Mastodon è una grande rete libera, open-source e decentralizzata di proprietà della comunità, priva di algoritmi e pubblicità, il cui obiettivo è rimettere il social networking nelle mani degli utenti.

Per chi ha a che fare con le questioni del mondo social sa che, negli ultimi tempi, si parla ampiamente di algoritmi, sovranità digitale, privacy e capitalismo della sorveglianza. La settimana scorsa, in audizione al Senato americano, l’ex product manager di Facebook Frances Haugen ha dichiarato: «Sono qui perché credo che i prodotti di Facebook danneggino gli adolescenti, seminino divisioni e indeboliscano la nostra democrazia».

Forse è arrivato il momento di cambiare i social e capovolgere la prospettiva rimettendo al centro l’etica e la collettività.

Scrive il giornalista Riccardo Luna “Nei social non scorre solo ‘il male del mondo’, ma anche le nostre vite, i nostri affetti, i rapporti lavorativi. Dei social abbiamo bisogno e non ne faremo a meno. Ma è venuto il momento di cambiarli davvero.”

Ma come cambiarli?

La rivoluzione valoriale di cui vorrei parlarvi parte dal Centro Europa quando un ragazzo tedesco di nome Eugen Rochko decide di creare un nuovo social network basato su un codice open source. Quel piccolo, e oggi popolarissimo, social si chiamava e si chiama Mastodon ed apre le porte ad un Fediverso, un intero universo federato, attraverso l’open standard ActivityPub.

Mastodon


Come si legge nella home page del sito:

Mastodon è una rete sociale federata. Ciò significa che nessuna singola entità controlla l’intera rete, piuttosto, come la posta elettronica, i volontari e le organizzazioni gestiscono i propri server indipendenti nei quali gli utenti possono interagire tra loro anche se registrati in server differenti.

Pertanto, abbiamo una serie di server (istanze) dove gli utenti possono creare le cosiddette identità in grado di andare oltre le istanze, costituendo una comunità dove è possibile dotarsi di proprie regole e stabilire i propri limiti.
Si pensi che, ad oggi, la community di Mastodon, rappresentata dall’elefante, conta oltre 4,4 milioni di utenti provenienti da tutto il mondo (dato rilasciato dal sito ufficiale).

Tra le tante e popolari istanze in giro per la rete segnalo quella promossa da Carlo Gubitosa, tra gli storici fondatori dell’associazione e del portale PeaceLink – Telematica per la pace.

Si chiama Sociale.network: è una piattaforma etica, filosofica e politica, collegata – grazie al software Mastodon – a diverse reti federate tra loro sui valori, i principi, gli ideali della tolleranza, della cooperazione, della solidarietà e della pace con gli altri Paesi.


Tutto questo nel tentativo, molto concreto, di andare oltre la monetizzazione degli individui ed un modello di business che fa profitti su discorsi d’odio e di rabbia. Lo scontro per esempio tra fascisti e antifascisti, tra nonviolenti e guerrafondai in Facebook in realtà è posto in un sistema e in una struttura in cui questo scontro, questo conflitto costante e continuo, risulta funzionale a un modello affaristico e ad un sistema fortemente economico.

sociale.network

Mastodon è antitetico a Facebook.
Sociale.network è una comunità che si autodetermina.

Su sociale.network si trova una comunità ecopacifista, nonviolenta, antirazzista, antisessista, antifascista, e che non tollera discorsi d’odio e disinformazione pseudo-scientifica.

Come funziona?

Per iscriversi bisogna inserire nome utente, collegato all’istanza scelta, e l’indirizzo e mail personale dove arriverà il link su cui cliccare per concludere l’iscrizione e scegliere una passwork. È possibile accedere ai contenuti condivisi anche se non si è iscritti.
Una volta ricevuta la mail, e completata l’iscrizione, l’utente potrà iniziare a postare messaggi, chiamati toots, condividere foto, link, video e seguire altri utenti.
La scelta dell’istanza – il server su cui si appoggerà l’utente – è molto importante. Sceglierlo è facile tanto quanto scegliere la propria mail. Una volta scelta, questa ci permetterà di comunicare con altri utenti, anche se questi useranno un’utenza diversa dalla nostra. I toots possono avere una lunghezza massima di 500 caratteri, contro i 280 imposti da Twitter, non sono sottoposti ad algoritmi e compaiono nella timeline in ordine cronologico. Per quel che riguarda la privacy, ciascun utente può decidere di mostrare il proprio contenuto in modo pubblico, visibile solo ai follower oppure privato e visibile solo ai destinatari menzionati.
Poi, proprio come accade su Twitter, se ad un utente piace particolarmente un toot lo potrà ricondividere. Questa operazione prende il nome di boost.


Afferma Gubitosa:


Con Mastodon ci spostiamo su una piattaforma etica per sostenere un modello di ideali e principi positivi e condivisi e soprattutto è un paradigma alternativo e antitetico: è importante consegnare al futuro un ecosistema informativo non condizionato da colossi informatici.

Si torna alle comunità virtuali, basate su un patto sociale, dove ci sono principi condivisi ed una diversa dimensione delle relazioni umane. Una esperienza di fruizione molto più rilassata, senza dover combattere per affermare principi base di convivenza civile e pacifica. In fondo tutto comincia spostando una virgola…

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