine, influenzando abitudini e stili di vita. Il termine è nato all’inizio del XX secolo negli Stati Uniti ed è passato rapidamente a definire le ideologie cristiane protestanti che, rivendicando l’infallibilità della Bibbia, cercavano un ritorno alle posizioni fondanti del cristianesimo, spesso basate su nozioni reazionarie. Da lì il termine è stato esteso a molti altri movimenti recenti in quasi tutte le religioni del mondo che predicano contro la corrente principale delle rispettive fedi, sostenendo che essa si è allontanata dai suoi fondamenti, o che si oppongono all’accettazione di idee progressiste che sono state accettate da gran parte della comunità.

In politica: Qualsiasi iniziativa fondamentalista è destinata a interferire con la politica dello Stato in cui si sviluppa per la sua stessa natura moralista e riformista. Poiché lo Stato ha il monopolio dell’istruzione, o almeno il controllo su di essa, in quasi tutte le parti del mondo, i fondamentalisti si trovano costantemente di fronte allo Stato quando le loro dottrine vengono ignorate o, come spesso accade, criticate del tutto nell’ambito dell’istruzione. È ovvio che qualsiasi movimento di questo tipo cercherà di diffondere il più possibile le proprie idee tra il grande pubblico, da cui la necessità di controllare i veicoli della conoscenza. I fondamentalisti spesso si basano su scuole di pensiero preesistenti e le modificano per adattarsi o ne creano di proprie. Il fondamentalismo politico, oltre a un certo conservatorismo e al rifiuto della modernità, cerca generalmente la regressione economica, politica e culturale. Quando a questa tendenza reazionaria si aggiunge l’aperta intolleranza verso le credenze e le usanze altrui, allora viene assimilata alle ideologie posizionate all’estrema destra dello spettro politico. Nei casi più estremi e invasivi, ciò può portare all’instaurazione di regimi totalitari.

Sul tema consiglio l’ottimo articolo di Vera Risi, pubblicato all’interno della rivista Rewriters (https://rewriters.it/esce-il-docufilm-di-masih-alinejad-chi-e-la-donna-dal-fiore-tra-i-capelli-che-fa-paura-alla-repubblica-islamica-diran/).

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