Tutti noi abbiamo sperimentato in quest’ultimo periodo che cosa volesse dire restare chiusi in casi e non poter uscire, tutti noi ci siamo sentiti braccati, costretti, diciamo pure in gabbia.

Come abbiamo combattuto questa condizione? Come abbiamo fronteggiato tutti i malesseri che ne conseguivano? E quelle persone che invece sono costrette a restare confinate all’interno di un posto, come i detenuti, come fanno a riempire il presente? Come riescono a creare un varco per il futuro?

Oggi parliamo di questo attraverso le pagine di due libri che ho letto di recente: Barre di Francesco “Kento” Carlo e Tredici lune di Alessandro Gazoia. Barre è il racconto di un laboratorio di musica rap tenuto all’interno di un istituto penitenziario minorile; Tredici lune è la storia di un uomo che tenta di resistere all’urto del primo lockdown. Perché la parola, quando è vera, quando è ambiziosa, può salvare.

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