Nella lunga serie di luoghi comuni da cui con fatica proviamo ogni giorno a distaccarci, un posto d’onore ho sempre pensato appartenga al mito del lavoro. I commenti che forse nemmeno consapevolmente indirizziamo quotidianamente al capo, alle colleghe e ai colleghi, alla gestione dell’azienda o dell’ente in generale, difficilmente rinunciano a prendersi il loro spazio nei discorsi e nei nostri pensieri, in famiglia o con gli amici, minando la qualità del nostro tempo libero. Perché, come sappiamo fin troppo bene, quasi mai si tratta di considerazioni positive. 

La naturale deduzione dovrebbe quindi essere che il lavoro sia sempre fonte di stress, ansia e malumore, tranne per rarissimi fortunati che però mai direttamente conosciamo.

Questi racconti di felicità arrivano sempre di seconda o terza mano, alimentando l’idea che in fin dei conti non sia possibile aspirare ad un miglioramento del nostro stile di vita. C’è chi si arrende a questa teorica evidenza e chi, come Great Place To Work, si adopera invece per trovare e premiare le realtà che vogliono provare ad abbattere questi stereotipi.

Great Place To Work e la sua
“Best Workplaces Italia”

Great Place To Work è un’organizzazione globale con sede anche in Italia che si occupa di ricerca, tecnologia e consulenza organizzativa. In parole più semplici, analizza gli ambienti di lavoro che aderiscono al piano di ricerca, raccogliendo e vagliando le opinioni di tutti i collaboratori e la loro esperienza pratica nella vita lavorativa di tutti i giorni.

Da questa analisi ne risulta sia una gran mole di lavoro, perché lo scopo imprenditoriale di Great Place To Work è quello di utilizzare i riscontri ricevuti per accompagnare le aziende verso un miglioramento della propria struttura organizzativa, sia una lista annuale di quelle realtà che più si avvicinano a soddisfare tutti i requisiti di affidabilità, flessibilità e benessere misurati. La Best Workplaces Italia, appunto. 

Per l’edizione 2022, i cui risultati sono stati divulgati lo scorso 31 marzo, sono state analizzate ben 210 aziende distribuite su tutto il territorio nazionale, con dei questionari in forma anonima e a tutela della privacy per ognuno dei 94mila collaboratori coinvolti.

I riscontri ricevuti, circa 70mila, hanno posto l’accento sulle condizioni degli ambienti di lavoro, la cultura produttiva e gli spunti di miglioramento del clima aziendale.

“La nostra Mission è quella di migliorare il mondo del lavoro, diffondendo una cultura basata su relazioni di fiducia”.

Great Place to Work Italia

Tra le migliori aziende ne compaiono alcune note, come DHL, American Express, Hilton, Sorgenia, la maggior parte ha un numero di addetti al di sotto delle 1.500 persone, e i settori prevalenti sono quelli dell’information technology e delle biotecnologie e prodotti farmaceutici.

Oltre alla classifica generale, esistono anche la Best Workplaces Italia for Women e la Best Workplaces for Millennials, focalizzate più nel dettaglio su quelle realtà che pongono particolare accento su politiche di inclusione e di valorizzazione del proprio personale, indipendentemente dai residui retaggi culturali che vogliono ancora donne e giovani relegati a ruoli marginali.

Altra particolare enfasi è posta sul tema dell’innovazione, con la Best Workplaces for Innovation. Una lista abbastanza corposa di realtà certificate, che stanno approcciando un reale cambiamento nel proprio modo di pensare al lavoro e che puntano a continuare a migliorarsi anche nel futuro. 

Chissà che non possa diventare anche questo uno strumento utile, nel valutare la prossima offerta di lavoro ricevuta. Dopotutto, alla base delle nostre scelte ci deve essere una motivazione che ci spinga ad essere felici, perché lo stipendio in sé spesso non è sufficiente a garantire il nostro benessere, soprattutto sul posto di lavoro, visto che occupa un posto di rilievo nelle nostre giornate. 

È chiaro che anche nelle aziende selezionate non mancheranno screzi, giornate no e difficoltà, e che, specialmente per quelle che vantano più sedi sul territorio nazionale, possano esserci delle disparità difficilmente misurabili tra i vari dipartimenti.

Essere inseriti nella classifica Great Place To Work non è, a mio avviso, un traguardo, ma un punto di partenza per quelle aziende che hanno deciso di investire per offrire un ambiente di lavoro più sano e godibile.

Abbiamo ben chiaro quanto sia frammentata e discontinua la realtà del lavoro in Italia, ma iniziative come questa possono aiutare a tracciare una rotta diversa per il futuro.

E chissà se, come ha cantato dal palco di Sanremo 2018 Lo Stato Sociale, anche noi riusciremo ad arrivare a vivere una vita in vacanza con nessuno che…. buca i palloni!

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